Il Verdicchio dei Castelli di Jesi della Umani Ronchi al Ristorante Al Fauno con la sua cucina

Ho iniziato questo inverno un percorso bellissimo.
Ogni 15 giorni il Ristorante “Il Fauno” , a Cesano Maderno, crea degli eventi dopocena di degustazione di vini da ogni parte d’Italia accompagnati da stuzzichini atti ad accompagnare ed esaltare i sapori degli stessi (in alcuni casi si tratta di cene vere e proprie).
Con il procedere degli serate, abbiamo creato un bel gruppo di una cinquantina di persone e siamo diventati dei buoni amici di tavola … e di bicchiere!!!
A presentare si alternano Alessandro Vitiello, il quale ci accompagna nel percorso con aneddoti, curiosità, grande cortesia e che ogni tanto si incontra, e scontra, col collega sommelier Roger Sesto, avente il compito di raccontare e dare le “dritte” di corretto approccio alle varie tipologie di vini che di lì a poco si andranno a degustare nonché gli abbinamenti con i vari cibi che vengono preparati , curati e poi raccontati dallo Chef del Ristorante, Simone Toninato.
Vi posso assicurare che questi tre personaggi non sono in cerca di autore, ma loro stessi autori e fautori di serate indimenticabili!!!
Ho incominciato qualche mese fa con Barbera del Piemonte e proseguito con i Gavi, i Durella, i vini autoctoni friulani, i Montepulciano d’Abruzzo e così via fino al Verdicchio dei Castelli di Jesi dell’Azienda Umani Ronchi. Trattasi di un bianco tra più apprezzati, per il mio gusto. Chissà perché, Marche, Abruzzo e Molise, pur avendo vini eccelsi non si sono mai imposti sul mercato (italiano ma anche internazionale) in modo eclatante come le altre regioni.
Dunque, il Verdicchio: il nome è dovuto al fatto che il colore dell’uva, anche la più matura non perde la sua sfumatura verde.
Ho scoperto di recente che è presente anche in altre regioni, dando origine ad altri DOC; ad esempio in Puglia (dove spesso prende il nome “Greco”), in Romagna chiamato Verdetto, presso i Castelli Romani diventa il Trebbiano Verde o, ancora nel Garda Veronese origina il Trebbiano di Lugana.
Ma le Marche sono la sua dimora per eccellenza e quando se ne allontana, la vite, perde potenza … è troppo legata alla sua terra per riuscire ad abbandonarla!!! Nelle zone intorno a Jesi sprigiona tutto il carattere che la contraddistingue e, come per premiare chi la coltiva, si presta a tutte le tipologie di vinificazione, dallo spumante ai vini da dessert; tutte eccellenze, certo, ma l’apice lo raggiunge con i vini fermi.
E’ un vino dal colore paglierino tenue, con sfumatura verde brillante, un profumo delicato, caratteristico, ed un sapore asciutto, armonico con retrogusto piacevolmente amarognolo; raccoglie in sé note di frutta gialla, come pesca ed albicocca, ma anche di menta ed anice ( a me ha ricordato anche il sambuco).
La serata trascorsa presso il Ristorante “Il Fauno” mi ha permesso di conoscere l’azienda Umani Ronchi, la quale, oltre a promuoversi a livello internazionale non ha dimenticato la propria artigianalità. Ho degustato vini spettacolari, ognuno con caratteristiche molto
nitide.

Abbiamo iniziato con un Verdicchio DOC Classico 2013 – Villa Bianchi, giovane (ha una resa di 100 quintali /ettaro), da bersi come aperitivo o inizio pasto, dal colore pulito, accompagnato da un pasticcino di seppia alla cannella.
Si è proseguito con un Verdicchio DOC Classico Superiore del 2013 – Casal di Serra, più complesso (parliamo di viti più anziane, aventi più corpo, con resa di 70 quintali/ettaro) degustato con Insalata di puntarelle, fave fresche, gamberi rossi e pistacchi, che personalmente ho trovato di ottimo connubio.
Il terzo vino è stato un VSQMetodo Classico Extra Brut s.a., che, sempre soggettivamente parlando, è stato prevaricato dalla Zuppa di roveja con capesante, gamberi, fiori di zucchine e porcini (mi è sembrato troppo delicato per una portata di questo tipo e non è riuscito ad esprimersi al meglio).
Bicchiere dopo bicchiere siamo giunti al Verdicchio DOC Classico Superiore 2011 – Vecchie Vigne Casal di Serra, naturalmente l’espressione più matura della seconda degustazione, qui si arriva all’esasperazione, in senso buono del termine, di viti di 40 anni, nelle quali si può trovare tutto l’exploit caratteriale di questo nettare sottolineato da Filetto di San Pietro in acqua di pomodoro ristretta, basilico fritto e patata viola chips, capace di tirar fuori tutti i profumi contenuti in queste uve.
Il penultimo vino è stato un Verdicchio Riserva DOCG Classico 2009 – Plenio, eccezionale, armonioso per colore, profumo, sapore e persistenza accompagnato da Tonno ai due sesami e finocchio al mou, il quale insieme all’insalata di puntar elle ed al San Pietro sono stati i piatti più azzeccati per i vino assaggiati.
Abbiamo terminato la serata con un Marche Bianco IGT 2010 – Maximo, un sauternes con glicerina molto alta, ai profumi di miele, zagare, zenzero e …. cocco!!!
Con una Pavlova ai frutti rossi e “neve dolce” è la morte sua!!!!

Costo della cena 35 euro.
Costo del dopocena 18 euro.
La location e tutto ciò che la circonda rende l’atmosfera molto avvolgente …. invito chiunque interessato a guardare il sito del Ristorante “Il Fauno” e vagliare l’ipotesi di andare a visitare queste splendide persone.

Ristorante Il Fauno
Via Borromeo, 29
Cesano Maderno (MB)
0362-540930
www.ilfauno.it

di Isabella Monguzzi
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