Portogallo: le vigne che si tuffano nell’Atlantico

Portogallo: le vigne che si tuffano nell’Atlantico

Ci sono dei luoghi molto incantevoli al mondo, alcuni dei quali sono considerati patrimonio dell’umanità e pertanto tutelati dall’UNESCO, come alcune delle vigne a terrazze del Portogallo.

Questo è un Paese che ha dominato a lungo il mondo con i suoi vascelli, eppure nella sua storia la popolazione non è mai stata così numerosa e povera da esser costretta a cercare altri lidi per sbarcare il lunario, anzi ha sempre avuto delle tradizioni agricole ricche, specialmente in campo vitivinicolo.

Oggi di quel favoloso passato coloniale non rimangono solo i pittoreschi palazzi ed i musei fornitissimi di antiche mappe di navigazione e di ori ed argenti conquistati ai quattro angoli del mondo, ma anche dei tesori viventi e cioè i vigneti, che da secoli adornano meravigliosamente dei paesaggi altrimenti destinati a sassi o a plaghe e producono vini famosi e veramente buoni.

Il turismo è una delle risorse maggiori, ma l’oceano non è un mare e riserva perciò delle giornate splendide in cui non si può stare in spiaggia a causa di onde molto lunghe e potenti oppure della bassa marea (specie in Algarve, le acque si ritirano lasciando centinaia di metri di pozzanghere e detriti) e che vanno perciò dedicate alle gite nell’entroterra.

Una delle guide più belle è un libretto di un centinaio di pagine, Rotas do vinho, cioè Strade del vino, edito da Publicações Dom Quixote su incarico della governativa ICEP e scritto da Duarte Calvão che, attraverso le eccellenti immagini di una decina di maestri della fotografia, per circa 10 € propone ai lettori trenta gite turistiche attraverso undici regioni.

Mancano soltanto l’isola di Madera (da cui l’omonimo vino e che è anch’essa portoghese fin dalla sua scoperta nel 1420), la regione di Trás os Montes nel Nordest, troppo lontana dai luoghi turistici, e l’Algarve, che è talmente superaffollato in ogni luogo da non aver certo bisogno di farsi conoscere.

Oggi in Portogallo ci sono 23 denominazioni d’origine DOC, che si differenziano spesso in sottozone particolari. Negli itinerari fra queste aree di interesse vinicolo la guida propone delle panoramiche più turistiche che enologiche, accompagnate da bellissime fotografie, ma anche in questo Paese il vino è cultura, storia, tradizione, arte, folclore e paesaggio, la cosa non disturba affatto ed anzi avvicina delicatamente al mondo del vino quella moltitudine di stranieri che non ne è immediatamente affascinata.

Portogallo: le vigne che si tuffano nell’Atlantico

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IL SETTENTRIONE: Alto Douro e Costa Verde

Nel territorio della DOC del grande fiume Douro si trovano le zone di Baixo Corgo, Cima Corgo e Douro Superior. Le loro aree di maggior rilevanza sono state iscritte nel 2001 dall’UNESCO nell’elenco dei patrimoni dell’umanità da tutelare, ma già nel lontano 1756 i vigneti intorno a Mesão Frio, in particolare, erano stati sottoposti alla custodia del re.

La cittadina fluviale di Peso da Régua, pochi chilometri a monte, è stata per decenni il centro di smistamento delle chiatte cariche di vino per Vila Nova de Gaia, sulla foce del fiume, dove tutto il vino si trasformava nel ben più famoso Porto.

Una ventina di chilometri più a Nord, nei pressi del parco naturalistico di Alvão, si trova la cittadina universitaria di Vila Real con uno straordinario, meraviglioso palazzo barocco della prima metà del ‘700, opera di Nicolò Masoni, circondato da uno splendido parco ricco di viali fioriti e piante esotiche.

L’interno colpisce per la ricchezza delle sale e del mobilio, notevole la biblioteca, con un’antica edizione delle Lusiades di Camoes, o la collezione di rami per incisioni, i ventagli e gli oggetti di culto. Il disegno di questo palazzo decora purtroppo l’etichetta del famigerato Mateus Rosé. Oggi questo vino viene prodotto da una delle tre più grandi ditte vinicole portoghesi, la SOGRAPE, che domina la storica Casa Ferreira e che esporta Barca Velha.

Tra gli altri produttori sul Douro ci sono Casal do Jordoes, Quinta da Raposeira, Vinhos Óscar Quevedo a São João da Pesqueira, tra le colline orientali della riva sinistra, mentre tra quelle della riva destra non lontano da Alijó ci sono Adega Cooperativa de Favaios e Quinta do Castelinho.

Non lontano da questo paese, nelle caverne delle alture Carlão sono stati rinvenuti dei disegni rupestri preistorici la cui fama è stata in parte offuscata dalla scoperta delle incisioni rupestri nella valle del Cõa, che risalgono a ventimila anni fa e sono anch’esse tutelate dall’UNESCO.

La più grande superficie della vitivinicoltura portoghese di origine controllata è la DOC Vinho Verde, anch’essa nel Nord. Il suo vino più famoso porta il nome di Vinho Verde, ma non è verde, bensì rosso, rosato e bianco: il nome lo deve, invece che al colore, alla regione di origine, la Costa Verde e grazie al fatto di essere un vino che si beve molto giovane. In questa zona del medio e basso Douro, infatti, clima e suolo garantiscono la produzione di un vino leggero (da 8 a 11°), frizzante, fruttato e morbido, perfetto per accompagnare pesce e crostacei ed un quarto del vino che si produce in Portogallo è quindi Vinho Verde, il cui maggior produttore è Quinta da Aveleda.

Portogallo: le vigne che si tuffano nell’Atlantico

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IL CENTRO: Dão, Távora-Varosa, Barraida e Beira Interior

Capoluogo della zona zona vitivinicola DOC Dão è Viseu, una città di circa 80.000 abitanti, dove nel 1475 è nato proprio Grão Vasco. A Viseu vale la pena visitare il locale museo con altre opere del famoso pittore, la stupenda cattedrale monumentale e la chiesa barocca della Misericordia.

I vigneti in questa zona sono piantumati principalmente con alfrocheiro preto ed encrouzado, jaen, touriga nacional e occupano circa 20.000 ettari frazionatissimi fra circa 100.000 produttori, di cui solo un decimo fa più di 500 litri di vino l’anno. A questa regione, attraversata dai fiumi Dão, Mondego e Vouga, gli intenditori di vino assegnano i maggiori consensi, il futuro vitivinicolo del Portogallo. I produttori principali sono Quinta da Turquide, Quinta do Penedo dos Mouros i Udaga (União Adegas Cooperativas do Dão).

Più giù, quasi ai piedi della Serra de Estrela, troviamo anche Quinta da Bica e le collegate Quinta da Pellada e Quinta da Sães (insieme circa 40 ettari), dove emerge Alvaro de Castor, riconosciuto come uno dei pionieri della nuova qualità dei vini Dão. Le grandi estensioni sono in mano alla Sociedade Agrícola de Santar (Casa de Santar, a Nelas, con 120 ettari e 600.000 bottiglie l’anno è la più antica e la più grande cantina del Dão) e alla onnipresente SOGRAPE, che vinificano le uve dei popolari vitigni gazela, grão vasco e duque de viseu nei tipi rosso e bianco.

La DOC Távora-Varosa, invece, non è conosciuta come una grande DOC, ma ricava dei buoni vini bianchi e specialmente spumanti da malvasia fina e bical e dei buoni rossi dai vitigni autoctoni touriga e tinta roriz.

A Lamego, le cui origini risalgono all’epoca dei Celti, nel 1143 la nobiltà portoghese giurò fedeltà al re del Portogallo Dom Alfonso Henriquez. Per l’aiuto ottenuto durante la conquista di Trancoso, il re assegnò São João de Tarouca ai Cistercensi, che vi costruirono il primo monastero in Portogallo.

Vi si trova una delle opere più belle della pittura portoghese, un quadro raffigurante San Pietro, dipinto probabilmente da Gaspar Vaz oppure Grão Vasco. Il museo di Lamego raccoglie alcune delle opere di Grão Vasco, che è considerato il più grande pittore portoghese del XVI secolo. Il più bell’edificio di Lamego è però il santuario barocco di Nossa Senhora dos Remédios, meta di folle di pellegrini, specialmente l’8 settembre.

La DOC Barraida (barro significa terreno argilloso) si estende nella pianura tra i fiumi Mondego e Vouga e bacia la storica Coimbra, che vanta un’università fondata nel lontano 1307. I vigneti della DOC comprendono circa 13.000 ettari, due terzi dei quali piantumati con varietà rosse autoctone, quasi unicamente col vitigno baga.

I produttori più famosi sono raccolti intorno ai paesi di Sangalhos e Anadia, tra cui Caves Aliança (la terza cantina del Portogallo con 10 milioni di bottiglie l’anno da 300 ettari di proprietà e da terzi), Caves do Barroção, che possiede anche vigneti sul Douro e Caves São João, dove lavora il grande Luiz Costa. Anche la Sociedade dos Vinhos Borges & Irmãos di Vila Nova de Gaia vinifica vini da uve della DOC Barraida. La DOC Beira Interior è una zona montagnosa stretta tra la Spagna ed il parco naturalistico della Serra di Estrela, la più alta catena continentale del Portogallo, con il monte Torre a 1993 metri sul livello del mare.

Non offre condizioni molto entusiasmanti per la viticoltura, ma, nonostante questo, la caparbietà di alcuni produttori vi ottiene dei risultati insperati. Si tratta di Adega Cooperativa Fundão, Adega Cooperativa de Covilhã, Quinta das Boicas, Irmãos Cabral e D’Aguiar Companhia Agrícola, che amministra le masserie del convento di Figueira de Castelo Rodrigo.

Portogallo: le vigne che si tuffano nell’Atlantico

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IL CENTRO-SUD: Ribatejo, Estremadura, Lisbona, Alentejo

Ribatejo è la grande pianura sul basso corso del Tejo (il grande fiume chiamato Tago in Spagna) e del Rio Sorraia, invasa da paludi, coltivazioni di riso e campi di grano, ma ci sono anche i vigneti, che ospitano soprattutto la varietà rossa castelão frances (detto localmente joão santarém) e le varietà bianche fernão pires e arinto.

I vini DOC portano il nome delle città intorno alle quali si raccolgono forse… per sfuggire all’umidità. Come Tomar, con i produttori Casa Agrícola Solar dos Loendros e Quinta Casal das Freiras, oppure Santarém e Almeirim, con Casa do Alambique, Casal de Monteiro, Quinta da Alorna, Quinta da Chantas e Quinta do Casalinho, ma anche Coruche con Adega da Companhia das Lezíras, Quinta Grande e Quinta de Santo André ed infine Cartaxo con Adega Cooperativa do Cartaxo, Quinta da Amoeira, Quinta de Vale de Fornos e Quinta Fonte Bela.

La regione di Estremadura richiede speciale attenzione per le sue DOC delle città vinicole di Alenquer, Arruda, Lourinha, Óbidos (splendido borgo fortificato) e Torres Vedras Allenguer, ma anche per la DOC Encostas d’Aires intorno alla città di Leira. Anche qui s’incontra la varietà rossa castelão frances (detta periquita) e le bianche fernão pires e arinto, oltre alla tinta miúda.

I maggiori produttori sono Quinta da Abrigada e Quinta de Pancas ad Alenquer, Adega Cooperativa de Arruda dos Vinhos ad Arruda, Caves Vidigal a Encostas d’Aire e Quinta da Tapada a Torres Vedras. Vicino alla capitale Lisbona troviamo le zone DOC Bucelas (notevole il produttore Quinta de Romeira con i suoi 80 ettari), Carcavelos e Colares, che risale fino a Cabo de Roca, la punta più estrema dell’Europa ad occidente. Non sono incantevoli soltanto i meravigliosi palazzi di Queluz, Sintra e Mafra, ma anche le pittoresche vigne dell’antica varietà rossa ramisco (mai attaccata dalla filossera) che risalgono al XIII secolo e che producono i tre quarti del vino rosso di qualità della zona, affiancate da vigneti con le varietà bianche arinto e boal.

I produttori più importanti sono Caves Velhas, Chão do Prado e Quinta da Romeira a Bucelas, Adega Cooperativa de Colares, antico villaggio in posizione stupenda, Adega Viúva Gomes da Silva vicino a Sintra. Costa Azul, cioè la costa azzurra portoghese, è la riviera meridionale della penisola di Setúbal, con la famosa spiaggia di Guincho e dintorni, che sono i posti prediletti per le escursioni da Lisbona.

Vi si trovano spiagge incantevoli e le alture boscose della Serra de Arrabida. La penisola ed il suo entroterra sono i territori delle DOC Palmela, Setúbal e Terras do Sado.

Le cittadine di Palmela e di Vila Nogueira de Azeitão sono al centro di un bacino vinicolo fiorente, dove hanno la loro sede fra gli altri la Sociedade Vinícola Palmela, Pegos Claros, J.P. Vinhos e soprattutto José Maria da Fonseca, una delle tre più grandi cantine del Portogallo i cui vini Periquita e Lancers ultimamente stanno furoreggiando oltreoceano. Alentejo è invece una regione enorme, grandi pianure bruciate dal sole e colline molto basse, tra le quali spiccano a settentrione l’antica Évora e le città reali di Estremoz e Vila Viçosa. Queste terre producono uno degli elementi più preziosi per il vino di tutto il mondo, il sughero, e ospitano la più grande azienda produttrice di tappi di sughero del mondo, la Almorin.

Sono decine di migliaia di ettari di sugherete, fra i quali c’è anche un piccolo spazio per le vigne, dominate dalle varietà rosse tinta roriz (detta aragonez) e trincadeira e da quelle bianche roupeiro e antão vaz, tipiche del posto. Adega Cooperativa de Borba e Sociedade Vinhos de Borba producono i popolari vini bianchi e rossi Borba. Il produttore più grande, con 560 ettari a basse rese e poco meno di 2 milioni di bottiglie l’anno, è Herdade de Esporão. Altri produttori famosi sono Cooperativa Agrícola de Reguengos de Monsaraz a Monsaraz, Quinta do Carmo (joint-venture tra Julio Bastosa e la famiglia Rothschild) e João Portugal Ramos a Estremoz, mentre a Igrejinha vicino ad Arraiolos ci sono Monte do Pintor e infine Tapada de Coelheiros.

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