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About Angelo D'Amico

I miei primi anni di infanzia sono stati accompagnati dagli odori del lievito del pane che mia madre e mia nonna cuocevano a scadenza quindicinale e dal profumo del ragù che ogni domenica cuoceva lentamente in cucina e che saliva al piano notte. Questi profumi mi avvicinavano sempre di più a mia madre. All’inizio quasi per gioco, quando lavorava la sfoglia per la pasta fatta in casa, cercavo di aiutarla sporcandomi le mani nella farina e nell’impasto fresco, poi con gli anni, appena tredicenne, mi azzardavo a stendere con lei la sfoglia con il mio mattarello e partecipavo al taglio finale delle tagliatelle. Erano i momenti in cui io e lei, intorno al tavolo da cucina, preparavamo il piatto della domenica e allo stesso tempo apprendevo l’importanza delle cose genuine fatte con le proprie mani. Mio padre, appassionato assaggiatore della buona cucina casereccia locale e produttore di buon vino e olio extravergine di oliva, amava ed ama ancora oggi degustare quei piatti gustosi carichi di ragù fatti con le nostre mani e con i pomodori prodotti dal nostro appezzamento di terreno. Lui ci lasciava fare. Non si intrometteva. Ricordo ancora con piacere che grazie a mio padre ho avuto la fortuna di scegliere questa strada. Infatti, quando andai ad iscrivermi all’Istituto Alberghiero, con le incertezze di un adolescente, pensai di scegliere il settore sala e lui invece, ricordandomi della mia vera passione e della sua bella esperienza di cuciniere fatta durante il servizio militare che ricordava ancora con grande gioia, mi indirizzò per il settore cucina. Quindi ho conseguito la qualifica di Cuoco e Pasticciere presso l’Istituto Alberghiero di Benevento come capo partita. Pian piano mi appassionavo sempre di più alla cucina mettendo anche spesso da parte la mia vita personale. Appena quattordicenne, già lavoravo in un albergo in cucina facendo molta “gavetta”. Ho lasciato quindi la mia famiglia e sono partito per apprendere, sul campo, la difficile “arte della cucina”, trasferendomi prima a Roma all’Eden con Enrico Derflinger per circa due anni, poi a Palazzo Sasso di Ravello con Antonio Genovese per tre anni, quindi al Cracco Peck a Milano, poi un anno ad Oxford a Le Menoir di Raymond Blanc per poi lavorare per ben sei anni a Labico nel ristorante di Antonello Colonna con cui ho fatto esperienze importanti di catering, eventi di alto livello a incominciare dagli internazionali di Tennis. Oggi la sintesi della mia cucina si ritrova nella LOCANDA RADICI a Melizzano (BN) - www.locandaradici.it