Finalmente un posto dove fermarsi a pranzo nella Napoli elegante. Benvenuto Gourmeet!

Per fare una buona ristorazione occorrono pochi ma indispensabili ingredienti. E’ ormai una cosa che mi ripeto da molto tempo.
Metti un locale fresco e accogliente, con un piede nei luoghi dove si sviluppa e uno nel grunge.
Metti delle materie prime selezionate e oggettivamente di qualità. Metti una buona cantina, un bravo Chef, del personale professionale e hai un locale ben fatto.
Se poi a questo ci aggiungi delle idee e una corretta analisi del target che vuoi intercettare o che puoi intercettare allora hai fatto Bingo.
Nel cuore della Napoli “bene”, delle strade eleganti, fatte di negozi di griffe, di eleganza e bel vivere, di movida notturna era sicuramente già possibile mangiare ma mai un boccone veloce e buono, qualcosa che ci facesse sentire a casa benché non lo fossimo.
Tutto sicuramente buono ma o troppo o poco.
Gourmeet è esattamente la mediazione intelligente e di qualità a queste due soluzioni spesso antitetiche.
Un orario (momentaneo) di apertura dalle 7 alle 17 con un accesso ad un supermercato della linea top Sapori e Dintorni, un punto vendita con vetrina su strada deputato alla vendita della Bomba con la crema di Niko Romito (un tipico dolce partenopeo figlio del krapfen asburgico) con il suo staff di Romito formazione, una fornita enoteca che dal piano sottostante apre l’accesso ad un ristorante davvero elegante, sobrio e ben curato.
Questo luogo è Gourmeet. Pensato da un gruppo imprenditoriale forte del quale fa parte il grande Antonio Lucisano.
Ai fornelli della cucina che si apre a vista sulla sala una vecchia conoscenza e giovane promessa partenopea. Lo Chef Mario Loina. In sala veri professionisti capeggiati da un maitre sommelier con trascorsi pluriennali nella sala ristorante dell’Hotel Romeo.
Il menù intelligente, partenopeo, semplice e inspirato al tempo stesso.
Il giorno che ci vado in compagnia del mio amico Luciano Furia c’è anche un fuori carta. La Lardiata ma in bianco, vezzo dello chef e ricordo della mia infanzia.
La mise en place è composta da una tovaglietta marrone in carta riciclata e lo stesso pane arriva una bustina della stessa carta.
Luciano prende le calle del Pastificio dei Campi al pomodorino del piennolo e caciocavallo ed io i meccheroncelli rigati (sempre Pastificio dei Campi) con la lardiata (una salsa antica composta da lardo, prezzemolo e aglio battuti lungamente con il coltello). Molto buoni entrambi.
E’ solo una sosta per una pausa di lavoro ma del resto il locale è perfetto anche per quello.
In calce al menu una piccola legenda riporta due simboli che, a seconda delle preparazioni, indicano una preparazione rapida o che richiede più tempo (slow). Che genialata.
Semplice, diretta. Mi mordo i gomiti per non averla pensata io.
Ci ritornerò. Una volta non basta.
E poi ci devo tornare perché devo provare la bomba di Romito e andare a salutare la mia amica Laura Cosentino che è una della Romito Formazione.

Gourmeet
Via Alabardieri, 10
Napoli

di Giustino Catalano
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