Nasce la mozzarella nera. Quel che c'è da sapere sul carbone vegetale e non viene detto.

Impazza sempre più la moda (peraltro vecchia!) del carbone vegetale.
Ottenuto spesso dalla combustione di noci di cocco (ma anche altri legni) il carbone vegetale o “carbone attivo” sta avendo di recente una forte riscoperta ed impiego da parte di panificatori, pizzaioli, ristoratori ecc..
Che sia una sostanza di origine vegetale non ci piove e parimenti che abbia dei principi benefici è di sicuro accertato tanto che viene adoperata da sempre nei pronto soccorso degli Ospedali per far immediatamente fronte agli avvelenamenti.
Il suo principio attivo fa sì, in pratica, che le sostanze tossiche vengano assorbite e non entrino in circolo.

Già alcuni anni or sono il carbone vegetale aveva avuto un discreto impiego nelle cucine italiane dove veniva adoperato per “panare” filetti di carne o pesce con lo scopo di creare un effetto sorpresa nel commensale che nel vedersi un prodotto dall’aspetto carbonizzato nel piatto nel tagliarlo lo trovava cotto a puntino.
Un gioco, una boutade di cucina che lasciando il tempo che trovava aveva comunque una finalità molto limitata giocata peraltro sul fatto che il carbone vegetale è inodore e insapore.

Da qualche mese a questa parte il prodotto è ritornato in voga e con esso i vari impieghi che ogni settore sta cercando di dargli.
Prima il pane che ha avuto un discreto successo, a seguirlo a ruota pasta e pizza ed ora da un paio di giorni la mozzarella di bufala.

Se piaccia o meno lascio a ciascuno ed i suoi personalissimi ed insindacabili gusti la decisione anche se, personalmente, una mozzarella nera non mi attrae nemmeno un poco e finisce anche con il farmi senso, ma che si lasci passare il prodoto come un toccasana non mi va proprio.

Come tutte le cose in natura anche il carbone vegetale ha le sue controindicazioni e non sono nè poche nè, tantomeno, da sottovalutare.

Ma sviluppiamo per pochi istanti il principio della tossicità dei prodotti naturali.
Il prezzemolo, ad esempio, che rientra tra le nostre consolidatissime abitudini alimentari, non ha controindicazioni apparenti eppure, un kg di prezzemolo è in grado di uccidere un maschio sano del peso di 80 kg! Tale quantità, infatti, svolge un effetto simile ad una fogliolina del suo “similare in natura”: la cicuta. La temperatura corporea lentamente si abbassa a 28 gradi e subentra la morte.

Nel caso del carbone vegetale questa controindicazione ovviamente non esiste ma può, per cause collaterali svolgere una funzione simile in determinati soggetti.
Essendo il suo principale compito quello di “assorbire”, il carbone vegetale in presenza di soggetti che stanno adoperando farmaci, svolge pari funzione con i principi attivi del medicinale assorbendoli ne più e ne meno di come fa con le sostanze tossiche in un caso di avvelenamento.
In pratica non è a carattere selettivo e pertanto assorbe di tutto.
Ora se una persona è in cura medicinale per la quale è indispensabile l’assunzione dello stesso ingerendo un prodotto con il carbone vegetale ne vanifica gli effetti.
Pertanto accanto alla vendita o somministrazione di questo prodotto o di prodotti che lo integrano come parte di essi, o come finanche carry over – ossia elemento in percentuale tale da non essere obbligatorio per Legge dichiararlo-, andrebbe sempre fatto presente ai clienti che il prodotto può svolgere tale sgradita funzione in presenza di terapia medicinale.
E’ parimenti sconsigliato in soggetti che soffrono di blocchi intestinali, appendicite o altre patologie occlusive di stomaco e intestino, mentre l’assunzione in gravidanza o sotto i 12 anni d’età è da escludersi per via precauzionale.
Un uso prolungato, infine, può determinare feci molto scure, quasi nere che è una naturale conseguenza, del tutto priva di pericoli per la salute.

Detto ciò va specificato che il carbone vegetale, nei giusti dosaggi consigliati dal medico (e non dal panettiere!), svolge effetti benefici per questo genere di patologie: Meteorismo, flatulenza, aerofagia, gonfiore addominale, dispepsia, gastrite, reflusso e acidità di stomaco, diarrea e stitichezza, colite nervosa, intossicazione da farmaci, metalli pesanti, droghe.

Detto ciò andrebbe fatta un poco più di attenzione nell’uso dei prodotti estranei all’alimentazione e più legati per parentela alle medicine e sopratutto andrebbe informato bene chi acquista onde evitare poi problemi che ne possono derivare da una errata o mancata informazione.

Per il resto se la mozzarella nera vi piace..buon appetito!

di Giustino Catalano

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