Gin: dalle origini curative al mito del Gin Tonic
Quando alziamo un bicchiere di Gin Tonic, forse non ci rendiamo conto di quanta storia ci sia dietro quel drink così semplice e iconico. Prima di diventare protagonista dei cocktail bar di tutto il mondo, il gin nasce come medicina, attraversa secoli di alchimia, guerre, colonie, fino ad arrivare alle nostre serate in compagnia.
Le origini del gin: tra medicina e alchimia
Il gin affonda le sue radici nel Medioevo. Già la Scuola Medica Salernitana preparava infusi a base di ginepro, considerati rimedi per la digestione, per calmare ansia e tensioni, persino per purificare il corpo.
Dal ginepro si ricavavano vere e proprie “pozioni curative”, ed è da qui che prende vita la lunga storia di questo distillato.
La svolta arriva nel XVII secolo, in Olanda, con la nascita del genever (o jenever), un distillato di cereali aromatizzato con bacche di ginepro. Veniva bevuto come tonico medicinale e conquistò subito i soldati olandesi, tanto che gli inglesi lo ribattezzarono “Dutch Courage”, il coraggio olandese da bere prima delle battaglie.
Non ci volle molto perché il genever attraversasse la Manica e approdasse in Inghilterra, dove nel tempo venne reso più secco, deciso, adatto al gusto britannico. Così nacque il gin moderno.
Il gin come medicina
Per secoli il gin è stato associato alla cura, prima di diventare il distillato che conosciamo oggi. Veniva usato per i problemi digestivi, per i disturbi respiratori, come diuretico e persino come calmante. Non a caso, prima di diventare una bevanda da pub, il gin era venduto nelle farmacie.
Ancora oggi, quell’anima “erboristica” non si è persa: le botaniche che arricchiscono i gin moderni sono un tributo a questa vocazione originaria.
I diversi tipi di gin
Il mondo del gin non è uniforme, ma una vera mappa di stili:
- London Dry Gin: secco, pulito, senza zuccheri aggiunti. È la versione più diffusa e la base per tantissimi cocktail. Non può contenere coloranti, aromi, o altre sostanze non incluse nel disciplinare.
- Old Tom Gin: più morbido e leggermente dolce. Molto amato in epoca vittoriana, è tornato di moda per drink vintage come il Tom Collins.
- Plymouth Gin: prodotto solo a Plymouth, in Inghilterra. Ha un gusto pieno e terroso, con una sua identità precisa.
- Genever: l’antenato olandese del gin: alcol di cereali dal carattere robusto, spesso invecchiato in botte.
- Contemporary o New Western Gin: i gin moderni, dove il ginepro lascia spazio a botaniche più creative: lavanda, pepe rosa, agrumi, cetriolo, spezie ed essenze esotiche.
- Sloe Gin: ottenuta dall’infusione di prugnole selvatiche nel gin, con aggiunta di zucchero.
Ognuno racconta una sfumatura diversa del distillato, e ogni scelta può cambiare radicalmente il risultato nel bicchiere.
Come si produce il gin: focus del processo
Il punto di partenza è sempre lo stesso: un alcol neutro di cereali. Su questa base, il ginepro (nella percentuale indicata dal disciplinare) e le altre botaniche vanno a “scrivere” la propria storia.
Le tecniche di produzione principali sono due:
- Macerazione e distillazione: le botaniche vengono immerse direttamente nell’alcol e poi distillate insieme.
- Distillazione a vapore: le botaniche vengono poste in cestelli sopra l’alcol, e i vapori le attraversano, estraendo aromi in modo più delicato.
Giocando con quantità, tempi e qualità delle spezie, ogni gin acquisisce la sua firma inconfondibile.
Gin Tonic: il matrimonio perfetto
Il Gin Tonic nasce da un incontro quasi casuale, o meglio da una necessità. Nel XVIII secolo i soldati britannici di stanza in India usavano il chinino (ricavato dalla corteccia della pianta di Cinchona) per prevenire la malaria. Peccato che fosse amaro da morire.
La soluzione? Scioglierlo in acqua, addolcirlo, e carbonarlo. Così nacque l’acqua tonica. Ma non bastava: per rendere la medicina più piacevole i soldati inglesi aggiunsero la razione di gin fornita dal governo. Infine, un tocco di lime contro lo scorbuto.
Ecco fatto: era nato il Gin Tonic. Una miscela nata per necessità, diventata leggenda. Non sorprende che Winston Churchill pare abbia detto: “Il Gin Tonic ha salvato più vite e anime di inglesi di tutti i medici dell’Impero.”
Il Gin Tonic oggi
Oggi il Gin Tonic è molto più di un long drink rinfrescante: è un universo di possibilità. Gin artigianali, toniche premium, garnish creative: ogni combinazione racconta una storia nuova, con un gusto capace di sorprendere.
È un cocktail semplice da preparare, ma con regole precise che fanno la differenza.
Ricetta base del Gin Tonic
Quella che segue è la ricetta base convenzionale, considerata il punto di partenza della ricetta perfetta del Gin Tonic, da cui poi ciascuno può personalizzare proporzioni e garnish secondo il proprio gusto.
- 50 ml di gin (sceglietelo in base al gusto: secco, floreale, speziato);
- 100 ml di acqua tonica ben fredda;
- ghiaccio grande e compatto, fino a riempire il bicchiere (non deve mai galleggiare);
- 1 scorza di lime o limone, se non va in collisione con le botaniche del gin scelto.
Procedimento
Prendete un tumbler alto da 350 ml, già raffreddato in precedenza nel congelatore o con del ghiaccio (in questo caso scolate l’acqua in eccesso). Riempite il bicchiere di ghiaccio fino all’orlo, versate il gin e aggiungete la tonica. Mescolate delicatamente dal basso verso l’alto per non disperdere le bollicine. Completate con la scorza di agrume (opzionale, dipende dal gin e dalla tonica).
Meglio servirlo senza cannuccia, così da poter percepire tutti i profumi.


