Lo Stappo: Don Chisciotte Pierluigi Zampaglione 2021
Oggi vorrei parlare di un’idea, di una scommessa, di miracolo; oggi parliamo di Irpinia e più nello specifico del miglior esempio di Fiano che questa zona possa proporre.
Già il nome del territorio è emblematico e ci rimanda a terreni difficili, scoscesi e alti, è difatti così l’Irpinia una zona vitivinicola che solo negli ultimi anni sta emergendo anche perché prima di Zampaglione in questa zona veniva prodotto poco per non dire niente.
Ricco di minerali e sali il terroir in cui Pierluigi coltiva vive di terreni vulcanici, temperature rigide e altitudini di tutto rispetto, infatti i sui vigneti crescono intorno agli 800 metri di altitudine in scoscesi monti complicati da coltivare, ma che tanto posso dare alla vite.
Ne scaturisce un progetto ambizioso iniziato nel 2002, ma che oggi ci regala una delle espressioni più piacevoli di Fiano che il panorama vitivinicolo abbia da offrire.
La cantina di Zampaglione è la prima nel territorio a sfruttare la coltivazione biologica, che negli ultimi anni si avvicina fortemente a quella naturale, un’attenzione maniacale della vigna e della produzione del vino, per quanto possa sembrare scontato, sono la forza dell’azienda, che si impone come la miglior espressione di Fiano di Irpinia del panorama.
Don Chisciotte è l’unico vino prodotto da Zampaglione una scommessa assurda se pensiamo al mercato attuale, ma che tanto sta ripagando l’ azienda, facendo di fatto entrare questo Fiano nell’immaginario collettivo di noi addetti all’ “idratazione” come uno di quei vini da bere almeno 1 volta nella vita.
Don Chisciotte è quello che definiamo un Orange wine, praticamente un vino bianco da macerazione sulle bucce, di grande profondità e freschezza, un vino completo ed elegante che riempie il palato e accarezza dolcemente l’olfatto; è una goduria berlo così come fosse un prosecco da aperitivo, è impressionante in abbinamento soprattutto con brodi leggeri di verdure o cappone ed è allucinante come possa essere un vino orizzontale da poter usare anche dopo pasto per riscaldare gli animi.
Cos’altro dire…
#lanostravitaèincredibile

Stefano Cengiarotti Malini, nato a Verona l’01/02/1991, appassionato di vino dall’inizio della sua carriera, sviluppa il suo amore per lo stesso già nella sua prima esperienza al Vittorio Emanuele ristorante storico del centro della città di Romeo e Giulietta; successivamente entra a far parte della brigata dell’Antica bottega del Vino la Mecca di tutto i sommelier della città, qui incontra il suo mentore e amico Alberto Bongiovanni, figura che tutt’ora ha una grande influenza nella vita di Stefano.
Diviene ufficialmente sommelier AIS nel gennaio 2018, ma sono le visite alle cantine e la continua voglia di studiare che lo rendono quello che è ora.
Gli anni del covid sono complicati per la ristorazione della città quindi Stefano decide di approcciare il lavoro in vigna e successivamente si sposta nelle langhe in quella barbaresco che è meta enogastronomica di rilievo assoluto, qui collabora con chef Manuel Buchard all’Antinè bistrot nel centro del paese di Gaja.
Ora gestisce la cantina del Donatelli-3011 pizzeria gourmet, con 2 spicchi del gambero rosso, in provincia di Verona, locale che fa dell’innovazione e della ricerca la base su cui costruire un progetto, questi punti sono alla base delle scelte della carta di Stefano, scelte della quali sicuramente vi parlerà.