Alchemist: il ristorante da 50 portate e 2 stelle Michelin che trasforma la cena in un viaggio sensoriale
Introduzione:
Nel cuore di Copenaghen, sorge un ristorante che sfida le convenzioni della gastronomia tradizionale. Alchemist non è solo un luogo dove si mangia, ma un’esperienza sensoriale che fonde cucina, arte, scienza e teatro.
Guidato dallo chef danese Rasmus Munk, recentemente nominato per il secondo anno consecutivo, Miglior chef al mondo ai The Best Chef Awards 2025, questo ristorante ha conquistato il mondo della ristorazione con il suo approccio innovativo e provocatorio.
Storia e Visione dello Chef
Rasmus Munk è nato nel 1991 a Randers, Danimarca.
Ha iniziato la sua carriera culinaria in giovane età e dopo numerose esperienze in giro per il mondo, ha aperto il primo Alchemist nel 2015.
Oltre alla sua attività ristorativa, Munk ha fondato nel 2023 il centro di innovazione alimentare Spora, che sviluppa nuove tecnologie e ingredienti alimentari, con un focus particolare sulla riduzione degli sprechi alimentari e l’uso di proteine alternative per la lotta contro la fame nel mondo.
Durante la pandemia ha dato vita al progetto Junk food con il quale vengono distribuiti, ogni giorno, pasti d’ eccellenza per i senza tetto ed i più demuniti.

La nascita di Alchemist:
Nel 2015, Rasmus Munk aprì il primo Alchemist in un ex bistrò di Copenaghen, con soli 15 coperti.
Il ristorante presentava un menù degustazione di 45 portate, ognuna accompagnata da un’esperienza sensoriale unica.
Uno dei piatti più emblematici di quel periodo fu la Tartare di cuore d’agnello, servito con una sacca per trasfusione e una card per la donazione di organi, che portò a 1.500 nuove iscrizioni come donatori.
Nel 2019, grazie alla collaborazione con l’imprenditore Lars Seier Christensen, Alchemist si trasferì in un ex sito industriale a Refshaleøen, ampliando lo spazio a 2.200 m² e introducendo nuove tecnologie per migliorare l’esperienza culinaria.

L’esperienza culinaria: oltre la cena
La filosofia di Munk, chiamata “Holistic Cuisine“, mira a trasformare il pasto in un’esperienza sensoriale completa.
Una visita ad Alchemist è molto più di una semplice cena; è un viaggio attraverso “atti” scenografici che combinano cibo, arte visiva, suono e performance.
I commensali sono accolti in una sala a cupola che ricorda un planetario, dove ogni piatto, chiamato “impressione”, è accompagnato da installazioni audiovisive che raccontano storie, suscitando emozioni e riflessioni, con messaggi ben precisi, spesso trattando temi sociali e ambientali.
Il Menù Degustazione:
Il menù degustazione di Alchemist è composto da circa 50 portate che combinano piatti commestibili con esperienze sensoriali non alimentari.
Credo che la dicitura “impressioni” non sia un caso. In effetti, quando il piatto arriva in tavola, bisogna essere preparati ed avere, “visivamente”, un’ eccellente stomaco; definirei lo chef Munch un “geniale” pazzo visionario dal cuore tenero.
Ecco alcuni esempi di impressioni che mi hanno maggiormente colpita.

“1984“:
La pupilla dell’occhio è una riproduzione dell’occhio dello chef. Il ripieno segue una stagionalità. Nella foto è ripiena di funghi chanterelle svedesi, mais dolce danese e aragosta, completata da Caviale di Osietra e brodo fatto con occhi di baccalà.

“Fame”:
Lonza di coniglio conciata con harissa, servita su una carcassa è un tentativo di mostrare il paradosso che c’è tra l’enorme spreco alimentare e più di 600 milioni di persone che muoiono di fame nel mondo.

“Tongue”:
Il piatto consiste in una replica di lingua umana in silicone, molto realistico, che funge da supporto, in cui il cliente può leccare un topping che varia in base alla stagionalità e ispirazione creativa.
L’idea è nata quando lo chef Munch apprese che un amico era affetto da un cancro alla lingua.
Oltre a sensibilizzare, il piatto è diventato un modo per indagare sui nostri sentimenti di disgusto e piacere di fronte a qualcosa di delizioso in un formato provocante.

“Life line”:
La goccia è fatta di gelato dove il sangue di maiale sostituisce le uova e funge da emulsionante.
È ripiena di marmellata di mirtilli selvatici e una ganache fatta di sangue di maiale, garum di cervo e olio di ginepro.
Con questa impressione, lo chef spera di ispirare i commensali a diventare donatori di sangue e salvare vite.

“Plastic fantastic”:
E’ realizzato con brodo di scarti di merluzzo disidratato per somigliare alla plastica.
Durante questa degustazione sì è circondati da immagini sottomarine in cui regnano cumuli di plastica o che galleggiano disturbando la vita dei pesci.
È perfettamente chiaro che l’operato di Munk non si propone di dare delle risposte, limitandosi a metterti in testa una marea di domande colpendo, in modo brillante, lo stomaco.
✓ Ci sono solo 5 o 6 posti al mondo che possono fare quello che Rasmus sta facendo qui. È stato uno dei pasti più memorabili che abbia mai mangiato negli ultimi dieci anni.
Chef Ferran Adria’
Le sale del ristorante
Alchemist si sviluppa su più ambienti tematici, ciascuno progettato per offrire un’esperienza sensoriale unica.
Il cuore pulsante è una sala principale a forma di cupola planetaria, dove i commensali si siedono attorno a un bancone circolare mentre proiezioni artistiche e scenografie immersive accompagnano il pasto.
Oltre alla sala principale, il ristorante include diverse sale, ognuna con un tema e un’atmosfera distinti, che contribuiscono a creare un percorso emozionale e di riflessione durante la cena.
Il fine pasto è geniale e ludico.
Dopo tanta riflessione sulla vita che ci circonda sì ritorna un po’ bambini: una vostra foto realizzata in cioccolato da poter gustare con un biscotto oppure un pennello con barattolo pieno di tempera dolce con la possibilità di lasciare la propria firma sul muro della sala preposta mangiando, allo stesso tempo, la crema.
Figo.
Il team di sala
Il team di sala di Alchemist è composto da circa 25 persone, provenienti da almeno 12 nazionalità diverse.
La lingua di lavoro principale è l’inglese, con un uso limitato del danese.
Il servizio si basa su un modello di “ospitalità invisibile“, dove la gerarchia è minimizzata e il personale indossa uniformi standardizzate, con il personale di cucina distinto da grembiuli.
Nel 2025, il ristorante, oltre alla riconferma delle 2 Stelle, ha ottenuto un riconoscimento dalla Guida Michelin per il Miglior servizio di sala ed è classificato al 5° posto nella lista dei World’s 50 Best Restaurants .

La brigata di cucina
La brigata di cucina di Alchemist è composta da circa 100 persone, tra cui chef, tecnici, designer e specialisti in vari campi.
Il team include anche esperti in effetti visivi, ingegneri del suono, animatori, designer industriali e scrittori, che collaborano per creare un’esperienza culinaria unica e multisensoriale.
Il servizio
Alchemist è aperto 4 giorni a settimana, da martedì a venerdì, e solo quando lo chef Rasmus Munk è presente.
Il servizio si svolge durante la serata, con orari di arrivo dei commensali tra le 18:00 e le 21:30.
Ogni servizio dura tra le 6 e le 7 ore.
Le prenotazioni possono essere effettuate solo tramite il sito ufficiale del ristorante, dove è possibile prenotare per gruppi di 2, 4 o 6 persone.
È richiesto un acconto non rimborsabile del 2,5% sul totale al momento della prenotazione.
Causa l’elevata richiesta, è consigliabile prenotare con largo anticipo.

Il beverage
Alchemist offre una selezione di bevande che include:
Vini pregiati: con una cantina che ospita circa 10.000 bottiglie.
Cocktail creativi: preparati con ingredienti innovativi e presentati in modo teatrale.
Bevande non alcoliche: il tè è la base di gran parte del lavoro fatto con le bevande “home made” spesso integrate nell’esperienza sensoriale complessiva.
Famosi il Kefir d’acqua Rooibos e mango con tè pregiato proveniente dal Sud Africa ed il Liquore di pinoli fatto in casa, con i cui scarti si confezionano biscotti per il personale.
Dal direttore di sala, Likke Metzger, ai camerieri, tutti hanno ottenuto con successo il diploma di Sommelier del tè, capaci di offrire un servizio di cerimonia del tè dopo cena utilizzando varietà cinesi e giapponesi di alta qualità.

Prezzi del menù
La cena ha un costo che riflette l’esclusività e la complessità dell’offerta.
Il Menù degustazione principale 700€ a persona.
Abbinamenti di vini: a seconda della selezione il costo può variare dai 240€ ai 1140€ a persona
Menù “Sommelier Table“: un’esperienza premium che include champagne di prestigio, abbinamenti esclusivi, caffè o tè con cerimoniale e un digestivo, al costo di circa 2.300 € a persona.
Conclusione
Alchemist rappresenta l’avanguardia della gastronomia moderna, dove ogni piatto è un’opera d’arte e ogni cena è un’esperienza trasformativa.
La visione di Rasmus Munk può piacere o meno ma bisogna riconoscere che la sua genialità ed il suo talento non sono semplici giocattoli per ricchi portafogli ma una profonda riflessione sull’errato comportamento dell’uomo sulla terra.
Cercare di trasformare l’anidride carbonica in proteina vegetale, nell’ intento di trovare una soluzione per la fame nel mondo oppure servire pasti “stellati” per i più demuniti, non è da tutti e rivela l’anima nobile di un grande uomo.
Chapeau.
Alchemist
Refshalevej 173C
1432 Copenaghen, Danimarca


