Pizza, olio e vino. La parola al presente e al futuro della pizza Napoletana.

La seconda “tappa” del percorso degustativo che vede l’abbinamento della pizza napoletana agli oli del Consorzio Lametia Dop e alle Falanghine del Sannio, si è svolta, lunedì 14 dicembre, nella impeccabile location di “Palazzo Vialdo” a Torre del Greco, locale condotto dall’Imprenditore Vincenzo Di Prisco.

Oltre al comprovato abbinamento tra olio, pizza e falanghina, già in precedenza sperimentato e rivelatosi anche questa volta perfetto, il nuovo appuntamento ha offerto altri spunti di riflessione e studio sull’attuale stato della pizza napoletana e su quello che potrà essere il suo futuro. A condurre la serata il giornalista enogastronomico Luciano Pignataro con il dott. Gerardo Antelmo – responsabile marketing del Consorzio Lametia DOP.

Presenti anche il dott. Mancuso e il dott. Francesco Miccù, rispettivamente partner tecnici del Vialdo per la Ferrarelle e il Molino Caputo.

Il maestro Gianfranco Iervolino, pizzaiolo “residente”, insignito dalla Guida gastronomica del Gambero Rosso dei Tre spicchi, massimo riconoscimento nel campo, apprezzatissimo e poliedrico personaggio, perfetto interprete della tradizione nonché della evoluzione della pizza napoletana è stato affiancato, nel corso della serata, da due giovanissimi ma validi pizzaioli.

Giuseppe Tammaro, della Trattoria Caprese, e Carlo Sammarco, della Cantina Dei Mille, entrambi eredi di una lunga tradizione nell’ambito della ristorazione napoletana, hanno avuto modo di far apprezzare ai presenti un assaggio delle loro pizze dando prova della loro abilità e di una tecnica già ammirevole nonostante la giovane età.

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I pizzaioli con il giornalista Luciano Pignataro


 

La serata è iniziata con un fuori programma del maestro Iervolino, il suo “Lapillo del Vesuvio”, una nuvola di pasta fritta al nero di seppia, servita con burrata e gambero, appagante per la vista oltre che per il palato.

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Il Lapillo del Vesuvio – Gianfranco Iervolino


 

Il “Giro pizza” ha avuto inizio con la caprese di Antonio Tammaro, realizzata con provola al posto della mozzarella, pomodoro crudo, origano e basilico su un impasto ben calibrato e soffice che denota lo studio e la volontà di evolversi di Antonio nonostante le sue solide basi.

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Caprese – Giuseppe Tammaro


 

Si passa poi alla pizza “natalizia” di Carlo Sammarco, un mix di sapori coinvolgente che fonda le sue basi nella tradizione della più classica pizza di scarole, must della tavola napoletana nei giorni di vigilia, grazie all’utilizzo di scarola, acciughe olive, capperi e pinoli, ma nello stesso tempo strizza l’occhio all’innovazione soprattutto grazie all’impasto leggero e idratato proposto.

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Natalizia – Carlo Sammarco


 
 

Anche la pizza di Gianfranco Iervolino rispecchia l’atmosfera natalizia e si richiama ai piatti tradizionali del Natale (e non solo) napoletano.

Gianfranco infatti, propone una pizza con provola, baccalà e patate, con un soffice impasto arricchito da rapa rossa, un esperimento che ottiene l’apprezzamento di tutta la sala.

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Stocco e patate – Gianfranco Iervolino


 

Gran finale con i dolci del pasticcere di “Palazzo Vialdo”, nonché di “Villa Guarracino”, Luigi Buonocore, un ragazzo con importanti esperienze alle spalle, che delizia i palati dei partecipanti con un “Cremoso al cioccolato con profumi natalizi, cialda di roccocò, babà e sorbetto al mandarino e anice”, dolce nel quale richiama tutti i sentori del Natale partenopeo e con una deliziosa coccola finale a base di praline al caffè e anice, choux alla nocciola e macarons al pistacchio e cassata, mandando tutti in visibilio e strappando alla sala un applauso da standing ovation.

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La piccola pasticceria di Luigi Buonocore


 

Anche questa serata ha confermato che partendo da grandi materie prime e aggiungendo esperienza, tecnica e grande lavoro, i risultati nel mondo dell’enogastronomia possono essere davvero soddisfacenti e ci ha rassicurati sul futuro della pizza napoletana che vive oggi un momento fatto di grandi realtà e certezze ma “finalmente” riesce a formare anche grandi promesse.

di Anna Orlando

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