“Monti Lessini” Metodo Classico e “Lessini Durello” Metodo Italiano, il gusto delle “Bollicine Vulcaniche”

LESSINI DURELLO

Il sistema spumantistico italiano è sempre più variegato, con quarantuno aree geografiche che danno origine a spumanti autoctoni di territorio, ambasciatori del made in Italy anche all’estero.

Tra queste file troviamo la realtà del “Monti Lessini” Metodo Classico e del “Lessini Durello” Metodo Italiano, entrambi prodotti con uva Durella, ma due distinte identità che l’assemblea dei soci ha deciso di dare a questo spumante. Con la dicitura “Lessini Durello” verrà indicato solo lo spumante prodotto in autoclave, mentre la denominazione “Monti Lessini”, finora dedicata ai vini fermi, cambia pelle e diventa luogo ideale per lo spumante ottenuto con rifermentazione in bottiglia.

Una scommessa coraggiosa per questa DOC nata trent’anni fa e che ha avuto una crescita importante negli ultimi 5 anni, diventando la quinta DOC spumantistica italiana.

La zona di produzione del Lessini Durello si trova sulle colline tra Verona e Vicenza, qui gli ettari coltivati a Durella sono circa 360 sulle colline veronesi e un centinaio su quelle vicentine e oggi si contano ben 32 aziende socie del Consorzio.

Per capire questo spumante, va esaminata l’uva con cui viene prodotto, la Durella appunto. Quest’uva a bacca bianca è storicamente molto legata al suo terroir di provenienza. Le sue origini sono molto antiche e le prime testimonianze scritte risalgono al 1200 su manoscritti e statuti comunali quando era chiamata Duracina o Durasena, poi chiamata Cagnina, Rabbiosa per le sue peculiarità, sia lo spessore della sua buccia dura resistente al freddo e alle malattie, sia per la sua acidità da intendersi come freschezza (ha infatti12 gr/l di acido malico).

La Durella ha una grande finestra per la raccolta, ossia da inizio settembre (che per loro è da considerarsi anticipata), fino alla sua perfetta maturazione tecnologica.

Va anche detto che ci sono diversi cloni di Durella, di cui ne sono stati recuperati circa 8/9, tra questi, tre sono quelli più diffusi, la Durella Gentile (dal grappolo serrato), la Durella Grossa e la Durella Festugati (dal grappolo alato).

La riscoperta di questo vitigno inizia negli anni sessanta, ma fino agli anni 80 del 1900 era utilizzata principalmente per tagliare vini fermi o basi spumante.

Gli ettari vitati produttivi a Durella sono circa 400 con numero di ettari destinato a crescere, con un 70% che si trova in territorio vicentino e un 30% in quello veronese. Il clima è temperato, con ultime annate piuttosto complicate, ma quello che rende questo vitigno davvero unico e territoriale è la composizione e l’origine dei suoli. Un suolo vulcanico quello dei Monti Lessini, molto diverso dall’Etna e dal Vesuvio, qui infatti si ritrova abbondanza di basalto, ferro, magnesio e tanti altri elementi minerali. Interessante il lavoro di zonazione che ha permesso di individuare ben 15 sottozone, tali da comprendere le differenze espressive dei vini prodotti.

Il Consorzio partecipa a tutte le azioni di valorizzazione e di tutela del patrimonio culturale della Lessinia, di particolare interesse vi è la Val d’Alpone, dove si trova la Pesciara di Bolca, uno dei più importanti giacimenti fossiliferi del mondo (ad oggi tra i siti candidati a Patrimonio UNESCO), posto a circa 2 km da Bolca, da cui si sono estratti migliaia di pesci. Le sue rocce calcaree sono espressione di un’antica laguna tropicale dell’Eocene di circa 48 milioni di anni fa.

Ulteriore elemento importante e caratterizzante nella produzione di questi spumanti è il sistema di allevamento della Durella, a pergola veronese, riscoperta per la viticoltura di montagna, ideale per il cambiamento climatico in atto, perchè permette una maggiore insolazione e un migliore ricambio di aria, oltre a una migliore pigmentazione delle uve.

L’uva Durella esprime al meglio le sue potenzialità nel campo del Metodo Classico, soprattutto se declinato nella versione Riserva, che prevede un affinamento sui lieviti di sessanta mesi. Il profilo olfattivo che lo connota è elegante, contraddistinto da delicati profumi fruttati in zona con terreni ricchi di argilla fluviale, più floreali e agrumati nelle zone più alte. Al palato spicca per la tagliente acidità, dinamico e con un finale piacevolmente sapido, intenso e consistente. Versatile compagno della tavola, può accompagnare un pasto dall’aperitivo, finanche con le riserve, a piatti classici della cucina del territorio, come il baccalà alla vicentina, o l’anguilla.

Un prodotto sempre più richiesto anche dai mercati esteri che farà ancora molti passi in avanti, visto lo spirito di gruppo e di rete che guida i produttori di questa piccola e caparbia denominazione.

Durella

DURELLA

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