Oggi è anche Pesach – (la Pasqua ebraica). La ricetta delle "pizzarelle con il miele" del Ghetto di Roma.

Pesach è la Pasqua ebraica e ricorda la liberazione dalla schiavitù d’Egitto, una libertà strappata al Faraone a forza di piaghe.
La fuga e la fretta con cui gli ebrei prepararono le vettovaglie per il viaggio, il pane che non ebbe tempo di lievitare, le erbe amare simbolo della durezza della schiavitù, l’agnello legato quattro giorni prima, sacrificato e mangiato pubblicamente, di fronte agli egiziani che lo adoravano, a dimostrazione della sua impotenza come divinità.
Sono molti i significati legati a questa festa ma concentrandoci sul pane azzimo e sulla proibizione assoluta di non solo mangiare ma addirittura vedere il lievito nelle proprie case, diremo che che il “pane dell’afflizione” è anche il simbolo della semplicità e dell’umiltà, non lievitato e quindi non “gonfiato”, un monito contro l’alterigia e la superbia umana.
Le azzime sono, naturalmente, anche al centro delle varie preparazioni tradizionali.
Ogni famiglia romana ha una sua ricetta personalizzata, quella della nonna, passata alla mamma e quindi alla figlia, qualcuno aggiunge e qualcuno toglie rendendo unica e irripetibile la sua ricetta.
Le pizzarelle col miele in genere concludono il Seder, la cena rituale in cui si narra dell’esodo mangiando in successione una serie di cibi simbolici.
Ecco la ricetta e Buon Pesach e Buona Pasqua a tutti.

Pizzarelle col miele Ingredienti:
4 azzime
4 uova
8 cucchiai di zucchero
un pizzico di sale pinoli
uva sultanina
cioccolato amaro
miele

Procedimento
Mettere a bagno le azzime (solo quelle dure), fatte con solo acqua e farina.
Si mettono a bagno la sera prima per poi strizzarle bene fra le mani il giorno dopo.
Si mettono in un conchino e si finisce di romperle con la forchetta.
Si incorporano le uova e gli altri ingredienti facendo sempre la stessa attività con la forchetta.
Si friggono in olio abbondante prendendo una piccola quantità d’impasto con un cucchiaio precedentemente bagnato nell’olio della padella.
Quando sono dorate, scolarle nel colabrodo o nella carta paglia.
Infine accomodarle sul piatto da portata e versarci sopra il miele caldo sciolto con un po’ d’acqua.

di Umberto Pavoncello

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