EmergenteChef 2026: il sogno stellato di Daniele Antonaci tra tradizione e innovazione
Occhi grandi, testa piena di capelli e sicuro di sé: è così che si presenta Daniele Antonaci, chef de partie di Apreda al ristorante Idylio di Roma, proclamato finalista per il Premio EmergenteChef 2026.
Il concorso, ideato da Luigi Cremona e Lorenza Vitali, ed ormai giunto alla sua 20 edizione ha visto come protagonisti una trentina giovanissimi chef che hanno gareggiato per le selezioni delle aree Nord e Centro-Sud. Gli otto finalisti selezionati si sfideranno la prossima primavera per il titolo di vincitore.
Daniele Antonaci, classe 2001, dopo alcune esperienze nel settore della ristorazione, è approdato al ristorante stellato Idylio, dove l’incontro con lo chef Apreda gli ha aperto nuovi orizzonti gastronomici grazie ad un approccio innovativo alla cucina che si basa su studio e sperimentazione quotidiana.
Nel corso della gara ha presentato due ricette, una a base di pesce e l’altra di carne, come previsto dal regolamento della competizione.
I piatti presentati in gara
Vitello alla pizzaiola
Carpaccio di girello di vitello, marinato nello shio koji, laccato a caldo con una glassa alla pizzaiola e spolverato con una polvere ricavata dallo scarto di lavorazione del fondo alla pizzaiola, cipollotto cotto alla brace e condito con olio al cipollotto, fondo alla pizzaiola.
Completa il piatto un pomodoro “San Marzano” pelato leggermente scannellato e condito con olio all’aglio e olio al peperoncino, origano e basilico.
Turcineddhru di Ricciola
Filetto di ricciola avvolto da frutti di mare (cozze, gamberi, seppia lavorati singolarmente) e poi racchiuso da una rete di maiale, scottata e glassata con il suo fondo, pesto di limoni maturati sotto sale e zucchero, erbette amare ed acide.
Come “side” una frisellina di semola integrale, cereali e semi di coriandolo con tartare di ricciola, tartufo e senape.
I due piatti hanno conquistato la giuria mettendo in luce non solo il talento, ma anche il profondo legame con il territorio d’origine di Daniele, che è riuscito a fondere la cultura gastronomica delle sue origini con le tecniche di cucina contemporanea più innovative.
Sapori di casa e tecniche orientali
L’omaggio alla Puglia è infatti sia nel nome della ricetta, che evidentemente richiama la tradizione contadina salentina, che nei sapori legati alla cucina della mamma di Daniele scolpiti nella sua memoria come una petite madeleine.
Sono invece da attribuirsi alla pratica nella cucina di Apreda l’uso di tecniche giapponesi e le delicate contaminazioni orientali, tanto care allo chef stellato.
Daniele sogna di viaggiare e scoprire le culture gastronomiche del mondo. Sotto l’influenza del suo mentore Apreda, apprezza e guarda alla cultura culinaria e alle tecniche di altri paesi per poter ripensare ed innovare la cucina tradizionale italiana.
Bello vedere la sua voglia di emergere, sentire la passione con cui descrive i suoi piatti e comprendere come abbia ben chiara la direzione che vuole dare al suo futuro.
Adesso non resta che aspettare la finale di Emergente Chef 2026 in primavera per scoprire chi, tra i giovani talenti, sarà proclamato vincitore della prossima edizione del Premio.
