Il pollo da spennare? Ecco come scegliere quello giusto!

Una produzione che nel 2013 ha raggiunto le 1.258.800 tonnellate e con un aumento dei consumi pro capite del 18,4%, e addirittura del 25% nel triennio 2007-2013 (fonte Il Sole 24 Ore).
Proprio così, il consumo delle carni avicole in Italia (e nel resto del mondo) è un settore che non conosce crisi e si appresta a crescere sempre più con le nuove abitudini alimentari l’utilizzo di carni bianche piuttosto che le carni rosse prende il sopravvento.
A questo punto parliamone. Parliamo di alcune sostanziali differenze tra un pollo sano ed un pollo,invece, che ha tutte le caratteristiche del prodotto da laboratorio.
Per farmi aiutare nella ricostruzione di uno scenario veritiero ho preferito chiamare di persona il proprietario dell’Azienda Agricola San Bartolomeo di Viterbo, Silvio Marsan, un uomo che negli anni ha portato la sua azienda ad essere leader nel mercato del Biologico.
Chiariamo subito una curiosità che prima o poi viene a tutti: cosa è il pollo, un gallo o una gallina?
Con il termine pollo si intende un soggetto giovane della specie Gallus gallus che non ha ancora raggiunto la maturità sessuale tale da poter essere definito Gallo (Maschio) o Gallina (femmina).
I polli (e non solo) hanno bisogno di tempo e cure per nascere e crescere. Razzolano in completa libertà sotto l’occhio vigile dell’amico fido, mangiando erbetta e tutto ciò che la campagna offre. I cereali utilizzati per il loro fabbisogno provengono dalle loro terre e sono altrettanto biologici.
I tempi di crescita sono quelli che Madre Natura detta e, nei sedici anni oramai che conosco questa azienda, mi sono sentito ripetere decine e decine di volte di ATTENDERE che gli animali crescessero.
Cosa che purtroppo non avviene per il mercato dei grandi numeri. Se volessi ordinare 1000 tacchini e 10.000 polli vi assicuro che domani mi sarebbero consegnati con tanto di fattura accompagnatoria.
Chiariamo subito cosa è il pollo: è un gallo o una gallina?
Con il termine pollo si intende un soggetto giovane della specie Gallus gallus che non ha ancora raggiunto la maturità tale da poter essere definito Gallo (Maschio) o Gallina (femmina).
Purtroppo il mercato richiede tanti numeri e la genetica, prendendone atto, ha creato un “mostro”.
Un pollo che in 35 giorni arriva a pesare anche 2.500Kg. E cosa ancora più spaventosa è che del pollo c’è quasi tutto petto. Quello che prima veniva chiamato il doppio petto (peso circa 0.600 gr.) oggi viene chiamato il “triplo petto” (arrivano a pesare anche 1.000/1.200 gr). E non vi nascondo che forse stiamo per arrivare al petto quadruplo.
Naturalmente questo prodotto da laboratorio è innaturale.
Cercherò di raccontarvi come è a prima vista un pollo della San Bartolomeo (o altre decine di buoni polli di aziende altrettanto serie).
Generalmente ha un peso che oscilla da 1.800/2.500. La sua pelle si presente chiara, soda, compatta. Sembra abbia una ceratura fantastica. La forma è sfilante, robusta (sembra proprio abbia camminato tanto) e le sue carni sono sode ma non durissime. Il suo petto, fiero, pesa all’incirca 350/500 grammi al massimo ed è proporzionato alle altre parti (cosce e ali).
Ora vi racconto il ROSS702 (perché è cosi che si chiamano in origine la maggior parte dei polli da grande distribuzione).
Colore bianco o giallo a seconda del pastrocchio chimico che ha mangiato.
Un petto gigante che pesa dai 900 gr. ad 1.200 Kg. Ali e cosce sproporzionate in maniera piccola rispetto al pollo.
La resa viene tutta dal petto che è la parte più costosa di un pollo, potete ben immaginare quanto ricavo c’è sul “mostro”.
Anche questo giustifica il prezzo superiore che un pollo da allevamento biologico ha rispetto ad un pollo da supermercato.
Ma non solo, i costi della campagna (dalla recinzione alle certificazioni) fanno si che il costo sia leggermente più alto.
Oltre al fatto che la tempistica e la cura con la quale si alleva un pollo biologico incidono in maniera notevole sulla qualità e quindi sul prezzo.
Nella cottura poi noteremo le differenze maggiori. Un petto del “mostro” comincerà a lasciare acqua in quantità notevole durante la cottura. Un petto della San Bartolomeo vi sorprenderà per quanto possa essere privo d’acqua. Non sono animali gonfiati di antibiotici e altre composte chimiche e di conseguenza la scelta di mangiare carni bianche non può che essere indicata.
Antibiotici? Si, è proprio così. In un sistema che non può permettersi il lusso di perdere profitto in modo violento, è utile somministrare dosi di antibiotici preventivamente all’insorgere di qualche epidemia.
Problema da non sottovalutare nella fase di svezzamento di un bambino fino al pasto completo.
Nei primi tre anni è risaputo che il sistema immunitario di una bambino non è completo ed efficiente. Immaginiamo allora cosa può succedere alimentandolo con alimenti cresciuti a basi di massicce dosi di antibiotico. Ne vale la potenza del loro futuro sistema immunitario.
E nonostante sia vietato in Italia l’uso di antibiotici in forma preventiva è proprio sicuro che se si ammalasse un pollo tutti gli altri non vengano curati in modo uguale per evitare perdite forti di profitto? Non è dato sapere, ma sicuramente siamo felici di sapere che esistono altre Aziende serie che escludono alla natura il problema.
I nonni dicevano che i maschietti non dovevano mangiare troppo pollo perché poteva portare problemi sessuali. Forse erano tanto lungimiranti da vedere un pericolo così grande nell’utilizzo di ormoni.
Questo deriva da un problema degli anni ’50, quando non esisteva ancora una sicurezza alimentare così precisa.
I residui degli ormoni che aiutavano la crescita e l’ingrassamento degli animali provocavano danni, anche seri, all’apparato riproduttore dell’essere umano.
Oggi raccomandiamo quindi ai consumatori di rivolgersi agli esercizi commerciali di fiducia dove si può essere sicuri che le carni sono esenti da pericoli e non a mercati ambigui e privi di controlli.
Insomma per il futuro prevediamo consumi più elevati di pollo, ma non lasciamo che il prezzo basso di un prodotto malsano possa essere la nostra scelta alimentare. Attenzione sempre e comunque a ciò che ingeriamo, perché, non smetterò mai di ripetere: il miglior investimento per il nostro futuro è la salute che deriva dall’alimentazione e da un sano stile di vita.

di Roberto D’Andrea
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