La salute e la dimensione dei piatti

Possiamo governare la gola senza passare dalla testa? Si può fare, basta saperla ingannare.
Come? Con i nostri sensi: la vista, in primis.

Le dimensioni dei piatti, ad esempio, possono incidere sul nostro modo di mangiare.
Possono incidere sulla quantità di cibo che assumiamo.
Le dimensioni possono indurci a mangiare di più o a mangiare di meno.

A questo riguardo, mi piace andare a ritroso nel tempo fino alla mia infanzia.
La mia nonna aveva pochi servizi di piatti ma erano tutti più o meno della stessa dimensione: circa 25 cm di diametro.
Anche i piatti delle feste erano di quelle dimensioni, delle cosiddette “feste comandate” quando appariva in tavola -e solo allora- la carne.
Quel cibo raro, più calorico, più energetico rispetto al cibo quotidiano fatto di verdure, legumi, patate e altri cibi che trovavano origine nel territorio, nell’agricoltura nostrana.
Un’agricoltura fatta di cibi poveri. Cibi poveri di calorie ma ricchissimi di nutrienti perché il terreno era fertile, ricco di elementi nutritivi.
Il cibo era, altresì, ricco di fibra che regalava “volume” ai piatti e che riempiva lo stomaco.
Un cibo che saziava ma non ingrassava. E i piatti delle nostre nonne erano più piccoli dei piatti di oggi.

Oggi i piatti sono aumentati di dimensioni, sono cresciuti.
Nel contempo, sono cresciute anche le calorie che mangiamo tutti i giorni.
È cresciuta anche la raffinazione dei cibi e si è ridotta la presenza di nutrienti, di fibra. Abbiamo un cibo meno voluminoso in piatti più voluminosi.
Un paradosso che insidia quotidianamente la nostra salute, subdolamente.
Inoltre, si tratta di cibo che non richiede masticazione. Possiamo deglutirlo velocemente.
osì, mangiamo grandi quantità di cibi senza quasi accorgercene.
D’altra parte è d’obbligo, se vogliamo consumare tutto il cibo in eccesso che produciamo. E ne produciamo tanto da ammazzarci.
Tutto è rivolto alle quantità. Poco si fa per la qualità. Il PIL si basa sul consumismo e quindi sulle quantità.
Quindi, servono piatti grandi per consumare di più e carrelli grandissimi per comprare di più.

Ma il troppo storpia, anche se di buona qualità.
Figuriamoci se la qualità è scadente.

di Domenico Tiso

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