AI in cucina. Una critica e un grido di giubilo
- Giustino Catalano
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AI in cucina. Una critica e un grido di giubilo.
Se non avessimo accolto il progresso con entusiasmo oggi staremmo a mandarci i messaggi con segnali di fumo anziché WhatsApp o a curarci con attorno uno sciamano che brucia erbe e recita strane formule sussurrandole.
Il progresso è il futuro e, in quanto tale, spaventa per le incognite che porta con sé.
Ma c’è da dire che con il tempo siamo diventati particolarmente bravi a intravedere qualcosa in questo futuro, sviluppando una buona capacità nell’intercettare quelli che sono gli scenari futuri (gli stategic foresight che si adoperano nel marketing).
AI (alla lettera Artificial Intelligence – Intelligenza Artificiale) è figlia di genialità e di necessità.
Nessuno meglio di un Cuoco può comprenderne la portata.
Si pensi ai modernissimi forni con ripiani che cuociono in contemporanea carni, dolci, verdure e timballi, totalmente gestiti a distanza tramite APP dedicata sul cellulare, definiti da alcuni “il secondo cuoco di cucina”.
Questi ultimi sono figli di una continua difficoltà a reperire personale.
La crisi di “vocazione” ed uno “star system” eccessivamente pompato ha creato un corto circuito nel settore. Sono mancati camerieri, chef, aiuto cuochi, pizzaioli, fornai ecc.
A fronte di questo sono saltati fuori forni che cuociono senza fornaio, forni che valgono un aiuto cuoco, stendi pizza, robottini porta piatti. Insomma è accaduto quanto era accaduto nella Fiat negli anni 70 dello scorso secolo allorquando, insistendo scioperi sistematici sulle linee di assemblaggio, l’azienda torinese meccanizzò varie linee investendo grandi somme, per poi tagliare centinaia di posti ormai inutili.
La crisi di cucina ha creato questo e presto saremo altamente “meccanizzati” nel settore ristorativo. Il fattore umano sarà di regia.
Ma ben venga!
Con la crisi di vocazione si era persa anche la dignità della parola data. “Andava anche qui automatizzata la linea”!
Ma torniamo ad AI.
L’idea nasce dalla necessità di un intervento altamente professionalizzato per semplificare operazioni molto complesse.
Nella mia Azienda sono circa 3 anni che lo adoperiamo per individuare le “stringhe” di codice di programma che danno errore in un sistema operativo. Operazione che AI svolge in ore e di contro, con intervento umano, richiederebbe mesi di lavoro.
Certo riduce sensibilmente il numero di operatori ma accelera anche i tempi di lavoro e la soluzione dei problemi.
Tra i tanti, Open AI (azienda leader nel campo dell’Intelligenza Artificiale fondata da Elon Musk – creatore della Tesla – e Sam Altman) a dicembre del 2023 ha lanciato ChatGPT uno sviluppo di Open AI capace di generare contenuti originali, nuovi, sulla base di informazioni apprese.
Ma il punto è che ha anche se ha informazioni sino al 2021 “auto-apprende” dal suo stesso uso.
Per tornare al suo utilizzo in cucina potremmo dire che a ChatGPT si possono chiedere abbinamenti, ricette, procedure di cottura, tempi ecc.
Insomma un assistente virtuale, alcune volte perfetto ed altre assolutamente fallace perché vittima del “mare magnum” di informazioni che pullulano su internet che è la sua infinita fonte.
Così attinge sia dalla ricetta dei tortellini alla panna di Massimo Bottura che trova online che dalla signora Monroe del Maryland che nel farli ci “schiaffa sopra le sottilette al cheddar”
È utile perché accelera la “ricerca di idee” e ne può stimolare di nuove ma è fallace perché manca di un’assoluta capacità di discernimento che la mente umana ha.
Di sicuro apprenderà ma mancherà sempre del guizzo dell’estro umano.
Se dovessi vaticinare un suo valido utilizzo lo vedrei nella gestione di tempi e metodi di cucina, di organizzazione del lavoro in carenza di risorse, nella gestione di sistemi elettronici ma non per sostituire uno chef con un uomo della strada senza cognizioni di causa.
A leggere un codice penale sono capaci tutti. A capirlo solo quelli che hanno studiato per farlo.
Così in cucina l’ausilio di AI è di certo un punto di forza sul quale bisogna pensare di puntare ma non ha potenziali di sostituzione come invece in altri campi come quello dell’elettronica ad esempio.
Quindi non abbiatene paura, cacciate lo sciamano ma ricordatevi che risponde alle vostre domande e ai vostri comandi. Non viceversa.
L’immagine di copertina è generata con AI.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.