Granarolo, la società leader della distribuzione di latte, aveva annunciato nel 2020 di voler abbandonare il mercato del latte fresco per incontrare le nuove esigenze del mercato.
La decisione è stata presa in linea con la missione aziendale di promuovere una crescita sostenibile e combattere gli sprechi. Granarolo, che conta su una filiera di oltre 600 soci-allevatori in 12 regioni italiane, ha deciso di commercializzare un latte pastorizzato a temperatura elevata, in risposta alla crescente domanda di latte a lunga conservazione.
La scelta di produrre un latte con una shelf-life più lunga, pari al 60% in più rispetto al latte fresco, è stata dettata anche dall’obiettivo di ridurre gli sprechi. Infatti, una parte significativa del latte fresco scade prima ancora di essere venduto o consumato, rappresentando un problema per produttori e distributori.
La modifica della linea di produzione del latte fresco ha preso forma nel 2020, durante i primi mesi della pandemia. Granarolo ha scelto di non produrre più il latte con la scadenza a sei giorni, ma di prolungare l’intervallo di consumo a 10 giorni, in modo da offrire ai consumatori un prodotto con una shelf-life più lunga. Questa scelta ha riscontrato l’approvazione dei consumatori, che preferiscono acquistare prodotti con una scadenza più lontana nel tempo.
La produzione del nuovo latte a lunga conservazione, chiamato anche “Più Giorni”, prevede la pastorizzazione a una temperatura più elevata rispetto al latte fresco, senza ulteriori processi meccanici. In questo modo, il latte mantiene tutte le sue proprietà nutrizionali e di gusto, ma può essere conservato in frigorifero per un periodo di circa 25-30 giorni.
Granarolo non è l’unica azienda a seguire questa tendenza: anche la Centrale del latte di Milano e la Centrale del latte di Calabria hanno deciso di produrre un latte con una più lunga conservazione.