“Nel giardino del diavolo” di Stewart Lee Allen: sette peccati capitali, tante ricette e un mondo da assaggiare
Dalla mela del peccato alle origini del ketchup, passando per le vacche sacre e gli aborigeni australiani: Nel giardino del diavolo è un libro che si legge come un atlante del gusto contaminato dai vizi capitali. Stewart Lee Allen ci accompagna in un viaggio tra antropologia, storia del cibo e storytelling, servendo aneddoti incredibili e spunti di riflessione come se fossero piatti ben conditi.
Ogni capitolo è dedicato a un peccato capitale (gola, lussuria, ira…), e ad ognuno corrisponde un menù. Sì, proprio così: l’autore abbina piatti (a volte improbabili, a volte geniali) a emozioni e pulsioni umane, come a dire che ciò che mangiamo racconta chi siamo, o almeno chi scegliamo di essere mentre affondiamo la forchetta.
Le ricette inframezzano i racconti di viaggio: si va dalla cucina vudù al puré di patate di Robuchon, passando per pozioni afrodisiache e pasti da sopravvivenza. È un libro da tenere in cucina o sul comodino, perché non si legge d’un fiato ma a piccoli morsi. Perfetto per chi ama la cultura gastronomica, ma anche per chi cerca storie che parlano di cibo senza cadere nella solita retorica gourmet.
Il suo vero pregio? Riesce a educare senza prediche, coinvolgendo e sorprendendo. Un ottimo antidoto al moralismo da etichetta alimentare e una lettura goduriosa per chi non ha paura di mescolare il sacro e il profano…anche a tavola.
Dal menù dell’accidia, il puré di patate “casalingo” di J.Robuchon:
- 1kg patate (varietà ‘fin de ratte’, prego)
- 1 tazza di burro di frigorifero, tagliato a pezzetti
- 1 tazza di latte intero
- Sale marino
Lavate le patate con la buccia, disponetele in una grande casseruola e copritele completamente d’acqua fredda. Aggiungete il sale, un cucchiaio circa per litro d’acqua.
Fate cuocere senza coperchio per trenta minuti (o fino a quando un coltello infilato nella patata ne esce facilmente).
Togliete le patate dall’acqua e sbucciatele ancora calde. Schiacciatele in una casseruola con lo schiacciapatate (in alternativa usate il passaverdura, anche se sarebbe meglio evitarlo).
Mettete la casseruola sulla fiamma a fuoco basso e mescolate energicamente per cinque minuti con una spatola di legno, in modo che il composto si amalgami, quindi cominciate ad incorporare il burro un pezzetto alla volta, come nella preparazione del beurre blanc. Il burro deve essere molto freddo.
Portate il latte a ebollizione e versatelo lentamente sul purè, continuando a mescolare energicamente finché viene assorbito del tutto.
Se desiderate un purè più morbido, mettetelo nel passaverdura con i buchi più sottili, aggiungendo altro burro o latte, se necessario.
Potete preparare il purè un’ora prima di cena, mantenendolo al caldo fino al momento di servire.
Mangiandolo scoprirete che è proprio lì che si nasconde il diavolo, nei dettagli, tra le pieghe della voluttuosità del puré.