L’Aglione della Val di Chiana: Il Gigante Gentile della Tavola Toscana

Giustino Catalano
Aglio a sinistra e Aglione a destra

L’Aglione della Val di Chiana: Il Gigante Gentile della Tavola Toscana

Nelle fertili terre della Val di Chiana, tra Toscana e Umbria, si custodisce un tesoro gastronomico di rara delicatezza: l’Aglione della Val di Chiana.

Non un semplice aglio, ma una varietà autoctona che si distingue per le sue dimensioni imponenti e, soprattutto, per un sapore sorprendentemente dolce e una digeribilità eccezionale, che lo rendono un ingrediente ambito da chef e appassionati di buona cucina.

L’aglione vanta una storia antica, legata a doppio filo alla tradizione agricola di queste valli.

Coltivato da secoli, ha rischiato l’estinzione a causa della sua bassa resa per ettaro rispetto alle varietà più comuni e alla sua difficile meccanizzazione.

Tuttavia, negli ultimi decenni, un movimento di valorizzazione e riscoperta ha permesso di riportarlo in auge, riconoscendone il valore intrinseco e la sua unicità.

Ciò che colpisce immediatamente dell’aglione sono le sue dimensioni: un singolo bulbo può raggiungere i 700 grammi di peso e più, con spicchi grandi quanto una cipolla comune.

Ma è il suo profilo organolettico a renderlo davvero speciale: privo di alliinasi e della maggior parte dei composti solforati responsabili dell’odore pungente e dell’indigeribilità dell’aglio comune, l’aglione rilascia un aroma più delicato, quasi cremoso, che non sovrasta gli altri sapori ma li esalta.

Non lascia retrogusti sgradevoli e può essere consumato anche in quantità maggiori senza timore.

Aglio a sinistra e Aglione a destra
Aglio a sinistra e Aglione a destra

Oltre alla sua straordinaria dolcezza, l’aglione della Val di Chiana vanta proprietà nutritive e salutistiche di rilievo.

È ricco di vitamine, in particolare vitamina C e B6, e di minerali come manganese e selenio.

Sebbene meno ricco di allicina rispetto all’aglio tradizionale, ne contiene comunque una quantità significativa che contribuisce alle sue virtù benefiche.

È noto per le sue proprietà antiossidanti, utili a contrastare i radicali liberi, e per un leggero effetto ipocolesterolemizzante e ipotensivo.

La sua elevata digeribilità lo rende inoltre adatto a chi soffre di intolleranze o sensibilità agli allium.

La sua delicatezza rende l’aglione estremamente versatile in cucina.

Non si limita a insaporire, ma diventa spesso protagonista del piatto.

È l’ingrediente principe del celebre Sugo all’Aglione, ma trova spazio anche in bruschette, zuppe, arrosti o semplicemente affettato crudo in insalate per un tocco gourmet.

La sua consistenza tenera e il sapore dolce lo rendono perfetto anche per confetture o creme spalmabili, a dimostrazione della sua sorprendente adattabilità.

sugo all'aglione
sugo all’aglione

Ricetta: Sugo all’Aglione della Val di Chiana

Il sugo all’aglione è un classico intramontabile della cucina toscana, un condimento semplice ma straordinariamente saporito, ideale per accompagnare i pici, una pasta fresca tipica della zona.

Ingredienti:

  • 1 testa grande di Aglione della Val di Chiana (circa 10-15 spicchi grandi)
  • 500 g di pomodori pelati (o pomodorini freschi ben maturi in stagione)
  • Olio extra vergine d’oliva di alta qualità (abbondante)
  • Sale fino q.b.
  • Peperoncino fresco o secco (facoltativo, per chi ama una nota piccante)
  • Prezzemolo fresco (per guarnire, facoltativo)

Preparazione:

Sbucciate gli spicchi dell’aglione. Per renderlo ancora più delicato e digeribile, potete optare per una breve precottura: portate a ebollizione una piccola pentola d’acqua, immergete gli spicchi d’aglione e fateli bollire per circa 5-7 minuti. Scolateli bene con una schiumarola.

Questo passaggio aiuta ad attenuare ulteriormente qualsiasi retrogusto e a renderli incredibilmente morbidi. (Se preferite un sapore più intenso e non temete il retrogusto, potete saltare questo passaggio).

In una padella capiente, versate abbondante olio extra vergine d’oliva. Aggiungete gli spicchi d’aglione (sia che li abbiate precotti o meno) interi o leggermente schiacciati. Fate soffriggere a fuoco molto dolce, mescolando spesso, finché l’aglione non sarà diventato tenerissimo e quasi cremoso.

Ci vorranno circa 10-15 minuti. Fate attenzione a non bruciarlo, deve solo ammorbidirsi e sciogliersi nell’olio. Se utilizzate il peperoncino, aggiungetelo in questa fase.

Quando l’aglione è morbido e quasi “sfatto”, aggiungete i pomodori pelati (schiacciandoli leggermente con una forchetta o passandoli velocemente al passapomodoro) o i pomodorini freschi tagliati a metà. Mescolate bene.

Salate a piacere. Lasciate cuocere il sugo a fuoco lento per almeno 20-30 minuti, mescolando di tanto in tanto.

Il sugo dovrà restringersi e amalgamarsi, creando una salsa densa e profumata. Se necessario, potete aggiungere un mestolino di acqua di cottura della pasta per regolare la consistenza.

L’aglione dovrebbe praticamente “sciogliersi” nel sugo, creando una crema saporita.

Quando il sugo è pronto, versatelo sulla pasta appena scolata (tradizionalmente pici, ma ottimo anche con spaghetti o tagliatelle).

Mescolate bene per amalgamare il condimento. Servite immediatamente, guarnendo con prezzemolo fresco tritato se gradito.

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Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori. Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo. Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta. Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito. Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.
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