Cavedagna: “Servono garanzie e tutela sulle produzioni italiane”
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Cavedagna: “Servono garanzie e tutela sulle produzioni italiane”
L’eurodeputato Stefano Cavedagna del gruppo ECR-FDI, vicepresidente dell’European Food Forum, si è espresso in seguito alla Flash Action davanti alla sede di Strasburgo del Parlamento UE.
“Condividiamo i forti dubbi degli agricoltori sull’accordo commerciale Mercosur che rischia, se non rivisto, di penalizzare filiere strategiche del sistema agroalimentare italiano aprendo le porte in maniera indiscriminata alle importazioni a basso costo di prodotti da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, dove non sono rispettati i requisiti di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale che vengono invece chiesti ai produttori italiani ed europei” ha affermato Cavedagna.
“Chiediamo garanzie sulla reciprocità degli obblighi da rispettare, sulla qualità dei prodotti che finirebbero sulle tavole dei consumatori italiani ed europei – ha aggiunto l’eurodeputato di ECR-FDI -.
Troppe volte l’UE non ha difeso chi produce e chi lavora la terra.
Non possiamo più accettare che si smantellino intere filiere produttive strategiche per il nostro Paese, facendo spazio ad importazioni incontrollate che finirebbero per creare concorrenza sleale alle nostre imprese agricole senza assicurare sufficienti standard di sicurezza alimentare ai nostri cittadini”.
“Non siamo aprioristicamente contrari ai trattati commerciali, siamo contrari all’attuale formulazione, che porterebbe più danni che benefici – ha sottolineato Cavedagna -.
Chiediamo siano inserite sufficienti garanzie per il mondo agricolo, dalla protezione dei prodotti con Indicazione Geografica (IG) ad un sistema di quote e clausole di salvaguardia bilaterale.
Fino a un fondo di compensazione per gli agricoltori europei, richiesta questa che sta trovando aperture nella Commissione UE visto l’annuncio dei giorni scorsi di un fondo da 1 miliardo di euro.
Chiederemo però di fare di più, di prevedere ulteriori garanzie e risorse per il settore primario al quale l’Europa non può continuare a mettere i bastoni tra le ruote con accordi capestro per una parte significativa del suo sistema produttivo.
Siamo pronti ad intervenire per migliorare sensibilmente il testo di questo accordo perché così com’è non può essere accettato”.