Il giro del mondo in locanda

il giro del mondo in locanda

“Il giro del mondo in locanda” organizzato a La locanda del Profeta in collaborazione con Roberto D’Andrea di Io sono la Chianina – Napoli ha visto lo chef Simone Profeta insieme alla sua brigata di cucina preparare un viaggio a tavola da un capo all’altro del mondo.

Evento che sarà replicato il 6 dicembre 2016 – ore 20,30 visto il sold out della prima serata e le numerose richieste di partecipazione.

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     Il menù seduttivo pensato da Simone ha accompagnato i suoi ospiti in un percorso fatto di luoghi diversi e diversi sapori, odori e sensazioni.

     Decollo previsto alle 21,00 circa dall’Italia, precisamente in Toscana, con una Tartarre di Chianina IGP, tuorlo d’uovo sodo bio, centrifuga di carote, salsa al prezzemolo e tartufo bianco. Per un accompagnamento d’effetto, forse mai visto prima, acqua Magma, l’acqua che non ha mai visto la luce. Lasciamo a casa i prosecchi o le solite bollicine.

     Per pochi minuti si sono abbassate volutamente le luci per ridurre i sensi degli ospiti e permettere di assaporare un’acqua dal carattere misterioso e particolare. I suoi sali minerali perdurano creando un “disagio gustativo”. Acqua minerale o liscia? Bel dilemma! Semplicemente acqua Magma.

     Pulito il palato, si salpa tutti insieme per la Francia, dove il Foie gras è stato pensato ed adattato affinché tutto risultasse amorevole. Delicato e spinto verso la perfezione, accostato all’idea geniale di Pina Molitierno col suo gelato artigianale salvia e pinoli, nato esclusivamente per la preparazione del piatto. Vellutata di fagioli di controne, crostini al rosmarino completano la portata e la rendono deliziosa.

Subito pronte  le valigie per un lungo raggio, lunghissimo.

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     La nostra destinazione è stata l’Australia, terra di spazi immensi e senso di libertà assoluta. Non poteva mancare un prodotto tipico che ha lasciato tutti senza fiato per la sua equilibrata preparazione,  filetto di canguro, stracotto di friarielli, castagne, sale affumicato al raggio e riduzione di Aglianico del Volture. Una scala perfetta: dolce, amaro, dolce, amaro, che ha convinto anche i più scettici.

     La lontananza da casa ci ha permesso di rientrare per pochissimi istanti, giusto il tempo di assaporare lo spaghettone con vellutata di zucchine, parmigiano reggiano, pancetta croccante, fiori di zucca essiccati.  Acceso, forme perfette e colore strabiliante.

     Il volo successivo ci ha impedito di ripartire subito, così ci siamo fermati ancora un po’ per il massimo della ricarica. Napoli e la sua tradizione più radicata ci hanno offerto un raviolo ripieno col soffritto, chemel’s ricotta di bufala,  salsa di alloro e pomodoro disidratato.

     Next stop: Spagna con la pluma di suino iberico, vellutata di papaccelle gialle e rosse e provolone  del monaco. Qui la scelta è stata fusion. Piatto iberico-partenopeo per la completa esplosione delle due culture molto vicine e calienti. Morbido, delicato e deciso, ha reso alla perfezione l’idea che Simone aveva nella mente. Tornare piccolino, quando il sabato la mamma preparava la padellaccia, ma con la consapevolezza di essere ormai un uomo che può scegliere da sé e preparare il tutto con un suino extra-territoriale.

     A conclusione del viaggio e per la forte malinconia nata dal rientro ci ha addolcito il capriccio di mele annurche, purea di mele e gelato mela e cannella.

I vini in abbinamento

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  • Primitivo di manduria Ghenos Torrevento
  • Perricone delle Cantine FINA
  • Aglianico del Taburno Nifo Sierrapocchiello
  • Passito di Noto – Planeta

     Un omaggio a tutti noi da Michele Attanasio che ci ha regalato degli scatti eseguiti con una tecnica fotografica molto particolare. La sua visione del mondo attraverso un buco piccolissimo e senza obiettivo fotografico, lasciando completamente un pensiero interpretativo ad ogni singolo scatto.

    Il ticket di partecipazione assolutamente non pretenzioso data la scelta delle carni elevatissima hanno permesso di viaggiare lowcost 35 € a passeggero, per un percorso sensoriale e gustativo che lascia ampio spazio ad un arrivederci e non di certo ad un addio.

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