Quando si parla di uve internazionali la mente vola direttamente alle rappresentanti del bordeaux, quei cabernet e merlot che tanto sono usati in tutto il mondo, ma ci dimentichiamo spesso di una grande uva il syrah, che merita invece di essere menzionata più spesso.
Una lotta impari quella tra la valle del Rodano e le più blasonate Borgogna e Bordeaux, una lotta che Alain Graillot porta avanti dagli anni ottanta.
Lasciato il lavoro come ingegnere agroalimentare si dedica alla coltivazione della vite nella valle natale, più precisamente nella pianura della Roche-de-Glun nella AOC del Crozes Hermitage, zona rinomata per la produzione di syrah e viognier.
La passione per il vino e la natura è palpabile e traspare dai prodotti di Graillot che oscillano come un pendolo tra innovazione e tradizione; tradizionale è la coltivazione della vigna con una maniacale attenzione alla natura e ai classici impianti a guyot, innovativa è la vinificazione che avviene con graspo intero, con macerazioni lunghe e affinamenti in barrique esauste.
Ne scaturisce un vino pulito, elegante e di grande impatto olfattivo, dimenticate le spremute di pepe che siamo abituati a bere quando parliamo di syrah, qui la spezia è delicata e avvolgente, il pepe esiste ma non sovrasta, come in cucina è solo un esaltatore di profumi e sapori; sono i frutti rossi e le note di minerale che la fanno da padrona.
Un vino invitante, essenziale nella sua disarmante bevibilità, ma di grande profondità ed estrema piacevolezza.
Cos’altro dire…… #lanostravitaèincredibile
Stefano Cengiarotti Malini, nato a Verona l’01/02/1991, appassionato di vino dall’inizio della sua carriera, sviluppa il suo amore per lo stesso già nella sua prima esperienza al Vittorio Emanuele ristorante storico del centro della città di Romeo e Giulietta; successivamente entra a far parte della brigata dell’Antica bottega del Vino la Mecca di tutto i sommelier della città, qui incontra il suo mentore e amico Alberto Bongiovanni, figura che tutt’ora ha una grande influenza nella vita di Stefano.
Diviene ufficialmente sommelier AIS nel gennaio 2018, ma sono le visite alle cantine e la continua voglia di studiare che lo rendono quello che è ora.
Gli anni del covid sono complicati per la ristorazione della città quindi Stefano decide di approcciare il lavoro in vigna e successivamente si sposta nelle langhe in quella barbaresco che è meta enogastronomica di rilievo assoluto, qui collabora con chef Manuel Buchard all’Antinè bistrot nel centro del paese di Gaja.
Ora gestisce la cantina del Donatelli-3011 pizzeria gourmet, con 2 spicchi del gambero rosso, in provincia di Verona, locale che fa dell’innovazione e della ricerca la base su cui costruire un progetto, questi punti sono alla base delle scelte della carta di Stefano, scelte della quali sicuramente vi parlerà.