Il noce in Campania

Nell’articolo precedente abbiamo parlato delle origini del Nocillo e le leggende che lo circondano; poco abbiamo detto sull’albero di noce che ci fornisce questo prezioso frutto e mi sembra utile conoscere altre notizie.
Si sa che la produzione di noci in Italia rappresenta il 3% della produzione mondiale, pari a 13.000 tonnellate, dietro la Francia che è prima con le sue 30.000 tonnellate.
La Campania, che fino agli anni 80 produceva oltre il 90% della produzione nazionale, oggi è scesa al 73%, seguita da Sicilia e Lazio ma, la coltura è presente in tutte le regioni italiane con un incremento, invece, in Veneto e Emilia Romagna, grazie alla presenza di aziende medio-grandi più propense alla meccanizzazione ed innovazione colturale (fonte I.C.E.2002).
La produzione campana, poi, è concentrata nell’agro di Nola e, in quantità discreta, nella costiera Sorrentina, nel Vallo di Lauro, in Valle Caudina, e nelle aree di Nocelleto e Carinola in provincia di Caserta con piccole presenze in provincia di Salerno (Valle dell’Irno e Monti Picentini).
Questo perchè una consistente quota di produzione era caratterizzata da filari a bordo campo che delimitavano le piccole e frammentate proprietà.
E l’albero di noce era talmente prezioso, che concorreva a formare la dote delle giovani spose.
Tali filari, inoltre, venivano impiantati per i frutti e per il legno; la crisi del legno degli ultimi decenni ha decretato la scomparsa di questo tipo di coltivazione; gli alti costi di raccolta del frutto hanno, poi, fatto il resto (Ist.Frutticoltura CE,11.7.2013, dott.P.Piccirillo).

Panorama varietale e impieghi.
La cv. Sorrento rimane ancora l’unica varietà nazionale che ha importanza commerciale.
Numerosi reperti di noci carbonizzate trovate negli scavi archeologici delle città di Pompei ed Ercolano (sepolte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 D.C.) ne testimoniano la presenza millenaria e la forma delle noci rinvenute è risultata simile all’attuale varietà Noce di Sorrento.
Attualmente,quasi tutte le noci prodotte in Campania sono commercializzate come “Noci di Sorrento”, anche se arrivano sul mercato sfuse e confezionate di forma e calibro non omogenei, che faticano a reggere la concorrenza del prodotto proveniente dalla California e dalla Francia se non dalla Cina (1° produttore al mondo!).
Tutt’ora, poi, c’è stato un tentativo di produttori e trasformatori di istituire un marchio di qualità “DOP Noce di Sorrento” che, attualmente, è in fase di stallo.
Abbiamo visto come, già nell’antichità, il noce ed i suoi frutti fossero oggetto di culto e di attenzioni particolari da parte dell’uomo.
L’albero del noce veniva considerato tra le piante, così come viene considerato il maiale tra gli animali, cioè un elemento di cui tutto è buono e del quale non va buttato niente: dalla radice alle foglie, dai frutti al tronco.
Accompagnava l’uomo dalla sua nascita sino alla sua morte.Veniva piantato in occasione della nascita di un figlio maschio e lo assisteva sin dall’infanzia con le cure prodotte da medicinali da esso ricavati.
Durante la cerimonia, venivano gettate a pioggia noci in segno di augurio e prosperità.
In pratica,sostituiva l’odierno lancio di confetti. Tale pratica è ancora presente in alcune zone interne della Sicilia. Il frutto di noce ha, inoltre, numerosi impieghi tra cui:
Olio commestibile per uso alimentare;
Olio per curare i vermi tondi intestinali;
Olio per curare le bruciature da sole e l’impetigine;
Decotto di foglie per curare la dissenteria;
Tintura di mallo per tingere i tessuti;
Infuso di mallo (nocillo) aperitivo e digestivo;
Noci mature per curare l’inappetenza;
Pomata di tritura di radici per curare ferite e morsi di animali.

Inoltre, pozioni, unguenti, infusi, pomate, decotti, ricavati dal noce e dai suoi frutti, erano esclusiva delle streghe, cioè quelle che altro non erano che le antiche erboristerie di un tempo.
Quando nel Medio Evo si iniziò la loro caccia, si cercò di demonizzare anche l’albero coniando appositamente vocaboli negativi per screditarlo.
Dal latino nox (noce) nacquero i termini ancora oggi in uso come: nuocere, nocivo, nocumento nonchè i contrari come innocuo, innocente.
(dal Testo per Allievi Assagiatori di Nocino,a cura della sez. didattica de “Il Matraccio”-Castelfranco Emilia (MO)).
Dalle prossime puntate, ci dedicheremo esclusivamente al nostro Nocillo.
Auguro a tutti buone ferie

di Salvatore Luongo

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