Alla ricerca del sedano perduto

sedano nero di Trevi

     Questa ricetta di oggi sarà improntata su un ortaggio troppo spesso relegato in cucina ad un utilizzo di base di brodi vegetali, dadi naturali e non come una materia di primaria importanza.

     Nel mio infimo, ho cercato di valorizzarlo con questa ricetta trasmessami da una signora del posto adeguandola alla mia fantasia.

Sto parlando del Sedano nero di Trevi.

sedano nero di Trevi
Un ortaggio che non è di facile reperibilità in quanto solo in questo periodo e per un limitatissimo tratto di tempo è possibile acquistarlo. Ma ancor di più difficile è stato trovare chi, nel paese, potesse darmi delle indicazioni. Infatti bisogna munirsi di tutta la pazienza possibile, andare sul posto e cercare di beccare l’indicazione giusta.

     Appena giunto nella piazza del paese entro in una macelleria cui una signora, precedentemente sulla piazza, mi aveva indirizzato. Chiedo ai clienti se mi sappiano dire il luogo per recuperare questo famoso sedano e dopo aver girato in tutti i negozi e supermercati presenti nella piazza e nei vicoli adiacenti, un signore, che aveva ascoltato tutto, ma in preda ad un’omertà quasi mafiosa, attende il mio sconsolato ritorno nel luogo di partenza, mi ferma sussurrandomi, come se mi stesse rivelando il mistero della morte di Raspuntin e mi dice che bisogna recarsi a Borgo Trevi che è una frazione del paese sita nella vallata, dove c’è un microclima adatto e molto ben delimitato per la coltivazione di questi ortaggi.

Così mi avventuro per questa frazione alla ricerca di autoctoni a cui poter chiedere l’indirizzo per reperire il prezioso ingrediente.

sedano nero di Trevi

     Con fare ispettivo indago e chiedo informazioni a questo o a quello, ma dopo 6 persone intervistate, di cui 2 serbo-croate, 1 rumena, 1 slava, 1 ucraina e 1 di etnia dubbia, comincio a pensare di essermi allontanato troppo da Trevi e di aver sconfinato, magari invadendo la non tanto vicina Asia.

     Quando sto per perdere le ultime speranze che riponevo, mi passa accanto un vecchietto che, fumando la sua sigaretta, oramai ridotta a un misero cilindro cartaceo di un paio di centimetri filtro compreso, parla da solo. Comprendo dai suoni che il linguaggio che utilizza è vagamente somigliante al mio idioma, quindi mi faccio coraggio e chiedo dove poter acquistare questa oramai primula rossa che è il sedano nero di Trevi. Formulata la domanda, mi guarda mentre la nuvola di fumo, l’ultima credo della sua sigaretta, lo avvolge, mi sorride esponendo alla mia vista una dentatura a puzzle che mi ricordava vagamente il Tetris e mi risponde: “Non lo so”.

sedano nero di Trevi

     A questo punto il sottoscritto ha dei visibili cedimenti, il sistema nervoso simpatico riesce ad essere antipaticissimo e soprattutto incazzatissimo, le mani si stringono in pugni e dopo aver evitato di prendere a testate l’auto che doveva ancora servirmi per ritornare, apro la portiera e sbuffando mi allontano.

     Mi immergo nei miei pensieri e comincio a credere che magari non mi vogliono dire dove sia possibile acquistarlo in quanto sarà coperto da qualche segreto industriale o qualche multinazionale avrà acquistato tutta la produzione della zona… sì…sarà sicuramente così, altrimenti non si spiega.

Ad un tratto intravedo un altro essere umano e ripongo in lui le mie speranze.

     Mi avvicino e il tipo di chiara etnia afro-asiatica, mi indica perfettamente, che manco un satellite della Nasa riuscirebbe ad essere più preciso, dove andare e poter acquistare il sedano. Quasi con gli occhi lucidi, ma forse lo erano per davvero, lo ringrazio e mi allontano verso l’indicazione e noto, dallo specchietto retrovisore, che il signore mi sta guardando ancora e forse non si capacita di cotanto entusiasmo.

sedano nero di Trevi

     Proseguo verso il capannone agricolo indicatomi e dopo aver parcheggiato mi avvicino alle porte che sono aperte e noto immediatamente molte cassette piene di sedano. “Finalmente!” esclamo tra me e me e visto che non c’è nessuno nei paraggi, provo a chiamare come vedo fare nei film. Al mio decimo “c’è nessuno?” ululato con un filo di voce, si presenta una signora minuta proveniente direttamente dai terreni coltivati limitrofi e che esordisce con un…

“Cosa vuola?”

     Il riflesso del sole che batte sul suo dente di metallo prezioso, mi annebbia un attimo la vista ma non mi fa perdere il contatto con la realtà, anche perché sono dotato di occhiali da sole. “Cosa vuola?” insiste la signora che è ignara del mio sesto senso innato, del mio intuito o molto di più, della mia oramai consolidata abitudine a incontrare persone non native del borgo e non cado nel tranello della meraviglia tesomi. Infatti non ci faccio più caso e con nonchalance formulo la mia richiesta di acquistare questo benedetto sedano.

     Dopo una trattativa molto intensa, al suono di “no posso dare a questo prezzo” e di “cosa tu stare facento? Metti a terra questa zappa! No buono uccidere persona”, dove scomodo persino Keynes e Stiglitz, riesco a portar via ben 5 gambi.

     Vista la fatica che mi è costata riuscire a sapere questo luogo di spaccio del sedano e di tutta la trattativa che ne è seguita, lo metto in auto e lo copro con un vecchio plaid facendo assumere al fagotto una forma umana così da farla sembrare un cadavere, perché, penso, se si accorgono che trasporto un morto, mi faranno passare ed avrò più possibilità di fuggire via con il prezioso ortaggio. Infatti con fare circospetto e allo stesso tempo sicuro di sé, mi incammino verso l’uscita del paese e una volta guadagnata la superstrada che passa là vicino, rischio il tutto per tutto e mi involo sui trecento km orari sghignazzando come se avessi rubato La Gioconda al Louvre.

Iniziamo!

sedano nero di Trevi

     Una volta giunto nel bunker fatto appositamente costruire per cucinare questo sedano che ho abilmente estradato dal suo habitat e dalle grinfie delle multinazionali, lo si lava e gli si toglie qualche filo che potrebbe risultare legnoso, ma sappiate che questa qualità di sedano è molto diversa da quella che comunemente trovate al mercato in quanto più tenero e più profumato e soprattutto quasi privo di fili.

     Dopo averlo liberato delle foglie verdi e dei gambi all’estremità (che io conservo e con del pecorino romano, pinoli, aglio e olio della zona, mi avventuro in un pesto che ha un sapore incredibile e di una digeribilità fantastica), lo si lessa.

     Quando freddo, lo imbottisco tra i gambi con della salsiccia privata del budello (la quantità dipende dalla grandezza del sedano. Per questa ricetta, visto che il sedano nero di Trevi è grande rispetto a quelli normali, ho utilizzato 5 salsicce) che avremo precedentemente assemblato assieme a due mozzarelle, un paio d’uova, del pane sbriciolato e se si vuole, di tutto quello che trovate in frigo, anche scaduto o che non si è voluto dare al gatto perché ultimamente si sta comportando da stronzetto ed allora è meglio che “trippa schiatti che piatto resti” (anche perché se lo fate, ve lo magnate voi. A me poco me ne cala se poi la notte la passate in tazza).

Versione “light ma non troppo”

sedano nero di Trevi

     Sappiate che nella versione originale, trafugata da quella ridente zona, questo composto di sedano imbottito viene impastellato e fritto. Nella mia versione “light ma non troppo”, vuoi per i trigliceridi che avete alti, vuoi per il colesterolo che vi sta oramai otturando anche i follicoli piliferi, vuoi per il reflusso gastroesofageo che oramai vi viene a trovare un giorno sì e l’altro pure, ho preferito avvolgerlo con l’impasto sopra descritto e buttarlo, dopo averlo coperto con dei pelati macinati e resi cremosi, direttamente nel forno precedentemente acceso, per vedere che cacchio accadeva.

     Dopo circa un’ora e mezza a 200° se non si sarà bruciato tutto con l’immensa soddisfazione del vostro gatto che finalmente avrà avuto la sua rivincita, potrete gustare il famoso sedano nero di Trevi presidio Slow Food nella versione di Giancarlo Aquino.

     Diciamo che il risultato è veramente degno di nota e posso dirvi tranquillamente che una volta mangiato, non vi risulterà per nulla pesante e potrete anche immediatamente dopo aver finito, riuscire addirittura ad alzarvi da tavola e raggiungere il giaciglio per decretarvi la paralisi totale del corpo per un lungo intermezzo sonnifero, da soli!!!!

Sì, signori e signore!

     Vi garantisco che riuscirete ad alzarvi da soli, senza l’aiuto della badante e da soli punterete dritto al letto dove vi lascerete andare come se colpiti da una mazza da baseball in nuca. Mi raccomando di resistere e di non lasciarvi andare prima al collasso, altrimenti potreste rischiare di sgranarvi i denti e le gengive contro qualche mobile, e non è giusto far godere in un giorno cosi, oltre al gatto, anche il vostro dentista.

E ricordate: non fidatevi mai di un cuoco magro.

P.S.: per questo racconto non sono stati importunati il quantitativo di stranieri descritto (due soltanto), nessun gatto è stato privato del suo cibo quotidiano, gli abitanti di Trevi e di Borgo Trevi sono di una gentilezza squisita, non c’è nessuna multinazionale (per fortuna) interessata all’ottimo sedano di Trevi che è possibile reperire nel periodo ottobre-novembre in ogni negozio di frutta e verdura, non ho viaggiato a 300 all’ora e quindi non ho contravvenuto a nessuna norma del codice della strada (anche perché la mia auto non arriva a 300 all’ora).

Giancarlo Aquino
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