Ristorante Cracco a Portofino

Massimo Sognatore Penna

Ristorante Cracco a Portofino.

Cena del 17 Maggio 2025
Il ristorante Cracco Portofino è davvero un piccolo gioiello incastonato in una delle baie più affascinanti del mondo.
In questo angolo di eleganza sospeso tra cielo e mare, ogni dettaglio parla di cura, raffinatezza e passione per l’eccellenza, un luogo dove volevo andare da tempo soprattutto per la cucina di Mattia Pecis, giovane chef dalla sensibilità rara e una tecnica maturata con passione e dedizione.

Ciò che più mi affascina del lavoro che Mattia sta portando avanti è la sua attenzione profonda alla sostenibilità e al legame con il territorio.

Non si tratta solo di cucina d’autore, ma di una vera e propria ricerca culturale e umana con la scoperta di piccoli produttori, pescatori, contadini locali che custodiscono con passione tesori autentici, spesso nascosti, di questa terra straordinaria.
Una filosofia che rende questo ristorante qualcosa di molto diverso dal classico ristorante di lusso, qui c’è un’anima, un racconto, una volontà precisa di valorizzare ciò che è vero, stagionale, sostenibile.

Ogni piatto diventa così il risultato di un dialogo con il territorio e con chi lo abita, trasformando l’esperienza in qualcosa di davvero unico e consapevole.

Ad appena diciannove anni, Mattia entra nel team di Carlo Cracco a Milano, per affinare la sua filosofia culinaria sostenibile,
Si trasferisce successivamente al St. Hubertus in Alta Badia con Norbert Niederkofler e nel 2021, Carlo Cracco lo chiama a guidare la cucina del nuovo ristorante Cracco Portofino, dopo aver ristrutturato completamente il vecchio ristorante Pitosforo sul molo Umberto I.

Una volta saliti i gradini in ardesia che portano all’entrata del Ristorante resto sorpreso dalla bellezza della sala e del suo affaccio sulla baia, un equilibrio sapiente tra matericità e leggerezza che dà un senso profondo di bellezza integrata nel paesaggio.

All’ingresso abbiamo un suggestivo bancone bar ricavato all’interno della roccia di una grotta naturale e poi la sala con delle splendide vetrate a tutta altezza davanti ai bellissimi tavoli in legno laccato color “testa di moro” con un elegante tovagliato rigato blu.
Ci accomodiamo e iniziamo assaggiando le consuete verdure in pastella che troviamo anche nel Ristorante di Cracco in galleria, salvia, farro, fiori di sambuco, di borragine e altro ancora.
Accompagniamo con uno Champagne Brut Millesimato 2015, “Grand Vintage” di Moët & Chandon.
Iniziamo il menù con il benvenuto di Mattia un ventaglio di canapè che già svelano la cifra stilistica e il livello del menù che seguirà.
canapè
canapè
Abbiamo una rivisitazione di un takoyaki, una classica polpettina fritta giapponese realizzata con gamberi viola di Santa Margherita, fritti in farina di ceci, con cui normalmente si realizza la classica panissa ligure.
Una tartelletta in pasta di lenticchie farcita con formaggio di capra e piselli ripassati alla brace.
Finiamo con un mochi di patata viola con sgombro marinato.
Arriva un classico della cucina di Cracco, l’insalata russa caramellata.
Mattia Pecis la interpreta splendidamente in chiave ligure richiamando ingredienti del territorio.
Troviamo patate, dei cornetti, pisellini novelli e maionese al basilico, il tutto racchiuso dallo zucchero caramellato e polvere di chinotto.
methode Britannique, Brut Reserve NV Britagne della cantina Coates & Seely
methode Britannique, Brut Reserve NV Britagne della cantina Coates & Seely
Un insolito spumante, un methode Britannique, Brut Reserve NV Britagne della cantina Coates & Seely per la successiva portata, Mattia ci presenta una piatto in cui mare e terra si incontrano.
particolare agnello crudo
particolare agnello crudo
Per la prima volta in un menù di questo ristorante, abbiamo dell’agnello crudo leggermente marinato, tarassaco, al di sopra un carpaccio di totano gigante, marinato con del finocchietto selvatico, fiori di santoreggia e infine salsa koji derivata dall’orzo fermentato.
Pazo Barrantes Albariño, annata 2021
Pazo Barrantes Albariño, annata 2021
Passiamo ad un vino proveniente dalla regione del Rías Baixas, nella Galizia nord-occidentale della Spagna, il Pazo Barrantes Albariño, annata 2021, prodotto dall’acclamata cantina Marqués de Murrieta.
rossetti cotti tra due foglie di fico adagiati a dei carciofi e dei cracker aromatizzati all’origano fresco
rossetti cotti tra due foglie di fico adagiati a dei carciofi e dei cracker aromatizzati all’origano fresco
Va in abbinamento a dei gustosi rossetti cotti tra due foglie di fico adagiati a dei carciofi e dei cracker aromatizzati all’origano fresco.
In un contenitore di ceramica con al di sopra una pianta di taccole, viva, abbiamo la bellissima portata “Il nostro orto”.
Il nostro orto
Il nostro orto
Verdure crude, alla brace, in carpione, zucchine, rapanelli, taccole, asparagi, petali di rosa, piselli e un fiore di nasturzio con nasturzio fermentato.
Il tutto accompagnato ad un pane alle mandorle con una centrifuga di zucca e carota.
Mattia Pecis
Mattia Pecis

Da questo piatto si evince che con Mattia la parte vegetale è protagonista nel ristorante.

Tutto ciò grazie anche all’incontro dapprima con la coppia di anziani agricoltori Alberto e Iva che fornivano le loro eccellenze agricole e poi con i ragazzi di Fescion Farmers, dove passione e sostenibilità trovano spazio nel bellissimo ristorante di Portofino.
Chablais, Yvorne Blanc Grand Cru, Vigne du Baron, 2021
Chablais, Yvorne Blanc Grand Cru, Vigne du Baron, 2021
Continuiamo con un vino svizzero, ci troviamo precisamente nella regione del Chablais del Cantone di Vaud, lo Chablais, Yvorne Blanc Grand Cru, “Vigne du Baron”, 2021 di Baron de Ladoucette.
riso Carnaroli con limoni macerati sotto sale e zucchero, velo di gamberi di Santa Margherita Ligure, dei ricci di mare, un estratto della testa dei gamberi e della ruta
riso Carnaroli con limoni macerati sotto sale e zucchero, velo di gamberi di Santa Margherita Ligure, dei ricci di mare, un estratto della testa dei gamberi e della ruta
Alla beva con un fantastico riso Carnaroli con limoni macerati sotto sale e zucchero, velo di gamberi di Santa Margherita Ligure, dei ricci di mare, un estratto della testa dei gamberi e della ruta, un erba selvatica molto amara che va ad equilibrare il tutto.
Fantastico!
Non da meno i piatti successivi, degli splendidi ravioli di patate farciti con una maionese al cavolo, al di sopra estratto di cavolo riccio e cavolo nero, bottarga di ricciola.
E a seguire un interessante arrosto di scarola con una salsa prescinseua un prodotto tipico caseario della Liguria e un mix di insalate dell’orto.
Con un vino rosso biologico del sud della Francia.
Il Côtes du Roussillon Cuvée Laïs Blanc di Olivier Pithon, annata 2021 assaggiamo uno strepitoso spiedino di murena alla brace con una riduzione di brodo phở,
Si tratta di una ricetta di origine vietnamita che qui viene realizzata con prodotti locali, usando lemongrass, foglie di limone e coriandolo, infine una parte croccante realizzata con la pelle della murena stessa.
Stupenda anche la cernia maturata, cotta alla brace, sulla parte della pelle, con fondo di pesce, aglio orsino, foglie di vite e delle spugnole.
cernia maturata, cotta alla brace, sulla parte della pelle, con fondo di pesce, aglio orsino, foglie di vite e delle spugnole
cernia maturata, cotta alla brace, sulla parte della pelle, con fondo di pesce, aglio orsino, foglie di vite e delle spugnole
L’ottimo Marsala Superiore ”Vigna la Miccia” di Marco De Bartoli introduce la parte dolce del menù che inizia con un sorprendente predessert.
Nespola cotta alla brace, al di sopra foglie di fico caramellizzate e stracchino.

Anche nel finale Mattia riesce a sorprendere con un dessert spettacolare e buonissimo, la mille foglie d’alga.

mille foglie d’alga, le alghe vengono dissalate, essiccate al forno e condite al sambuco, tra i vari strati troviamo una crema diplomatica, caramello salato e finger lime
mille foglie d’alga, le alghe vengono dissalate, essiccate al forno e condite al sambuco, tra i vari strati troviamo una crema diplomatica, caramello salato e finger lime
Le alghe vengono dissalate, essiccate al forno e condite al sambuco, tra i vari strati troviamo una crema diplomatica, caramello salato e finger lime.
Una variegata e scenografica piccola pasticceria conclude una fantastica cena.

In un luogo già di per sé incantevole come Portofino, trovare un’esperienza culinaria che riesca davvero a sorprendere non è scontato.

E invece, da Cracco Portofino, è successo, un equilibrio perfetto tra eleganza e autenticità, tra sapori raffinati e radici liguri reinterpretate con intelligenza e sensibilità.
A rendere tutto speciale è il lavoro dello chef Mattia Pecis, che porta in tavola non solo tecnica e creatività, ma anche un’attenzione sincera e mai ostentata, alla sostenibilità vera.
La sua cucina parla il linguaggio del territorio, con ingredienti selezionati da piccoli produttori, pescatori locali, e realtà che lavorano con rispetto per la natura e per le tradizioni.
Ogni piatto è un racconto, ogni sapore ha un’origine chiara e autentica.
Un’esperienza che lascia il segno e che fa venire voglia di tornare, ancora.
Davvero splendido!
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Ingegnere pugliese, nato a Foggia nel 1971, con oltre vent’anni di esperienza nel settore Qualità, maturata tra automotive e aerospazio, oggi responsabile del collaudo di linea per diversi programmi aeronautici nello stabilimento Leonardo Aeronautica di Foggia. Insomma, la precisione fa parte del mio DNA… ma accanto alla mia anima tecnica, pulsa fortissima una passione creativa che non ha mai smesso di cercare bellezza. Amo l’arte, il design, la moda, la musica, la pittura ma soprattutto, da anni coltivo un amore profondo e insaziabile per l’enogastronomia. Mi piace raccontarla come la vivo: con curiosità, entusiasmo e meraviglia, andando alla scoperta di territori, tavole, persone e storie che sanno emozionare. Giro l’Italia e l’Europa con la forchetta in una mano e la penna (o lo smartphone) nell’altra, convinto che dietro ogni piatto ben fatto si nasconda un mondo da scoprire. Scrivere di cibo, vino e luoghi è per me un modo per condividere esperienze con amici, colleghi e chiunque ne abbia interesse, esperienze che, oltre a deliziare il palato, arricchiscono l’animo umano. Perché, alla fine, il buono e il bello camminano spesso insieme. E io cerco di seguirli, con fame di vita e occhi sempre pronti a stupirsi.
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