Vi presento una "Bonarda"!

Nella mia presentazione nella pagina Autori ho già detto che ho aperto la mia Enoteca, a Senago, con l’aiuto delle conoscenza della famiglia dell’Oltrepò.
A tavola, quando vado a trovarli, l’argomento base è il vino, dalla produzione, alla lavorazione ed alla sua degustazione. Naturalmente si studiano e si criticano, i propri prodotti.
L’Azienda è la Testori Dante e figli, di Santa Maria della Versa.
Le colline sono piene di filari che, a seconda della stagione, ti regalano un tripudio di colori sempre diversi, non esistono la Via Tal dei Tali o la Via Cippalippa, sono loro, le colline che ti danno le indicazioni: Praghino, Ca’ Sgarioli…e quando sei in mezzo a queste colline e giri lo sguardo abbracci un panorama profondissimo, dal piacentino alla Val Tidone e sei nel luogo dove producono tanti vini doc eccezionali (la cantina sociale della Versa è stata la prima in Italia).
Dando molta importanza al tempo passato a tavola, dò molta importanza a cibo e vino. Non devono per forza essere da grande ristorazione, ma devono accompagnare la convivialità. A seconda della stagione e del cibo è importante accompagnarsi con del buon vino da tavola che esalti il palato.
La “moda” esiste anche nel settore enologico. Oggi le persone sono propense a bere  vini rossi, fermi, corposi, da meditazione ….
Non mi sento una sovversiva, ma io non ho mai seguito la moda e pertanto vi parlerò del Bonarda, vino frizzante, amabile o secco.
Usato nel Oltrepò e nel piacentino  per produrre il Gutturnio, per “tagliare” l’acidità di altri vini, come il Barbera, il Syrah, il Cabernet o più semplicemente da solo. Se imbottigliato nel periodo giusto, dopo qualche mese fermenta e incomincia a frizzare o, come si dice dalle mie parti “el buscia” (ossia frizza).
E’ un doc dell’Oltrepò Pavese e ha origini antiche (si parla del Medioevo e della zona di Rovescala, nella Valle Della Versa).
L’uva è il Croatina e la si trova anche in Piemonte (che contende l’origine del vitigno nel suo territorio), Emilia, Veneto, Sardegna. Ma l’origine è la concentrazione maggiore è in Lombardia. Il vitigno è molto resistente anche a tante malattie e, quando è giunto a maturazione, il grappolo sembra mettersi in posa per una foto, tanto è conico, grande, con gli acini color turchino.
Avendo una buona parte zuccherina, il Croatina diventa un vino profumato, con un gusto pieno, morbido e asciutto.
Si abbina bene con formaggi stagionati e/o con un bel tagliere di affettati (rinomato e conosciuto, nonché apprezzatissimo è il salame di Varzi!!!)
Il periodo migliore per imbottigliare il Bonarda è nel primo quarto di luna dei mesi che vanno da febbraio a maggio, senza fargli depositare la parte zuccherina non ancora disciolta nell’alcool sul fondo. Il consiglio è di berlo fresco, temperatura 12/14 gradi, e farsi avvolgere dalle sue bollicine.
di Isabella Monguzzi
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