Il Casatiello: una antica tradizione napoletana

casatiello

     Nella sera del Giovedì santo le cucine e i forni delle casalinghe napoletane sono un coacervo di profumi e sapori. Due sono le prelibatezze che in questa serata vengono sfornate: la Pastiera ed il Casatiello.

     Del Casatiello e della Pastiera si trovano riferimenti già nell’opera “La Gatta Cenerentola” di Giambattista Basile del 1634: “E’ venuto lo juorno destenato oh bene mio: che mazzecatorio e che bazzara che se facette! Da dove vennero tante pastiere e casatielle? Dove li sottestate e le porpette? Dove li maccarune e graviuole? Tanto che nce poteva magnare n’asserceto formato”

Tuttavia, pare che le origini del Casatiello siano ancora più antiche avvicinando la sua forma alla corona di spine di Cristo.

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     Il termine Casatiello dovrebbe derivare dal termine “caso”, ovvero formaggio, uno dei principali ingredienti del rustico, oltre al misto di salumi e alla sugna. Il piatto si preparava per Pasqua perché solo in questo periodo il popolo poteva permettersi la spesa per acquistare tutti i  salumi che lo compongono, che, nel loro piccolo, lo avvicinavano all’opulenza delle tavole dei nobili.

     Data la sua “pesantezza” il termine casatiello è stato poi affibbiato o ad una persona particolarmente pedante o ad un libro difficile da leggere: per entrambe le cose si dice “Che casatiello!”

     L’impasto del casatiello è realizzato con farina, lievito, acqua, sale, pepe,  sugna, uova sode, salame, formaggio e cicoli  di maiale, con varianti che cambiano non solo di città in città, ma di famiglia in famiglia. Lo si consuma normalmente a Pasqua come accompagnamento all’antipasto, ma il must è l’utilizzo per la “scampagnata” fuori porta del Lunedì in Albis.

     Quello che vi mostriamo è il casatiello realizzato dal maestro panificatore e pizzaiolo Luigi Castaldo della Pizzeria “O’ Gemell” di Casalnuovo.

     Che dire… che il Casatiello sia con voi!

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