Napoli Mia. La ristorazione nel DNA.

Se cercherete sul web troverete molte recensioni, tutte entusiaste e positive, sul Ristorante Napoli Mia.
E non deve fare specie che sia così. E’ un bel luogo dove si mangia bene e si spende il giusto.

Per quel che mi riguarda, però, Napoli mia è molto di più. Un ricordo della mia infanzia. Un luogo dove si respira sin dall’ingresso serenità, professionalità, educazione e signorilità.
E tutto ciò non è solo frutto di un attentissima scelta nell’arredamento o nelle proposte ma qualcosa di più. E’ il vero DNA del ristoratore. Quello che lo hai per genetica familiare.
Nessuna improvvisazione. Nessun artificio. Solo sostanza e charme ristorativo.

Il tandem vincente del locale, quello che potremmo definire l’anima del locale, è la bella e solida coppia, sia nella vita che lavorativamente, Antonella Rossi – Corrado Del Gaizo.
E qui torna la mia memoria.
Negli anni sessanta, in pieno periodo di boom economico, le famiglie napoletane potevano concedersi ogni domenica la possibilità di andare a pranzo fuori. Anzi si potrebbe dire che la cosa fosse la normalità.
L’offerta era molteplice ma, come accade ancora oggi, esisteva in questa offerta una sorta di eccellenza. Per i napoletani quest’eccellenza era indiscussamente rappresentata da “Gaetano a mare” e “Ciro a mare”. Lì mio padre, a turno ci portava. Lì, dopo un memorabile “cazziatone” del papà di Corrado, perchè le scartavo , ho imparato a succhiare le teste dei gamberoni imperiali. Lì i miei ricordi di una napoletanità sana.
Due locali dove si mangiava pesce freschissimo preparato in maniera tradizionale e indiscutibilmente perfetta.

E qui ritorna il tandem Rossi – Del Gaizo. Antonella Rossi è della famiglia che gestisce da sempre “Ciro a mare”, mentre Corrado Del Gaizo è stato gestore di “Gaetano a Mare” come prosecutore della tradizione di famiglia.
La prima ha portato come proprio corredo quel DNA che ha fatto si che con studi seri e approfonditi potesse essere la grande Lady Chef che oggi è mentre il secondo il proprio DNA di proprietario di grande ristorante e la sua immensa conoscenza delle materie prime.

Il risultato di questa miscela esplosiva, dopo gratificanti esperienze sempre nel campo ristorativo, è stato il locale Napoli Mia.

L’offerta del locale è mutevole a seconda della stagionalità. Ben ferma su un concetto di tradizione che non viene rinnegata nemmeno nelle grandi escalation gastronomiche e nelle belle intuizioni di Antonella. Una sorta di ponte ideale tra quella memoria e una cucina con maggior appeal e novità.
Nessuna leziosità. Solo sostanza e forma.

Questo il resoconto di una cena davvero squisita di qualche tempo fa, dove sapori e profumi si sono rincorsi in perfetto equilibrio tra loro dall’antipasto al dolce. Dove per attimi sono anche tornato bambino, benchè le mie imminenti cinquanta primavere.

Si è partiti con un entre di benvenuto composta da un tuorlo d’uovo fritto con zeste di limoni di Sorrento e julienne di pecorino.
A seguire prima un baccalà grigliato con papacelle sott’aceto e polvere di cappero e poi una zuppa di Ceci di Cicerale con calamari fritti. Due splendide rivisitazioni di due piatti del golfo partenopeo (Baccalà e papacelle e ceci e calamari).

Poi i primi. Superbi.
Gnocchi di farina (quelli dell’antica tradizione partenopea) conditi con zucca, tartufi di mare, polvere di amaretto e nocciole di Giffoni. Un vero e proprio ponte tra quella memoria di cui parlavo e la modernità.
A seguire Mezzi paccheri di Gragnano con broccoli siciliani, frutti di mare e bottarga di muggine. Perfetti!

Poi d’un tratto la chef decide di stupirci. Ed ecco la semplicità assoluta. Pagello Fragolino alla griglia con insalatina di puntarelle. Il mare in una sintesi unica e chiara.
Ma ciò che mi ha oltremodo entusiasmato è stato che non ho trovato nel piatto la solita orata o spigola ma un pesce ormai quasi dimenticato e scomparso dai banchi delle pescherie.
Accanto ad esso i pani della chef, quelli che fa lei con le sue mani d’oro. E nel cestino il segno della levantina ospitalità partenopea. I papadums, scrocchianti pani indiani fatti in onore di un assistente di cucina di nazionalità indiana, trattato come uno di famiglia.

Poi arriva l’immancabile pre dessert con una piccola pasticceria secca sempre di manifattura della Chef Rossi. Buona, gradevole.
Ed infine, accanto ad un bicchiere di ottimo passito proposto da Corrado Del Gaizo che, come lo scrivente, ha la grande passione per i liquori e i distillati, un Parfait freddo alle nocciole di Giffoni con versato su a vista da un piccolo ed elegante bricchetto una salsa di cioccolato fondente al 70% calda.
L’apoteosi.

Vado via. Abbraccio gli amici e segretamente, io che ho l’aspetto del burbero e del distaccato, in cuor mio ringrazio per l’emozione donatami. Per quei ricordi che son tornati, per quelli che ritorneranno per questa splendida cena.

di Giustino Catalano
foto di Vincenzo Jr. Pellino
Ristorante Napoli Mia
Via Riviera di Chiaia n.269
80121 – Napoli
Tel.: 081 552 22 66 / Cell.:3406979233
E-mail: info@ristorantenapolimia.it
http://www.ristorantenapolimia.it/
 
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