I colori della Lucania? I Fagioli di Sarconi IGP.

Chi non ha mai visto i fagioli di Sarconi ha davvero perso una buona occasione per avere ancora una volta la prova che Madre Natura fa cose meravigliose.
I Fagioli di Sarconi si coltivano nella Val D’Agri da tempo immemore. Giunti sicuramente con la scoperta dell’America differiscono dalle varietà già note ai romani e citate anche da Apicio nel De re coquinaria che sono gli antenati dei c.d. fagioli con l’occhio”.
I fagioli in Lucania come molti altri legumi sono già registrati nel Catasto Conciario del 1746 anche se presso i registri di molti ordini conventuali già compaiono nel XVI secolo. Una storia davvero antica quella di Sarconi insomma!

L’areale di produzione, che ha ottenuto il riconoscimento IGP nel 2001, comprende, oltre al Comune di Sarconi, che potremmo definire il luogo principe e storicamente vocato alla sua produzione, anche i comuni di Grumento, Moliterno, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Montemurro, Paterno, San Martino d’Agri, Viggiano, Tramutola e Spinoso, tutti conclusi nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano.
I terreni tutti mediamente ubicati ad un altitudine di 600-650 mt. Risultano ideali per la coltivazione del fagiolo. La temperatura estiva abbastanza fresca, con buone escussioni termiche tra giorno e notte, e l’abbondanza di acqua, in alcuni casi con falde molto in profondità e quindi risucchiata lentamente per capillarità aiutano, grazie anche a tecniche agronomiche di natura tradizionale tramandate di padre in figlio, ad ottenere un fagiolo con una buccia molto sottile (e quindi per tale caratteristica scevro dall’innescare problemi successivi alla sua ingestione) e molto ricco sotto il profilo proteico (sino al 23-24% sulla sostanza secca).
Proprio tale caratteristica, che rispetto a molti fagioli “commerciali è superiore di 4-5 punti percentuale e ne fa uno dei fagioli più ricchi di proteine in Italia, in tempi antichi ha fatto sì che il fagiolo di Sarconi fosse un prodotto di sostentamento e sostitutivo dell’inaccessibile carne, troppo costosa per le condizioni economiche delle genti di quest’angolo d’Italia.

Accanto all’elevata quantità di proteine, il fagiolo di Sarconi è ricco altresì di molte altre sostanze benefiche (calcio, niacina, potassio, selenio, ecc.) e di fibra (vicina al 15% di sostanza secca) molto utile anch’essa.
Benchè gli anziani ignorassero tutte le proprietà nutraceiche del prodotto e fossero spinti dalla sola necessità di saziarsi e sfamarsi, involontariamente coltivarono queste eccellenti riserve di proteine e sostanze nutritive.
Nel farlo, scambiandosi i semi, forse anche affascinati dal loro meraviglioso e colorato aspetto, sempre spinti prevalentemente dalla necessità contribuirono a salvaguardare una ampissima biodiversità quale è quella dei Fagioli di Sarconi IGP.

Infatti se ne contano, ben elencate anche nel disciplinare, oltre 20 varietà.
Le stesse di possono suddividere in due ecotipi: nani e rampicanti.
I nani comprendono: Cannellino, Cannellino rosso, “Ciuoto” o Regina, Nasieddu rosso, Tondino, Tabacchino, Verdolino, Riso bianco e Riso giallo.
I rampicanti invece comprendono: Maruchedda, Nasieddu Nero, Nasieddu viola o “Co Mussiddu”, San Michele, San Michele rosso, Tuvagliedda marrone, Tuvagliedda rossa, Panzaredda.

La loro cottura da secchi richiede solo l’ammollo in acqua fredda per una notte senza l’aggiunta né di bicarbonato o altro.
La cottura non richiede tempi lunghi e il risultato è tutto da provare sia per intensità di sapore che per versatilità in cucina.
Nei vari siti di produttori che troverete digitando su Google “Fagioli di Sarconi IGP” sono anche indicati degli abbinamenti preferenziali ma se andate in Val d’Agri e il consiglio che vi do e di fare questo meraviglioso viaggio, parlando con i produttori scoprirete che il fagiolo di Sarconi IGP è di grandissima versatilità e adattabilità ad ogni tipo di pietanza o tal quale.

Si ringrazia il Produttore Domenico Belisario per le immagini rilasciate al sito.

di Giustino Catalano
Foto Famiglia Domenico Belisario – Sarconi (PZ)

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