Rai sotto accusa perché la “Fiction denigra birra artigianale”

birra

La Cassazione: non esiste diffamazione. È arte.
In un episodio di “Tutto può succedere”, una fiction andata in onda la scorsa stagione, due attori si scambiano delle battute mentre bevono una birra: “Dimmi se è potabile”, “Fa schifo”.

Il dialogo non è andato giù all’Associazione Unionbirrai, tesa a “la promozione, la valorizzazione e la rappresentanza dei piccoli birrifici indipendenti italiani” e così gli 800 soci, hanno fatto causa alla tv di Stato per chiedere i danni all’immagine della birra artigianale.

Il Giudice di Pace, in primo grado, condannava la televisione di Stato, ravvisando gli estremi dell’illecito diffamatorio e accordando una somma di tremila euro come risarcimento danni.

In Appello, il Tribunale, invece, ha statuito che “il dialogo oggetto di contestazione appartiene a un’opera creativa e non costituisce espressione del diritto di cronaca, per il quale sono applicabili i criteri della verità anche putativa dei fatti, della continenza formale e della pertinenza, cioè dell’interesse pubblico alla notizia”.

La Corte di Cassazione ora ha definitivamente messo un punto alla questione decidendo che “Le affermazioni della fiction sono inserite in un’opera di fantasia e sono, nella specie, peraltro, strumentali alla rappresentazione dell’incapacità di uno dei protagonisti della gestione appena intrapresa dell’attività commerciale, la cui labilità e genericità è incompatibile con la portata diffamatoria lamentata dall’associazione”.

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