Prugnolo, fungo di san Giorgio

Prugnolo

Calocybe Gambosa, o più comunemente Prugnolo; anche noto come il fungo di San Giorgio, proprio perché appare spesso verso la fine del mese di Aprile. Fungo poco conosciuto ma chi lo raccoglie sa di gustare un micelio ottimo e delizioso, dal gusto delicato. Si tratta di un fungo che ama vivere in simbiosi con le Rosacee, piante selvatiche attraenti per il loro frutto che sembrano prugne in miniatura.

Questo fungo vegeta nei cespuglieti, tra siepi incolti o boschi ceduli radi e anche in zone più aride pietrose e ben soleggiate; dalle pianure ai monti. Altre rosacee che possono ospitare i prugnoli sono la rosa canina, i pruni, il biancospino. Ovviamente non crescono solo in corrispondenza delle rosacee ma anche in luoghi isolati in presenza di substrato calcareo con abbondante materia organica. Specie in presenza di pascoli un po’ isolati e poco battuti da animali dove trova il proprio habitat e tende a formare grandi cerchi, quindi vere e proprie famiglie con tanti esemplari, chiamato cerchio delle streghe.

Difficile resta il loro ritrovamento perché spesso si nascondono sotto foglie e terriccio , è necessario rimuovere un po’ di terreno per scovarli. Varietà ormai messa in pericolo dall’uso sfrenetico del suolo, poiché come abbiamo detto predilige zone incontaminate e non coltivate.

Il Prugnolo è un fungo tipicamente primaverile; necessita di temperature che variano tra i 18 e i 25 gradi, aprile è il mese di max produzione. Se il clima rimane fresco anche il mese di maggio è ottimo per cercarli da nord a sud dell’Italia. Dato che sono dei funghi molto apprezzati spesso potrete imbattervi in sagre nel centro Italia. Questa varietà si riconosce dal cappello sodo e carnoso, inizialmente emisferico, poi disteso e piatto negli esemplari adulti. Dal color bianco crema al nocciola con una cuticola asciutta e liscia con tempo secco. Le lamelle si presentano molto fitte, leggermente decorrenti con lo stesso colore del cappello. Gambo sodo e robusto ma, a volte esile ed inconsistente avente la stessa colorazione del cappello. Carne bianca consistente con un odore di farina fresca, anche dopo la cottura.

Dal punto di vista culinario, come abbiamo detto risultano apprezzatissimi nei primi piatti, meglio se la pasta è fatta in casa, più ruvida in modo da trattenere il condimento; fettuccine, tagliatelle, tagliolini o pasta lunga e sottile. Tagliate i Prugnoli in strisce sottili metteteli in una padella con olio extra vergine d’oliva, una noce di burro e fateli soffriggere per alcuni minuti; dopodichè saltateli  in padella con la pasta.

Non esistono varietà velenose simili al Prugnolo, ad eccezione del Entoloma lividum, tipico fungo autunnale che differisce dal Prugnolo per avere le lamelle color ocra salmone. TOSSICO!

Prestate sempre attenzione e Buona passeggiata

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