Le nostre pizze del 2024: un anno ricco di stili e sperimentazioni

Margherita mattonella

Le nostre pizze del 2024: un anno ricco di stili e sperimentazioni

Il 2024 è stato un anno intenso. In redazione abbiamo avuto modo di provare diversi stili, differenti creazioni da pizzaioli giovani e meno giovani.

Le pizze che ci hanno colpito maggiormente segnano una sorta di ritorno al passato con la pizza in teglia e quella al padellino che stanno trovando una nuova giovinezza.

Quello che segue è un elenco, ma non una classifica delle pizze che ci hanno colpito maggiormente in questo 2024.

  1. La Cosacca ai tre pomodori di Marcello Fontana ( Tavolo Riservato)

La Cosacca di Marcello Fontana si discosta dalla classica per aver aggiunto ben tre tipologie di pomodori: San Marzano dop, piennolo in acqua e basilico, crema di pomodoro giallo bruciato , pesto di basilico homemade e Pecorino Romano buccia nera. Ottima la spinta aromatica del pesto e del pecorino che si fondono alla perfezione coi tre pomodori, in cui nessuno prevale sull’altro. Pizza a ruota di carro che mi ha colpito davvero.

2. La Margherita Mattonella di Federico e Francesco De Maria ( I Vesuviani )

I fratelli De Maria da buoni allievi di Bonci amano proporre nel loro locale la pizza in pala e quella in teglia. Nel loro menù troviamo anche la “mattonella” una versione ancora più bassa e croccante della teglia. La loro margherita e realizzata con pomodoro San Marzano, fior di latte di Napoli, mayonese di pomodori del piennolo. Una pizza con un crunch unico e con la mayo di piennolo che dona una spinta acida e aromatica. Una vera sorpresa.

3. La Vuccularu di Michele Croccia ( La Pietra Azzurra)

Michele Croccia si dimostra un vero maestro nel proporre nelle sue pizze prodotti tipici del suo territorio ( in questo caso il Cilento) . Come nel caso della “Vuccularu”:  la pizza, ideata con lo chef  Alessandro Bellingeri di Acquarol è realizzata con bufala, provola affumicata, capperi e all’uscita fettine di limone, vuccularu (guanciale) di maialino nero e basilico. Un ottimo equilibrio di sapori con la sapidità del grasso del guanciale che si scioglie sulla pizza calda e che si sposa alla perfezione con l’acidità del limone, che dona freschezza al morso

4. La “Capriccio di Raffaele” di Raffaele Boccia (Nanninella)

La capricciosa è da sempre la mia pizza preferita e quella di Raffaele Boccia è un piccolo capolavoro: un pizza in 3 cotture (vapore, fritta e forno), con colatura di provola, prosciutto cotto affumicato (Pelatello di Teano), gocce di stracotto di datterini, funghi freschi, polvere di olive nere. Probabilmente la migliore capricciosa provata finora: le tre cotture donano fragranza, croccantezza e sofficità al palato. Gli ingredienti sono equilibrati alla perfezione e ad ogni morso è possibile sentire le loro diverse sfumature.

5. La “Blue Truffle” di Diego Vitagliano

Diego Vitagliano è meritatamente al primo posto in tutte le classifiche e le guide di settore: il suo sapersi destreggiare alla perfezione tra diversi stili di impasto e di cottura lo rende unico nel mondo pizza. La sua pizza “Blue Truffle” ( versione croccante)  è senza dubbio una delle migliori del 2024 ( e non solo): Fiordilatte dei Monti (Latteria Sorrentina), prosciutto cotto all’acqua di mare (Salumificio Santoro), perle di tartufo selezione HQF, crema di blu di bufala campana. Una pizza che con pochissimi, ma ottimi ingredienti, riesce a portarti su un altro pianeta. Un impasto ai limiti del fantascientifico che ad ogni morso ti dona croccantezza e sofficità .Le perle di tartufo danno intensità, ma non invadenza al boccone e la crema di blu di bufala ti avvolge e conquista.

6. La Kilometro Verde di Corrado Alfano (P Greco)

Corrado Alfano è senza dubbio un pizzaiolo che merita di essere attenzionato dalla stampa e critica di settore. Cultore di impasti nella sua P Greco a Volla offre diverse tipologie di pizze. Noi abbiamo provato la Kilometro Verde in versione padellino: su impasto cotto a bassa temperatura, Corrado mette un topping con crema di zucchine, provola affumicata di Agerola, fiori di zucca e pancetta coppata. Davvero buonissima.

7. La “Dicembre” di Panoramica 53

Panoramica 53 a Terzigno (NA) è un locale che lavora molto e bene. Con una friggitoria di vecchia scuola regala sapori di una volta. Dio contro la pizza è di fattura moderna ed ha “guizzi” davvero interessanti. La “Dicembre” ci è piaciuta per l’avvincente bilanciamento degli ingredienti. Provola di Agerola, pancetta paesana locale, broccoletti baresi spadellati ma lasciati ancora leggermente croccanti e riduzione di papaccelle. I sapori del Vesuvio bilanciati tra dolcezze, grassi, acidità da un lato e su croccantezza e setosità dall’altro.

8. LE “Miniature” di Die’ Gustibus

Qui non si parla della singola pizza ma di un intuito geniale. Ad averlo attivato è stato il giovane pizzaiolo Diego Ciraudo che nel suo locale “Die’ Gustibus” a Baronissi, ha risolto, in collaborazione con la compagna Domenica Colecchia,  in un sol colpo, il problema della degustazione al tavolo se non si è in numero adeguato. Se vado da solo o andiamo in due potremo mai provare 3 o 6 pizze? Difficile se non fai la pizza nel padellino!

Con dei panetti da 80 grammi (che sommati tra loro in una degustazione singola fanno 240 grammi di impasto) è possibile, anche se si è da soli, provarne ben 3. E se si è in coppia, 2 diverse fino a degustare circa l’intero menu se si è in 4.

Ecco questa l’idea delle miniature, che è registrata sia come nome che come idea, che risolve un vecchio problema e consente a chiunque di mangiare più di una pizza.

9. Ripieno Bolognese di Pizzeria del Popolo

Nella storica Piazza Mercato si trova la Pizzeria del Popolo di Gianni Breglia e del cognato. Un locale che fa numeri da capogiro e che non ha mai tradito la sua mission popolare, ossia un prodotto alla portata di tutti. Impasto tradizionale di scuola centro storico, per la precisione a marchio “Di Matteo”, sottile di pasta e con cornicione poco pronunciato. Quella che però ci ha colpito è un ripieno che alla proposta del nome avevamo storto il naso temendo l’ennesima noiosissima pistacchio e mortadella e all’elencazione degli ingredienti avevamo scartato.

Solo le insistenze di Gianni ci hanno convinto. Mai avremmo immaginato che pomodoro e mortadella potesse essere un abbinamento così godurioso. Il ripieno fatto con  pomodoro, mortadella, provola affumicata, pepe e scaglie di parmigiano reggiano. Sopra una leggera marinara. Una sorpresa gradevolissima con questo stacco della mortadella con il pomodoro e le scaglie di parmigiano fuse dalla temperatura a dare un tocco finale. Una pizza assolutamente popolare ma con toni innovativi nella seppur combinazione semplice degli ingredienti.

10. La “Baccalà di Natale in fumo” di Gennaro Jolly Catapano

A Palma Campania (NA) ormai la Pizzeria Jolly di Gennaro Catapano e famiglia è una vera certezza. Qui La pizza è contemporanea ma gioca con prodotti locali e nuovi senza mai divenire banale o scontata. Un prodotto vesuviano per eccellenza e tradizione plurisecolare diventa strepitoso grazie ad una leggera affumicatura. Su un impasto delicatissimo e quasi scioglievole ma fragrante lungo i bordi si fondono i sapori del Natale vesuviano. Fiordilatte e papaccelle accolgono in uscita baccalà affumicato, scarola ancora croccante e crema di papaccelle. Il bis di gola è pressoché garantito.

 

Le nostre pizze del 2024: un anno ricco di stili e sperimentazioni.

I Padellini e i tranci.

11. La “Vegetariana” di Rustiko

Da sempre strizziamo un occhio ai vegetariani ma difficilmente abbiamo trovato un prodotto che fosse fuori schema e non banale. La Vegetariana di Giuseppe Vitiello, della storica Loggetta e oggi Rustiko a Santa Maria Capua Vetere (CE) è davvero interessante. L’eclettico pizzaiolo casertano la serve su tonda, pala e teglia. Personalmente ci ha colpito particolarmente su trancio con i suoi ingredienti lavorati in maniera tale da dare vita a una vegetariana che nemmeno un carnivoro convinto potrebbe rifiutare.

Pomodoro confit, melanzane a funghetto ripassate in padella con pomodoro e basilico, crema di peperone su base fior di latte e su crumble a donarle croccantezza. Davvero eccellente. Croccante e suadente al contempo con un equilibrio e un vegetale marcato e gustosissimo.

12. La “Strawberry Marshmallow” di Apprendista pizzaiolo

La moda delle pizze dolci va avanti da qualche anno anche con spunti interessanti sul panorama italiano dove Pier Daniele Seu a Roma ha per primo tracciato la strada di sicuro. Ma in Campania si stanno affacciando giovani  con belle idee. E’ il caso della pizza in questione che ha meritato la vetrina del sabato sul nostro sito nel corso dell’anno. Impasto alle fragole volutamente lasciato ad una cottura ultimata ma soffice e quindi con la stessa consistenza dei marshmallow guarnito su con crema di ricotta dolce, confettura di albicocche pellecchiella del Vesuvio, arachidi tostate e leggera spolverata di cacao amaro.

Ribadiamo qui nuovamente che è tra le migliori pizze dolci di sempre. Indirizzo imperdibile a San Nicola la Strada (CE).

13. La “Dolcetto Scherzetto” di Enrico Arena

Torniamo a Santa Maria Capua Vetere (CE) in casa di Enrico Arena, giovane e talentuoso pizzaiolo acerrano cresciuto nella città di Pulcinella alla corte di Gaetano Paolella. La pizza in questione è sul podio di quelle dolci a contendersi il primo posto in un immaginario ex aequoe e nasce dall’amicizia dichiarata anche a menu e non nascosta come molti fanno con lo chef Giovanni Sorrentino BiB Gourmand di Gerani a Santa Maria la Carità (NA). Padellino fritto e ripassato in forno con sopra zucchero, cioccolato bianco, caramello homemade, arachidi salate e biscottino alla zucca. Anche qui un pezzo non basta se siete golosi quel tanto che basta.

14. Il “Sonetto” di Emiliano Savarese “Sgarù”

Pizzaiolo per il momento senza ancora fissa dimora, Emiliano Savarese è una delle promesse più interessanti del panorama dei nuovi pizzaioli. Non giovanissimo vanta dalla sua parte una cultura superiore alla media, una grande sensibilità professionale e dei trascorsi di vita che lo hanno visto girare per mezzo mondo.

Il Sonetto è un impasto studiato con grandissima cura e porta con se questo nome per il rumore che fa quando nel forno si solleva sibilando come se suonasse. A noi è stato servito con crema di gorgonzola mascarponato, speck e noci. Un abbinamento classico che lo impreziosiva comunque.

15. La "Amatriciana" dell'Hobo Food Explore

Salvatore Bonetti e Sebastiano Giannino di solito amano giocare con impasti e topping, ma stavolta virano su una pizza estremamente semplice: sugo di pomodoro perfetto, guanciale cotto alla perfezione, una bella grattata di pecorino romano scorza nera e basilico spezzato a mano. Essenziale e saporita

Le nostre pizze del 2024: un anno ricco di stili e sperimentazioni

Un fuori concorso!

16. Non è una pizza ma il migliacciello salato di Carla e Salvatore Oliva

Nel cuore della Sanità di Napoli c’è ancora chi fa una preparazione complicata e antichissima. Il migliacciello salato. Per noi ha un valore culturale prima che la forza di un fritto buonissimo. E’ identitario, locale e storico. Impasto di polenta di mais con dentro provolone, pepe, salame, cicoli, fatto a polpetta e poi fritto fino a doratura. Le pizze sono buonissime per la scuola di Salvatore Oliva è quella della mamma Concettina ai tre Santi, storica pizzeria della Sanità già 50 anni fa ma i migliaccielli già da soli valgono il viaggio. E pooi Carla, Salvatore e i due figli, bravissimi ragazzi, meritano la visita.

Queste Le nostre pizze del 2024: un anno ricco di stili e sperimentazioni

Se ritenete di volerci far provare una pizza che sia fuori dagli schemi contattateci pure in redazione.

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