Pressione alta e alimentazione: i consigli del nutrizionista

Avere la pressione alta non significa essere malati ma avere una condizione che può far ammalare se non si prendono provvedimenti come una corretta alimentazione accompagnata ad uno stile di vita sano.

Oggi conosceremo una delle patologie più frequenti fra le persone del mondo occidentale: l’ipertensione.

Cos’è la pressione arteriosa

La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue contro le pareti delle arterie.

La pressione si misura in millimetri di mercurio mmHg, e i suoi valori sono riassunti da due misure: sistolica e diastolica, che dipendono dal fatto che il muscolo cardiaco si contrae (sistole) o si rilassi (diastole) tra un battito e l’altro.

Il valore della pressione arteriosa varia normalmente nel corso della giornata: aumenta con lo sforzo, il freddo, le emozioni e diminuisce con il riposo e il sonno.

Cos’è l’ipertensione 

L’ipertensione è una tra le malattie più diffuse nei paesi industrializzati, colpisce infatti circa il 25% della
popolazione adulta e rappresenta uno dei maggiori problemi clinici dei tempi moderni. Avere la pressione alta non
significa essere malati ma avere una condizione che può far ammalare se non si prendono provvedimenti.
L’ipertensione si sviluppa quando le pareti delle arterie di grosso calibro perdono la loro elasticità naturale e diventano rigide e i vasi sanguigni più piccoli si restringono.
L’ipertensione affatica il cuore, può aumentarne le dimensioni, renderlo meno efficiente e favorire l’aterosclerosi.
Per questo, le persone che hanno la pressione alta corrono un maggiore rischio di infarto, fibrillazione atriale, ictus;
l’ipertensione, inoltre può causare insufficienza renale e danneggiare la vista.

Si definisce ipertensione arteriosa uno stato costante e non occasionale in cui la pressione arteriosa è elevata rispetto a standard fisiologici considerati normali.

Una persona è ipertesa quando: la pressione arteriosa massima (sistolica) supera i 140 mmHg e la pressione arteriosa minima (diastolica) supera i 90 mmHg.

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Le cause dell’ipertensione arteriosa

La pressione alta può essere la conseguenza di cause ben identificabili come una patologia renale (per esempio
una nefrite), di una malattia endocrina (ipertiroidismo, feocromocitoma, morbo di Cushing o iperaldosteronismo), ma anche dell’assunzione non controllata di alcuni farmaci come cortisonici, ciclosporina o antinfiammatori. In questi casi si parla di ipertensione secondaria.

Nella maggior parte dei casi (oltre il 90%), tuttavia, l’aumento della pressione arteriosa non è riconducibile a un’unica causa ben identificabile: si parla, quindi, di ipertensione essenziale o primitiva.
In genere è collegata a una certa predisposizione genetica, sulla quale intervengono numerosi fattori esterni quali il tipo di alimentazione, l’obesità, lo stress e l’abuso di alcolici o di sostanze eccitanti.

I sintomi della pressione alta 

Raramente l’ipertensione viene accompagnata da sintomi e la sua identificazione avviene solitamente attraverso lo screening o quando ci si cura per un altro problema non correlato.
Una parte dei pazienti può manifestare vertigini, cefalea, nervosismo, stanchezza, sangue dal naso, disturbi visivi. Ma in realtà non esistono disturbi specifici e molti ipertesi si sentono bene per lungo tempo.

Come curare la pressione arteriosa

La maggior parte dei casi di ipertensione arteriosa è dovuta ad abitudini di vita non corrette. Fin dalla giovane età è
consigliabile mantenere la pressione arteriosa a livelli desiderabili seguendo alcune semplici regole di comportamento, un semplice cambiamento delle abitudini quotidiane può ridurre il rischio di ipertensione e contribuire a abbassare la pressione sanguigna.

Ecco alcuni importanti consigli:

  • controllare il peso corporeo evitando il sovrappeso
  • limitare consumo di sale
  • mangiare molta frutta e verdura
  • evitare i cibi ricchi di grassi animali e colesterolo
  • non fumare
  • moderare consumo caffè
  • modulare lo stress, rilassarsi
  • praticare regolarmente attività fisica di tipo aerobico (camminare a passo svelto o eseguire cyclette per almeno
    30 minuti 4 volte alla settimana)

Se, con questi accorgimenti, non si ottengono risultati è necessario consultare.
Il medico che prescriverà una terapia farmacologica da assumere regolarmente tutti i giorni e agli stessi orari. Ricordarsi successivamente di sottoporsi ad una visita medica specialistica almeno una volta all’anno, e di non sospendere o modificare mai la terapia senza il consenso del medico.

Tecnica di misurazione della pressione arteriosa

  1. Il paziente dovrebbe essere rilassato, seduto comodamente con la schiena poggiata, in ambiente tranquillo, con
    temperatura confortevole da almeno cinque minuti.
  2. Non si dovrebbe assumere bevande contenenti caffeina nell’ora precedente, né aver fumato da almeno un quarto d’ora.
  3. Il braccio deve essere appoggiato ed il bracciale deve essere all’altezza del cuore
  4. Non importa quale braccio venga usato per la misurazione, ma bisogna ricordare che esistono a volte differenze sensibili nei valori misurati nelle due braccia. In tali casi, si dovrà utilizzare per la misura il braccio con la pressione più elevata.
  5. Le dimensioni del bracciale di gomma devono essere adattate alla dimensione del braccio del paziente. Nel caso di bambini o di adulti molto magri, è necessario utilizzare bracciali di dimensioni minori di quelle standard, mentre nel caso di persone molto robuste o di pazienti obesi, il bracciale dovrebbe avere una lunghezza superiore.
  6. Annotare immediatamente dopo la misurazione data, ora e valori misurati.
  7. In caso di valori di pressione troppo alti o troppo bassi o rilevazione di anomalie del battito cardiaco riferirlo prima possibile al proprio medico curante.

Ipertensione e dieta: cosa consiglio ai miei pazienti 

Oltre alla terapia farmacologica prescritta dal medico curante è importante seguire un’alimentazione sana, bilanciata, varia, con un ridotto apporto di sale e di alimenti ricchi di sodio.

Evitare di mangiare cibi salati significa limitare l’uso del sale in cucina ma anche stare attenti al “sale nascosto”.

Infatti, l’introito di sodio nella dieta quotidiana proviene anche dai quantitativi nascosti nei prodotti industriali e/o nei cibi artigianali come biscotti, cracker, grissini e merendine.

E’ bene limitare anche il consumo di insaccati, formaggi, patatine fritte che, in assoluto, contengono il più alto quantitativo di sale.

Attenzione anche ai cibi che contengono sodio sotto forma di glutammato di sodio (ad esempio, nei dadi da brodo), benzoato di sodio (nelle salse, nei condimenti e nelle margarine), citrato di sodio (usato per esaltare il sapore nei dolci, gelatine e in alcune bevande).

CONSIGLI PER EVITARE UN ECCESSO DI SALE NELL’ALIMENTAZIONE

Ecco alcuni consigli che puoi seguire per controllare l’apporto di sodio a tavola:

  • Usa spezie ed aromi, al posto del sale, per insaporire le pietanze: Il primo suggerimento è quello di evitare di aggiungere il sale da cucina a tavola, ad esempio sulle insalate o le verdure, e di limitarne il più possibile l’uso nell’acqua di cottura degli alimenti. È bene fare attenzione anche ai sali dietetici iposodici.
  • Limita gli alimenti conservati in scatola: spesso contengono alte concentrazioni di sodio. Fare attenzione in particolare a salamoia, ma anche a salmone affumicato, funghi sott’olio e capperi sott’aceto.
  • Non eccedere con le porzioni e la frequenza di pietanze ricche di sodio come insaccati e formaggi.  Al prosciutto crudo preferisci il cotto, al pecorino il grana padano.
  • Evita i condimenti ad alto quantitativo di sodio come i dadi da brodo, ketchup, ma anche salsa di soia, miso e tamari.
  • Leggi sempre le etichette nutrizionali (per saperne di più su come si leggono le etichette nutrizionali clicca qui).

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