Il profumato viaggio degli agrumi in Italia

Margherita Musso
Il viaggio degli agrumi in Italia

Il profumato viaggio degli agrumi in Italia

È stato appena pubblicato dalla casa editrice Leo S. Olschki, “Il viaggio degli agrumi in Italia” di Paola Fanucci ed Alberto Tintori.

Questa storica casa editrice fiorentina che, dal 1886, pubblica su carta pregiata libri che rappresentano uno strumento cruciale per il mantenimento “dell’umanità” della cultura, ha deciso di dedicare un intero volume illustrato sugli agrumi coltivati dal Nord al Sud dell’Italia, un testo che mettesse in evidenza le biodiversità regionali delle varie specie.

Come scrivono nella premessa Paola Fanucci e Alberto Tintori, scrittore e vivaista, tale opera è un percorso nello spazio e nel tempo attuato attraverso un paziente studio di fonti archivistiche, documenti, opere d’arte, testi agronomici ma anche letterari, alla scoperta di una vera e propria ricchezza che ha modellato le linee del territorio e che si è fusa con le tradizioni culturali locali e religiose fino alle produzioni cosmetiche, officinali ed enogastronomiche.

A ben rifletterci, gli agrumi sono l’equivalente vegano della carne di maiale e di tonno perché hanno un ampio utilizzo: dai fiori, ad esempio, si producono profumi come la famosa essenza di zagara od oli essenziali, con la polpa e la scorza si preparano succhi, marmellate, liquori e buonissimi canditi.

Le varietà nelle singole regioni italiane

Il volume è diviso in due parti: la prima è dedicata alle regioni italiane che, per favorevoli coordinate geo-climatiche, riescono a produrre ancora oggi le loro cultivar storiche autoctone.

Tra queste regioni troviamo, nel nord, ad esempio, la Liguria tra le cui cultivar troviamo il chinotto di Savona; nel centro Italia, la Toscana, produce l’arancio amaro Bizzarria; tutte le regioni del Sud, invece, presentano un’ampia e variegata produzione agrumicola.

Tra le cultivar siciliane è menzionata, in particolare, la lumia, che compare nel titolo di un racconto di Luigi Pirandello: è un agrume dalla buccia assai spessa e rugosa e profumatissima che è considerato un ibrido naturale fra cedro e limone.

Nel secolo scorso, a Palermo e Siracusa, non erano soltanto un frutto, ma un vero simbolo di raffinatezza: era offerto come dono pregiato, servito a tavola nei pranzi di gala delle famiglie nobili ed era perfino esportata all’estero, dove era conosciuta come “apple lemon” o “pear lemon”.

A proposito dei limoni di Sorrento, in Campania, gli autori riferiscono l’antica tradizione di porre la loro produzione sotto la protezione dei santi come san Michele, san Ciro o la Madonna del Lauro.

Sul tronco dell’albero più rigoglioso, in passato, era pure attaccata l’effigie del patrono.

La cura della pianta

La seconda parte è dedicata alla cura delle piante, dall’invaso alla potatura all’irrigazione fino ad elencare le malattie e i danni dei fitofagi che possono infestare le foglie i frutti.

“Il viaggio degli agrumi in Italia” è un prezioso percorso tra storia e storie, curiosità e tradizioni, arricchito da numerose fotografie che ritraggono frutti colorati e volti e gesti in bianco e nero, in località dove, come ha scritto J. W. Goethe, “…fioriscono i limoni, […] splende l’arancio dorato tra il fogliame scuro.”

Il viaggio degli agrumi in Italia, il volume cartaceo
Il viaggio degli agrumi in Italia, il volume cartaceo
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Sono un'antropologa culturale di formazione e, per passione verso l’arte, il dialetto e le tradizioni popolari siciliane, la cucina, l’enogastronomia, sono una social media manager e la blogger - con lo pseudonimo di Marga Rina - di Panormitania (https://panormitania.altervista.org/). Da qualche anno, sono pure diventata organizzatrice e curatrice di mostre d’arte: oltre a redigere tutti i testi e ad occuparmi della loro diffusione ai media, curo la grafica di ogni evento e la sua promozione sui social network. A marzo 2025, con Edizioni L’Arca di Noè, ho pubblicato il racconto breve in italiano e siciliano Minicu e lu re di Sicilia. Vivo a Palermo, dove sono nata e cresciuta.
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