Cresce il team editoriale dell’insegna più autorevole dell’enogastronomia italiana
Si consolida la crescita di Gambero Rosso: dopo l’ingresso a maggio del nuovo direttore Marco Mensurati, nel team della piattaforma editoriale più prestigiosa dell’enogastronomia italiana entra un’altra storica firma, quella di Enzo Vizzari.
“Questo nuovo ingresso ci riempie di orgoglio” commenta Marco Mensurati, Direttore del Gambero Rosso. “Enzo è senza dubbio il più autorevole dei giornalisti del settore. La sua cura nella scrittura e la sua laicità nell’approccio alle complessità di questo mondo così variegato hanno ispirato intere generazioni di cronisti e critici. Con lui la nostra squadra compie un ulteriore salto di qualità”.
Vizzari è uno dei padri cultura gastronomica italiana e uno dei massimi ispiratori del ruolo che la diffusione che la cultura della buona tavola ha avuto in Italia.
Nato a Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, una laurea in Giurisprudenza, Vizzari ha dedicato la carriera alle sue grandi passioni: la scrittura e il mangiare e bere bene. Inizia a lavorare come addetto stampa e poi capo dell’ufficio stampa alla Pirelli; passa quindi a Confindustria Brescia e inizia a pubblicare recensioni di ristoranti prima sul BresciaOggi e poi sul Giornale di Brescia, sempre con lo pseudonimo Aldo Corte (nome del padre, cognome della madre). Dal 1996 al 2001 ha una rubrica settimanale sul Corriere della sera. Tutto questo mentre è direttore di Confindustria Biella, dal 1989 al 2001; incarico che lascia quando assume la direzione delle Guide dell’Espresso, per le quali ha iniziato a scrivere nel 1983 su invito del fondatore Federico Umberto d’Amato. Chiude con le Guide nella primavera del 2022, poche settimane prima dell’ingresso del nuovo editore.
Nel 2005 ha ricevuto dall’Associazione Italiana Sommelier il premio “Oscar del vino” come migliore giornalista e nel 2007 il premio alla carriera “Luigi Veronelli” come migliore giornalista enogastronomico. Nel 2017, infine, ha coronato la carriera con il prestigioso premio “La Plume d’or de la Gastronomie” destinato al miglior critico enogastronomico non francese.