Al Metrò. La stella abruzzese alle porte del Molise

al metrò

     La storia del Ristorante al Metrò (1 stella Michelin) di San Salvo Marina, ultimo centro dell’Abruzzo alle porte del Molise, inizia quando la famiglia di Nicola Fossaceca, resident chef, decide di trasferirsi da Roma nel proprio paese di origine.

al metrò

     Qui aprono una pasticceria che è tutt’ora operante e che prende il nome al Metrò (poi divenuto anche del ristorante) in memoria di una partecipazione del papà di Nicola alla costruzione della metropolitana capitolina.

     Nicola Fossaceca, classe 1983, fresco di diploma alberghiero, viene lanciato immediatamente nell’avventura ristorativa di famiglia dove l’intraprendente fratello Antonio, oggi Maitre di sala, svolge grande operazione di convincimento verso i propri genitori.

La partenza è molto semplice e misurata sui piatti della tradizione marinaresca locale.

al metrò

     Da questo punto di partenza lo chef Fossaceca sostanzialmente non si è mai discostato, sempre vicino alla materia prima locale e con un piede ben ancorato nella tradizione che ha sempre rielaborato con intelligenza e attenzione verso il prodotto in maniera da mantenerlo inalterato e incontaminato il più possibile.

     La crescita di Nicola Fossaceca è strettamente legata ad incontri gastronomici che hanno fatto sì che lo stesso si sentisse sempre più spronato e spinto ad osare e cercare nuovi linguaggi attraverso i quali traghettare la propria cucina.

     Così l’incontro con Niko Romito prima e quelli con Moreno Cedroni e Mauro Uliassi poi hanno assunto il significato vero e proprio di “folgorazione sulla via di Damasco”, rafforzando sempre più la convinzione dello chef nelle proprie capacità.

Oggi al Metrò è un locale moderno giocato sull’essenzialità

al metrò

     Locale dove con degli spazi ampi e squadrati, delineati solo da putrelle di ferro a sezione quadrata e mezze tende si vuole dare un senso di provvisorietà e immanenza tale da non distaccare mai troppo il cliente dall’essenza della visita, ossia il cibo.

     I tavoli ampi e dall’apparenza materica e solida poggiati su un fascio disordinato di putrelle di metallo hanno come loro arredo una semplice e candida tovaglietta all’americana con un tovagliolo in tinta su tinta ed un rametto di orchidee che fa da centro tavola.

al metrò

     Il menu composto da un cartoncino chiaro ed anch’esso essenziale si basa su una carta molto lineare e due proposte menu; una di piena tradizione per non tradire i turisti e le loro aspettative da 5 portate per 50 euro e uno gourmet a mano libera, dove ci si affida allo chef e alla sua creatività quotidiana, da 8 portate per 80 euro.

     Ampia la carta dei vini con una centralità tutta abruzzese come ci si aspetta.

Tra le proposte del nostro viaggio a mano libera c’è l’immancabile benvenuto del locale.

     Quattro bocconi da mangiare tassativamente con le mani composti da un pane con gambero e salsa rosa, tocchetto di patata e mousse, cialda di polenta e baccalà e arancino con ventricina.

al metrò

     Ad accompagnare una bolla a base di Riesiling Dr Loosen che poi sarà sostituita da un bianco, di base quasi certamente Trebbiano, di Valentini tenuto in damigiana un anno (scelta coraggiosa ma basata su una certezza, ossia quella di servire un ottimo vino, sebbene privo di etichetta).

     Arriva il pane di farro, focaccia di semola rimacinata e grissini di Solina.

     Si parte con un gran piatto, elegante, fresco e dal gusto deciso. La definizione netta dei gusti sarà il leit motiv di tutto il pasto.

     Battuto di scampi con gelato di ricci di mare. Ottimo.

al metrò

     A seguire Ricciola scottata con ravanelli e aceto (probabilmente lo stesso che sarà adoperato per la scapece espresso e quindi addizionato sicuramente con un po’ di miele). Buona. Decisamente interessante la consistenza del pesce.

Arriva la triglia scapece espressa che a detta di molti è uno dei piatti simbolo del locale.

     La triglia totalmente spinata è ricomposta e fritta in una croccantissima tempura. Il contrasto tra il dolce della triglia e l’aceto mitigato dal miele è a dir poco emozionante.

al metrò

     Ancora un antipasto davvero pregevole. Gamberoni e rape. Eccellente abbinamento giocato sull’amaro e il suo contrasto con il dolce. Semplice ed efficace.

     E’ la volta del primo. Risotto con fagiolini e calamari. Buono, anche se il risotto risultava con una mantecatura più di scuola meridionale e va detto che io sui risotti sono difficoltoso.

al metrò

     A seguire Ravioli ripieni di seppia liquida con spinaci. Mi è sfuggita la foto ma posso garantire che il suggerimento di mangiarli in un sol boccone è esatto e utile a non perdere l’esplosione di gusto che si genera nello schiacciare i bottoni di pasta fresca ripieni. Molto buono.

     Rombo, Foie gras e spinaci. Gioco di grassezze perfetto, pulito dagli spinaci con un foie gras appena scottato e quasi liquido ancora. Piatto decisamente interessante.

     Per finire il dolce: Piña colada. Crumble di cocco con gelato all’ananas e biscotto. Buono e freschissimo.

al metrò

     Una cucina decisamente molto ferma nel territorio e legata ad una buona stagionalità giocata talvolta con delle sperimentazioni e su contrasti che ci piacerebbe di vedere spinti ancor di più verso estremi che siamo certi lo chef Fossaceca è in grado di esprimere.

Ristorante al Metrò
Via Magellano, 35, 66050
San Salvo Marina (CH)
Tel. 0873 803428

Aperto a pranzo e a cena.
Chiusura Lunedì tutto il giorno e il martedi a pranzo.

al metrò

Inizia a digitare per vedere i post che stai cercando.