La dieta sana del futuro: cosa mangeremo nel 2050

Scopriamo insieme quale dieta seguire per migliorare la salute dell’uomo e del pianeta e come sarà il piatto sano del 2050

 

Il cibo è la principale leva in grado di migliorare la salute dell’uomo e la sostenibilità ambientale sulla Terra. Tuttavia il cibo stesso è anche un “pericolo” per la salute sia delle persone che del pianeta.

In questi anni abbiamo un’enorme sfida da affrontare: fornire alla popolazione mondiale in costante crescita diete sane a partire da sistemi alimentari sostenibili.

Nonostante la produzione alimentare globale sia notevolmente aumentata negli ultimi settant’anni, più di 820 milioni di persone continuano a non disporre di quantità di cibo sufficienti.

Inoltre, un numero ancora maggiore di persone consuma alimenti di bassa qualità o assume quantità smisurate di cibo spazzatura.

Del cibo spazzatura abbiamo parlato qui.

 

Il cibo come fattore determinante per la nostra salute

Quando parliamo di cibo entrano in gioco due aspetti: la salute umana e quella del pianeta.

Infatti, una cattiva alimentazione rappresenta un pericolo in termini di morbilità e mortalità maggiore rispetto al sesso non protetto, al consumo di alcol, droghe e tabacco messi insieme.

In più, la produzione alimentare globale minaccia la stabilità climatica e la resilienza degli ecosistemi.

È necessaria una radicale trasformazione del sistema alimentare globale!

In mancanza di azioni concrete, il mondo rischia di non soddisfare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’ONU e l’Accordo di Parigi.

Le future generazioni erediteranno un pianeta gravemente danneggiato in cui gran parte della popolazione soffrirà sempre più di malnutrizione e malattie prevenibili.

 

Gli obiettivi universali per un sistema alimentare migliore

La EAT-Lancet Commission ha riunito 37 rinomati scienziati provenienti da 16 paesi diversi al fine di definire gli obiettivi scientifici globali per promuovere diete sane e una produzione alimentare sostenibile.

La Commissione ha deciso di concentrarsi sui due “poli” del sistema alimentare globale: il consumo finale (le diete sane) e la produzione (la produzione alimentare sostenibile).

 

Una dieta ricca di vegetali ci salverà!

Il cibo è la principale leva in grado di migliorare la salute dell’uomo e la sostenibilità ambientale sulla Terra.

Negli ultimi anni molti studi hanno sottolineato l’impatto ambientale delle diverse diete e molti sono concordi nell’affermare che una dieta ricca di alimenti di origine vegetale con piccole quantità di cibi di origine animale comporti benefici sia per la salute che per l’ambiente.

La transizione entro il 2050 verso diete sane imporrà notevoli cambiamenti nelle abitudini alimentari.

Ciò implica almeno un raddoppio nei consumi di alimenti sani come frutta, verdura, legumi e frutta a guscio, e una riduzione superiore al 50% del consumo globale di prodotti meno sani come gli zuccheri aggiunti e la carne rossa (soprattutto mediante la riduzione dell’eccessivo consumo nei paesi più ricchi).

Realizzare un sistema alimentare sostenibile in grado di fornire diete sane per una popolazione in crescita comporta enormi sfide.

Cosa si può fare?

Le azioni prontamente implementabili studiate dalla Commissione sono:

1) una transizione a livello globale verso diete sane;

2) il miglioramento delle pratiche di produzione alimentare;

3) la riduzione delle eccedenze e degli sprechi alimentari.

 

5 strategie per una Grande Trasformazione Alimentare

Nel mio blog ho spesso parlato di sostenibilità ambientale ricollegandomi inevitabilmente all’alimentazione e alle scelte consapevoli che dobbiamo fare ogni giorno.

Leggi anche: La sostenibilità a tavola

Finora mai nessuno si era posto l’obiettivo di trasformare radicalmente il sistema alimentare nella misura e alla velocità previste dalla Commissione.

Non c’è nessuna “soluzione miracolosa” ai problemi.

Occorrono duro lavoro, impegno politico e mezzi adeguati.

 

Strategia 1

Obiettivo transizione internazionale verso diete sane

Gli obiettivi scientifici fissati dalla Commissione forniscono indicazioni per i cambiamenti necessari, suggerendo un maggior consumo di alimenti di origine vegetale – tra cui frutta, verdura, frutta a guscio, semi e cereali integrali – e una notevole riduzione degli alimenti di origine animale.

Questo obiettivo comune può essere raggiunto garantendo per gli alimenti sani una maggiore disponibilità, accessibilità e prezzi più contenuti rispetto alle alternative non salutari.

Inoltre, è necessario migliorare l’informazione e il marketing alimentare, investendo nell’informazione sulla salute pubblica e nell’educazione alla sostenibilità, introducendo linee guida alimentari, e servendosi dei servizi sanitari per fornire consulenze.

 

Strategia 2

Il passaggio da una produzione di quantità a una produzione di qualità

Il settore agricolo e il settore ittico devono produrre non solo una quantità di calorie sufficiente a nutrire la crescente popolazione mondiale ma anche una varietà di alimenti in grado di provvedere alla salute dell’uomo e dell’ecosistema.

Accanto ai cambiamenti nelle abitudini alimentari, le politiche agricole e marine devono essere riorientate verso una varietà di nutrienti che accrescano la biodiversità piuttosto che puntare a un aumento del volume di poche colture, molte delle quali vengono oggi utilizzate per l’alimentazione animale.

 

Strategia 3

Sostenibilità a tavola

L’attuale sistema alimentare globale ha bisogno di una nuova rivoluzione agricola fondata sulle scelte sostenibili.

Le scelte sostenibili nel campo alimentari sono le seguenti:

  1. sostanziali miglioramenti nell’efficienza di utilizzo dei fertilizzanti e dell’acqua;
  2. il riuso del fosforo;
  3. la ridistribuzione dell’uso globale di azoto e fosforo;
  4. l’implementazione di soluzioni per la mitigazione del clima, tra cui i cambiamenti nella gestione delle colture e degli allevamenti;
  5. l’aumento della biodiversità nei sistemi agricoli.

 

Strategia 4

Una governance delle terre e degli oceani solida e coordinata

L’obiettivo è promuovere politiche di gestione volte a ripristinare e riforestare i terreni degradati e l’adozione di una strategia “Half Earth” per la conservazione della biodiversità (la salvaguardia di almeno l’80% delle specie preindustriali, proteggendo il restante 50% della Terra in quanto ecosistemi intatti).

Inoltre, c’è la necessità di migliorare la gestione degli oceani per assicurare che la pesca non influisca negativamente sugli ecosistemi, che gli stock ittici siano utilizzati in modo responsabile e che l’acquacoltura mondiale si sviluppi in modo sostenibile.

Sulla stagionalità del pesce ho scritto un articolo che trovi qui.

 

Strategia 5

Ridurre almeno della metà le eccedenze e gli sprechi alimentari

Quanto cibo sprechiamo ogni giorno? Tanto, troppo!

È fondamentale ridurre sensibilmente le eccedenze alimentari sul piano della produzione e gli sprechi alimentari sul piano del consumo.

Sia le soluzioni tecnologiche introdotte nella filiera agroalimentare che l’attuazione di politiche pubbliche sono necessarie per ottenere una riduzione complessiva del 50% delle eccedenze e degli sprechi alimentari a livello globale.

Ridurre gli sprechi significa anche: migliorare le infrastrutture post-raccolto, il trasporto, la trasformazione e l’imballaggio degli alimenti, promuovere la cooperazione lungo la filiera agroalimentare, formare e preparare i produttori ed informare i consumatori.

 

Il piatto della salute planetaria

All’inizio dell’articolo trovi l’infografica con il piatto della salute planetaria preso da qui.

Le 5 strategie globali richiedono anche un cambiamento da parte nostra soprattutto quando si parla di dieta quotidiana. E così nasce l’idea di un PIATTO DELLA SALUTE PLANETARIA.

Il piatto della salute planetaria dovrebbe essere costituito per metà da frutta e verdura.

L’altra metà, in termini di apporto calorico, dovrebbe presentare principalmente cereali integrali, proteine di origine vegetale, acidi grassi insaturi, e (facoltativamente) modeste quantità di proteine di origine animale (pochissimo manzo, maiale e agnello, più carne bianca).

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