La Mozzarella di Bufala Campana DOP. Un anno di sfide e opportunità

Mozzarella di bufala campana DOP

La Mozzarella di Bufala Campana DOP. Un anno di sfide e opportunità

Il 2024 è stato un anno di bilanci contrastanti per la Mozzarella di Bufala Campana DOP. Nonostante le difficoltà legate al contesto internazionale e alla crisi dei consumi, la produzione è rimasta sostanzialmente stabile, registrando un leggero incremento dello 0,23% rispetto al 2023.

Export in crescita, ma con sfide, Questo quanto emerso dalla giornata studio tenutasi il 31 gennaio presso la CCIAA di Caserta, moderato egregiamente dal collega Nando Santonastaso.

Ad aprire i lavori un appassionato intervento del Presidente dell’ente ospitante dott. Tommaso De Simone che ha sottolineato come non regga più la narrazione di una provincia di Caserta con un’imprenditoria legata a doppio filo alla malavita.

I dati post pandemici hanno dimostrato che la crescita maggiore in Italia si è avuta proprio nel casertano con un +7% a fronte di un dato regionale del +6,8% e di quello di riferimento dell’area del nord est del paese ad un +6%.

Chi fa produzione e allevamento è gente che si sveglia alle 4 del mattino, ben lontana da certe realtà.

Di pari avviso anche il dott. Antonio Limone dell’IZSM (Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno) che si è soffermato sulla piattaforma di tracciabilità bufalina evidenziando come certi alvei protetti di alcuni privilegiati non esistano più con questo sistema e come il sistema, ulteriormente implementato possa fornire una tracciabilità completa dalla mozzarella che si sta consumando sino alla bufala specifica che ne ha prodotto il latte adoperato per farla.

Questo aspetto è la vera sfida del futuro che tende ad allontanare una narrazione, ormai vecchia e stantia, di animali alimentati con mais proveniente dalla “terra dei fuochi”, in un contesto nel quale nemmeno un kg di prodotto destinato agli allevamenti ha produzione sul territorio regionale.

Proprio sulla tracciabilità e l’innovazione, che rappresenta un’unicità italiana nel panorama alimentare della nostra nazione, si è soffermato il dott. Michele Blasi del DQA (Dipartimento Qualità Alimentare) – ente terzo incaricato delle verifiche. Il dott. Blasi ha tenuto a precisare che il sistema di tracciabilità di filiera che impone attività quotidiane (e costi ulteriori per le aziende del comparto) ha il vantaggio di offrire una tutela totale agli operatori e ai consumatori.

Solo per capirci con il sistema, introdotto con Decreto 9406/2014, si raccolgono i dati sulle quantità di latte, semilavorato, congelato e su chi conferisce, nonché, creando un incrocio che determina di per se verifica, quantità di mozzarella, Dop e non Dop, prodotti caseari di bufala e semilavorati congelati.

Il tutto raccolto presso 1400 conferitori iscritti e numerose aziende trasformatrici.

Di qui i freddi dati

L’export ha mostrato una leggera flessione, passando dal 38,3% al 36,8% del totale della produzione. Tuttavia, si registrano segnali positivi in alcuni mercati chiave come Francia, Germania e Spagna, che hanno incrementato significativamente le loro importazioni.

Consumi interni in aumento, soprattutto al Nord.

Sul fronte interno, i consumi sono aumentati, in particolare al Nord-est e al Centro Italia, dove si registra una crescita rispettivamente del 24,5% e del 23,5%.

un momento del convegno

un momento del convegno

Nonostante i risultati positivi, la filiera della mozzarella di bufala campana DOP deve affrontare alcune sfide:

  • Stagionalità della produzione: La produzione di latte è concentrata nei mesi invernali, creando squilibri tra domanda e offerta e determinando delle flessioni economiche che spesso costringono la filiera a cercare sostegno nel sistema bancario
  • Tracciabilità: È fondamentale garantire la massima trasparenza e tracciabilità lungo tutta la filiera.
  • Promozione: Occorre continuare a investire nella promozione del prodotto sui mercati internazionali.

Il Consorzio di Tutela sta lavorando per affrontare queste sfide e consolidare il successo della mozzarella di bufala campana DOP. Tra le iniziative previste per il 2025:

  • Campagna di promozione in Europa: Un investimento di oltre 1 milione di euro per rafforzare la presenza della mozzarella di bufala nei mercati strategici. Insieme al Nomisma si svolgeranno ricerche di mercato volte a comprendere come il consumatore percepisce il prodotto
  • Sostegno alla ricerca: Investimenti in ricerca e sviluppo per migliorare la qualità del prodotto e la sostenibilità della filiera.
  • Potenziamento della tracciabilità: Ulteriori sviluppi della piattaforma di tracciabilità per garantire la massima trasparenza.

Accanto a ciò il Consorzio con tutti gli attori ha registrato nel 2024 a tutela del prodotto e dei consumatori 1000 analisi, oltre 10.000 verifiche e l’oscuramento di 423 siti che operavano in violazione della DOP esterni alla stessa.

Ad oggi, giova ricordarlo, la DOP è la terza d’Italia con una produzione di 23 milioni di kg annui.

A fronte di un intervento del dott. Emanuele Fontana – Crédite Agricole – che personalmente, sebbene fondato su considerazioni valide e certe su una domanda di credito poco organizzata e chiara, ha poco convinto sul piano delle soluzioni che, come ricordato dal Presidente del Consorzio, non possono basarsi su garanzie personali, soprattutto se si opera in campo commerciale, importante quello dell’Assessore regionale all’Agricoltura dott. Nicola Caputo, che nel sottolineare come si continui ad agitare le acque per narrazioni che sono assolutamente prive di fondamento, la Regione Campania ha risolto i problemi di brucellosi che si erano presentati e nel contempo sta avviando tavoli tecnici con associazioni di categoria e allevatori perché una filiera che si rispetti deve crescere in maniera parallela.

Domenico Raimondo, presidente del Consorzio, ha sottolineato l’importanza di lavorare insieme per affrontare le sfide future e consolidare il successo della mozzarella di bufala campana DOP. Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio, ha evidenziato la necessità di risolvere il problema della stagionalità della produzione e di rafforzare la tracciabilità del prodotto.

Le prospettive per il futuro sono positive. Grazie all’impegno del Consorzio di Tutela e degli operatori della filiera, la mozzarella di bufala campana DOP continuerà a essere un prodotto di eccellenza, apprezzato in tutto il mondo.

Dato utile e interessante è la crescita esponenziale, al raddoppio, di prodotti quali la burrata di bufala che sta trainando il mercato dei prodotti bufalini con un segno positivo netto che spinge il Consorzio a valutare la proposta di un riconoscimento DOP.

Non da ultimo da registrare come la sfida si debba spingere verso i nuovi mercati anche in virtù della crescita del patrimonio bufalino che ha raggiunto i 440.000 capi con 7kg medi di latte al giorno su 270 giorni medi di lattazione ed un’espressione totale di 370 milioni di chilogrammi annui contro i 320 milioni attualmente impiegati.

Le sfide sono aperte e si tireranno sicuramente le somme ad ottobre 2026 quando a Napoli si terrà l’Assemblea Mondiale della Bufala.

 

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