Pizzeria Agricola Panella. La fierezza di essere “solo” contadini

Anni fa nel corso della guerra in Cecenia un Tg mandò in onda le immagini di un combattente ceceno in una buca armato di kalashnikov completamente circondato da una divisione corazzata russa che nonostante le palesi circostanze di inferiorità gridava “arrendetevi, siete circondati”.

A parte il notevole fegato alludeva al fatto che fossero in territorio ceceno e che non era lui il “circondato” ma loro dalla sua terra.

Castelpoto è un piccolo centro rurale posto su un crinale roccioso a pochissimi chilometri dalla città di Benevento, patrimonio mondiale dell’Unesco.

Balzata agli onori della cronaca gastronomica grazie alla Salsiccia rossa, Presidio Slow Food, ha una storia che si ferma nella notte dei tempi per ripartire dal 1959 quando la mulattiera che li collegava al comune di Apollosa (dove è nato mio padre e parte dei miei antenati) fu allargata e divenne una strada.

Di lì a breve nacque anche la strada per Benevento e lo zatterone con la fune con il quale si trainavano da una sponda all’altra del torrente Jenga.

Fino a quell’anno Castepoto era il paese dei “Valani”, gli schiavi bambini venduti dalle famiglie a ricchi proprietari terrieri per un anno in cambio di grano o soldi.

Una vergogna che si consumava a Piazza Orsini dinanzi alla Curia Arcivescovile nella pubblica Piazza Orsini di Benevento dove ai bambini si controllava la dentatura e la consistenza di braccia e cosce come ai cavalli. Uno schifo che ogni volta che ci penso detesto sempre più un prete!

I castelpotani però in un grido di silenziosa e dignitosa libertà seppero reagire a queste vergogne umane e diedero prova di collettività costruendo nello stesso anno la Sezione del PCI portando ciascuno di loro uno o due mattoni di tufo per edificarla tutti insieme a mano.

Ancora oggi lì sorge un bar e un circolo e per tutti è “la sezione”. Si può essere “uomini” una sola volta nella vita ma quando lo si diventa lo si è per sempre.

A poche centinaia di metri dalla sezione dove comincia la piena campagna i fratelli Massimiliano e Antonello Panella con le rispettive compagne hanno scelto per la terra.

Sono partiti da lì dove tutto sembrava essersi fermato e con un grido unico hanno dato impulso alla vecchia attività del contadino conferendole grande dignità.

Le passate di pomodoro hanno avuto un loro packaging grazie anche alla collaborazione della brava Elisia Menduni. Poi sono arrivati i sottolio e il miele che l’UniMol (Università del Molise) vuole studiare in una ricerca sperimentale della quale racconterò un’altra volta.

Un bel giorno Massimiliano si è imbarcato con Antonello e ha contattato Gabriele Bonci dicendogli “voglio imparare a fare la pizza”.

Il gigante (in tutti i sensi) romano della pizza in teglia da vero saggio gli ha dato le giuste indicazioni per imparare a fare il pane bene. La pizza sarebbe venuta poi.

E’ stato così che Massimiliano e Antonello, entrambi laureati ma innamorati della propria terra, meticolosi imprenditori con il piglio e la testardaggine del contadino e la volontà di chi costruisce una sezione di un partito portando un mattone, hanno inaugurato la Pizzeria Agricola Pannella.

Io ci sono stato due volte quando era ancora estate e allestivano dei graziosi tavoli sull’aia con barattoli con erbe aromatiche ed edera e cominciavano il loro piccolo show con un menu semplificato basato su 4-5 pizze proposte racchiuse in due Menu degustazione (Interazioni e Castelpoto) ciascuno da 3-4 o 4-5 pizze, o meglio tranci di pizza anche generosi nella porzione.

Rispettivamente 18 e 20 euro per un viaggio nel territorio e nell’azienda agricola Panella con incursioni (di qui il nome del primo menu degustazione) nelle aziende agricole laziali Pulicaro, Faraoni e Valleluterana. Il secondo basato sull’ultimo trancio con presenza di salsiccia fresca di Castelpoto.

Belli e decisi i connubi con grande equilibrio studiato in maniera meticolosa da Antonello e Luciana, la compagna di Massimo che accompagna ogni operazione con la sua supervisione critica.

Eccellente il pane che, essendo in periodo di periodo di raccolta di pomodori che scaricavano gli zuccheri da qualche giorno in attesa di essere lavorati, ho testato con pomodori e olio extravergine di loro produzione.

Un eccellente tagliere con salumi di maiali locali e i formaggi dei “fratelli” contadini laziali.

Meno forti sui dolci ma con grandi idee in crescita.

Ho innaffiato il tutto in entrambi i casi con un rosato “Vigna rosa” di Capolino Perlingieri, bell’aglianico “vinificato in bianco”, profumato, avvolgente ma con una gradazione non eccessiva.

Un indirizzo da segnare e andarci, come farò, anche in inverno perché è un luogo dove respiri fierezza e intelligenza, cultura e selezione, territorio e passione, materia prima e duro lavoro.

In fondo loro non sono pizzaioli ma solo contadini.

Arrendetevi, siete circondati!

Pizzeria Agricola Panella

Via G. Matteotti (senza civico, chiedete e vi indicheranno!)

Castelpoto (BN)

Aperto la sera dal venerdì alla domenica inclusa dalle 20,30 alle 23.00

Solo su prenotazione al 329 882 7996

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