Le aree interne restano l’ultimo baluardo nella lotta all’insapore. L’esempio dell’ “Orto di Paola”

L’agricoltura è un lavoro scelto da alcuni per necessità, da altri per passione per la terra, ed è questo il caso di una giovane donna originaria di Volturara irpina che ha scommesso sui legumi.

Paola Mignone, dell’azienda ‘L’orto di Paola’, ha lavorato dall’età di 14 anni e per quasi trent’anni come bracciante agricola a Battipaglia (Sa), nelle aziende che producono verdure di quarta gamma, dove ha avuto modo di accumulare esperienza a partire dalle lavorazioni del terreno, alla semina e al raccolto.

Sono questi gli anni in cui trascorre la sua vita sempre fuori casa, facendo quasi 180 km al giorno per andare al lavoro.

Ma la donna è tenace e, nonostante la stanchezza, riesce perfino in quegli anni a fare un corso di scuola serale per il conseguimento del diploma di scuola superiore e a prendere la patente B.

È soltanto dopo la nascita della sua piccola bimba che ha deciso di abbandonare il lavoro dipendente e di cominciare una nuova avventura con i legumi nei terreni di proprietà, mettendo a frutto l’esperienza maturata negli anni fuori casa.

Ha cominciato recuperando i semi da nonne e zie e con qualche chilo autoprodotto ne ha poi, anno dopo anno, messo a dimora sempre maggiori quantità, migliorando sia la selezione delle sementi e sia le produzioni. Paola produce in primis i fagioli “quarantini” di Volturara Irpina, riconosciuti presidio Slow food, oltre a tre varietà di lenticchie, tre varietà di ceci, tra cui il cece rosso e il cece nero, infine le cicerchie.

Nei suoi terreni, come ci racconta, non fa alcun trattamento e segue l’andamento climatico del luogo di produzione, il quale ha la particolarità di essere un bacino idrico naturale molto importante. Stiamo parlando di un pianoro carsico che d’inverno diventa un lago e che con la primavera si prosciuga lasciando residui organici che aumentano di anno in anno la fertilità del suolo.

Il rovescio della medaglia sono di sicuro l’umidità e le nebbie, difficoltà climatiche che favoriscono i parassiti come il bruco verde sui ceci e altre malattie tipiche di questo tipo di clima.

Le lavorazioni di campo, durante il corso della coltivazione e alla fine del ciclo, vengono fatte a mano, come l’estirpazione e soprattutto la scelta dei legumi una volta essiccati. E’, questo, un lavoro lungo e di grande pazienza, che Paola fa con orgoglio perché necessario affinché i chicchi risultino integri e senza difetti.

L’altro accorgimento utile per produrre semi di qualità è quello che la coltivazione, nella sua piccola azienda, avviene con un preciso schema di rotazione dei terreni, e i legumi si alternano di volta in volta con la sulla, il mais e il grano ‘jermano’; la sulla in particolare dice che è quella che le dà maggiori soddisfazioni perché apporta grandi benefici azotati a questo tipo di coltivazioni.

La vendita e la distribuzione dei suoi legumi vengono fatti ancora tramite passaparola, infatti le piccole quantità di prodotto spesso non arrivano a Natale in quanto la richiesta è molto alta.

Infine, un dato tecnico ma non meno importante e cioè la resa per ettaro, per ogni tipo di legume:

  • I fagioli quarantini di Volturara vengono seminati 5 kg su un appezzamento di 3000mq e ne vengono prodotti 3 quintali netti. Quindi 10q/ha.
  • Per i ceci neri su 5 kg di semi in 3000mq vengono raccolti 3 quintali netti. Resa 10q/ha. I ceci rossi, su 5 kg di semina e in 3000mq vengono raccolti 4 quintali. Resa 13q. Questi ultimi due tipi di ceci sono da considerarsi più resistenti alla malattie e alle difficoltà climatiche, diverso il caso del cece biondo tipo ‘Altamura’, che subisce gli attacchi del bruco verde che spesso distrugge la metà del raccolto e per 5kg di semina in 3000mq si riesce a raccogliere solo 2 quintali netti.
  • Per la cicerchia, da 3,5 kg su 3000mq se ne raccolgono 2 quintali, quindi una resa di 6,6q/ha.
  • Le lenticchie verdi vengono coltivate su 4000mq e in una semina di 5 kg ne vengono raccolte 1,5 quintali netti, parte del raccolto si perde spesso a causa dell’umidità che porta problemi alla piante. In questo caso la resa è di3,7 q/ha.

Come si può vedere, nel complesso le rese sono basse e siccome sappiamo che c’è una relazione inversa fra qualità e quantità, ci spieghiamo perché i prodotti di Paola sono molto ricercati.

Personalmente sono molto interessata all’uso dei legumi in cucina, sia per il palato che per le proprietà nutritive, sono infatti a mio avviso una soluzione più semplice e vicina alla nostra cultura alimentare nella sostituzione delle proteine animali di cui tanto si parla. E allora concediamoci qualche portata settimanale di legumi in più come facevano le nostre nonne, ne trarranno beneficio sia il nostro organismo, che l’ambiente.

L’orto di Paola, di Paola Mignone, Contrada Olmo, 83050, Volturara Irpina (AV)

Lortodipaola2016@gmail.com 

Tel. 3208659347

(di Jenny Auriemmasommelier e imprenditrice agricola)

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