50 Top Pizza – A Caserta il primato della pizza

Calato il sipario sul palcoscenico del bel Teatro Mercadante, si tracciano le prime considerazioni sulla edizione 2019 della Guida internazionale 50 Top Pizza.

La guida nella sua sostanza ha rimarcato quasi sempre i propri criteri di selezione, che vale la pena di ricordare non guardano solo alla bontà della pizza o alla bravura del pizzaiolo ma anche al locale, al servizio, all’offerta, alla qualità dei prodotti.

Una valutazione d’insieme che premia l’esperienza nel suo complesso e non relativamente alla stesura, al prodotto o alla bravura del pizzaiolo.

Detto ciò va anche aggiunto che è stato un anno di moltissime nuove aperture che hanno smosso la classifica talvolta anche in maniera radicale.

Sicuramente agli ispettori e ai votanti finali non è stata particolarmente gradita la sovraesposizione mediatica che ha finito solo per danneggiare alcuni a vantaggio di altri su livelli più sommesi e meno “urlati”. Un recupero di toni comunicazionali ben lontani dalle modalità terra terra che negli ultimi anni si erano toccate.

Buona l’attenzione alle nuove tematiche dove quella ambientale è sicuramente con un carattere centrale e assolutamente da affrontare all’interno di ogni singola pizzeria e delle associazioni anche. Si pensi a quanti imballaggi in plastica e suoi derivati ogni giorno produce una pizzeria.

Premesso ciò, come da più parti segnalato, non sono mancati i mal contenti e le presunte dimenticanze.

Sui primi c’è poco da dire. Magari in taluni casi possono essere giustificati mentre in merito alle seconde vi è poco da dire. Possono rientrare in scelte o anche nell’errore umano sotto il quale sicuramente sono riportabili anche le prime casistiche. Solo chi non fa non sbaglia recita un vecchio adagio.

Detto ciò nell’analizzare la classifica così come è, nuda e cruda, ci sono elementi che devono essere spunto di riflessione per molti che ne fanno parte e, perché no, anche per chi redige la Guida.

A mio avviso non vi è una supremazia casertana atteso che nelle prime 50 posizioni le pizzerie a Caserta e provincia sono solo 5 contro le 12 di Napoli e provincia, delle quali 3 tra le prime 10 come per le casertane. Vi è piuttosto una capacità di interpretazione dei nuovi gusti di pizza che ormai spacca in due il pubblico e le sue preferenze in materia di pizza. Quasi come se il tradizionale lottasse ad armi pari con l’innovativo.

Ovviamente si tratta di una lettura sui dati e non di un dogma imprescindibile.

Detto ciò interessante la forte crescita dell’Emilia Romagna che da un paio di anni fa vedere gran belle cose e lo squadrone compatto veneto Padoan – Bosco – Ravagnan/Toscani – Lovatel che a mio sommesso avviso fornisce forse l’interpretazione più moderna di pizza oggi sul mercato italiano.

Conferme su Roma e bella la presenza in solitaria del mio amico fraterno Salvatore Gatta che nella sua Lucania è profeta e narratore silenzioso del territorio.

Complimenti a tutti gli altri.

Due parole sull’ex equo Pepe – Martucci che scherzosamente a caldo mi ha lasciato dire “anche il Napoli può pareggiare nell’epoca della Juventus”.

Credo che le posizioni paritarie tra i due interpreti del territorio casertano oggi ci siano tutte e forse il “pareggio” è l’elemento che meglio apre a futuri scenari dove si auspica che la pizza partenopea compia comunque un lieve upgrade senza snaturarsi però.

Forse la vera differenza oggi è sugli stili e lì che commercialmente si combatte la vera battaglia della pizza dei prossimi anni dove però, a mio avviso, non ci sarà il soccombere di una a favore dell’altra o le altre ma una coesistenza con una suddivisione di preferenze da parte del pubblico.

Ecco i risultati della 50 top pizza

Primo posto parimerito- I Masanielli di Francesco Martucci, Caserta / Pepe in grani, Caiazzo (CE)
3- 50 Kalò, Napoli
4- Pizzeria Gino Sorbillo ai Tribunali (Premio Modello d’ispirazione)
5- I tigli, San Bonifacio (VR)
6- Francesco&Salvatore Salvo, Napoli (Pizza dell’anno: la Cosacca)
7- Pizzaria La Notizia 94, Napoli
8- Seu Pizza Illuminati, Roma (Pizza Vegana dell’anno) (Premio pizzaiolo dell’anno)
9- Casa Vitiello, Tuoro (CE)
10- La Gatta Mangiona, Roma
11- Pizzaria La Notizia 53, Napoli
12- Renato Bosco pizzeria, San Martino Buon Albergo (VR)
13- Starita a Materdei, Napoli
14- Berberè, Castel Maggiore (BO) (Migliore carta dei vini)
15- Da Zero, Milano
16- Francesco&Salvatore Salvo, San Giorgio a Cremano (NA)
17- Cocciuto, Milano (Premio performance dell’anno. new entry più alta)
18- La Masardona, Napoli
19- Patrick Ricci, Terra, grani, esplorazioni, San Mauro Torinese (TO)
20- Pignalosa Pizzeria, Salerno
21- 10 Diego Vitagliano, Bagnoli (NA) (Premio miglior proposta Gluten FREE)
22- Pizzeria Apogeo, Pietrasanta (LU)
23- ‘O scugnizzo, Arezzo (Migliore Carta delle birre)
24- In Fucina, Roma
25- Da Attilio, Napoli
26- O’ Fiore mio, Faenza (Migliore carta degli Oli)
27- Carlo Sammarco pizzeria 2.0, Frattamaggiore (Premio frittatina dell’anno)
28- Tonda, Roma
29- Da Lioniello, Succivo (CE) (Premio novità dell’anno)
30- Pizzeria da Ezio Alano di Piave (BL) (Premio innovazione e sostenibilità)
31- Piccola Piedigrotta, Reggio Emilia
32- Dry, Milano
33- I Masanielli di Sasà Martucci- Caserta
34- Grigoris, Mestre
35- Officine del cibo, Sarzana (SP)
36- Fandango Racconti di grano, Scalera (PZ)
37- Enosteria Lipen, Triuggie (MB)
38- Giangi Pizzeria Gourmet, Arielli (CH)
39- Frumento, Acireale
40- Framento, Cagliari
41- La Braciera, Palermo
42- Marghe, Milano
43- Osteria di Birra del borgo, Roma
44- Osteria Pizzeria Per Bacco, La Morra (CN)
45- 400gradi, Lecce
46- Pupillo Pura Pizza, Priverno (Premio Identità Territoriale)
47- Lievito Madre al Duomo, Milano
48 – Isabella De Cham Pizza Fritta, Napoli
49- Pizzeria Mamma Rosa, Ortezzano Marche
50- Sbanco (Miglior Fritto), Roma

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