Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, nasce ufficialmente il Distretto

Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, nasce ufficialmente il Distretto

Nasce in Emilia Romagna il “Distretto dell’aceto balsamico tradizionale di Modena”, promosso dal Consorzio di tutela dell’aceto balsamico tradizionale di Modena Dop e riconosciuto dalla Regione.

Il nuovo distretto – che riunisce 183 acetaie, tra le quali ci sono 55 viticoltori e 47 aziende agricole – si aggiunge a quelli già riconosciuti dalla Regione.

“La costituzione del Distretto dell’aceto balsamico tradizionale di Modena è un ulteriore passaggio di valorizzazione delle nostre DOP e IGP: siamo il cuore agroalimentare del Paese e come Regione continuiamo a lavorare a fianco dei Consorzi e delle imprese per tutelare i nostri prodotti, valorizzarne la qualità e promuoverli sui mercati internazionali. Per questo, alla lista dei ‘distretti del cibo’ già riconosciuti dalla Regione Emilia-Romagna abbiamo voluto aggiungere quello dell’Aceto balsamico tradizionale di Modena, uno strumento di politica economica finalizzato a organizzare, sostenere, salvaguardare i sistemi produttivi agricoli e agroalimentari del territorio modenese”.

Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, esprime soddisfazione per la creazione del Distretto dell’aceto balsamico tradizionale di Modena.

I distretti già riconosciuti dalla Regione sono quelli dei “Salumi Dop Piacentini”, “Romagna distretto bio simbiotico”, “del Prosciutto di Modena Dop”, “dell’Aceto balsamico di Modena” e “della Pera dell’Emilia-Romagna”.

“Un ringraziamento al Consorzio di tutela dell’aceto balsamico tradizionale di Modena Dop che ha promosso il distretto e che riunisce 183 acetaie, tra le quali sono ricompresi 55 viticoltori e 47 aziende agricole- aggiunge Mammi-. Il Distretto rappresenta un ulteriore strumento per valorizzare e sostenere le produzioni di qualità e promuovere lo sviluppo delle comunità delle aree rurali, la cui identità storica e culturale diventa un tratto distintivo e un elemento in cui si fondono il prodotto, il territorio e la sua cultura.”

 

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