Ribolla Gialla Gravner – Un vino con rispetto.

Sabato 18 maggio 2013, giornata lavorativa piena, pesante, di corsa (e quando mai ho un passo da bradipo?) …. non importa, anzi vista la crisi che c’è in giro importa e molto, io sono già proiettata a questa sera e trasmetto questa mia euforia anche ai clienti, coi quali amo conversare raccontare quello che vedo, quello che assaggio, così come amo sentire storie analoghe dai loro.
La mia è un’enoteca così, è un incontro di persone, di scambi di esperienze e pensieri!!!
Mi piace che sia improntata in questo modo. Io e mio marito Alessio, partiamo dal presupposto di avere una buona sana ignoranza, che con i nostri avventori tentiamo di colmare imparando, studiando, provando….

Comunque: cosa succede stasera? Ma ci troviamo tra amici per degustare il Ribolla Gialla dell’azienda Gravner!!! “mi raccomando, poi facci sapere com’è ‘sto Ribolla”, i clienti … ma perché non condividerlo anche su questo magazine?

Mi ritrovo a tavola, con una varietà indescrivibile di cibo, dalle olive ascolane ai peperoni arrostiti, dall’insalata di pesce con finocchio al vassoio di formaggi sui quali troneggia un pezzo di asiago gigantesco, ma è lui, il vino, che attira tutto il nostro interesse.
Non è una bottiglia da tutti i giorni, il prezzo non è proprio dei più “abbordabili”… anzi appare eccessivo se non ne sai la storia.
Conoscendola, poi, lo giustifichi. La lavorazione di questo vino è tutta coscientemente fatta a mano, e per produrre un vino così devi avere un’ ottima conoscenza del terreno, della vite, delle lune.

Dunque versiamo il liquido ambrato nel bicchiere, il colore è così intenso che sembra un passito!
In America, grazie a questo colore, è nata la moda degli Orange Wine. Orange?

Ma è un insulto!!! Sembra una colata d’oro liquido, macchè orange e orange!!!
Il profumo non lo posso circoscrivere ad una serie unica di sentori. E’ complesso (qualcuno al tavolo dice di sentirsi in mezzo al deserto…. ed è vero, si sentono quei profumi speziati, di sidro, di argilla, quasi arabeggianti, ma non solo).

Il Ribolla viene affinato in anfore che arrivano dal Caucaso per 7 mesi, per poi continuare la sua evoluzione in botti di rovere. Trascorso questo tempo viene imbottigliato, il tutto senza aggiunta di lieviti selezionati, né controllo di temperatura (le anfore sono interrate, ed è la natura a cullarlo).
All’apparenza sembra lieve,tanto è delicato, ma non dimentichiamoci che di gradazione alcolica raggiunge i 13,5°!!!
La vendemmia avviene nella seconda metà di settembre; il grappolo è piccolo, cilindrico, mentre l’acino è medio-grande con la buccia poco spessa di colore alabastro.
E’ un vitigno antico (il primo documento che ne parla è del 1300, che racconta di un vino bevuto nel periodo delle castagne); il suo territorio è il Friuli, fino ad Istria, ed il suo terreno ideale è la zona intorno a Gorizia.
Il profumo di questo vino ti avvolge per molto tempo dopo che l’hai bevuto, ha un gusto caldo malgrado lo si beva ad una temperatura di 10/12 gradi.

Ho detto che mi piacciono i vini che si sanno raccontare mentre li assaggi, ma questo vino ti parla anche del suo creatore, Josko Gravner, dell’amore e del rispetto che quest’uomo gli trasmette.

di Isabella Monguzzi
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