Ristorante Evù. Quando la cucina fa rima con gioventù.

Ristorante Evù. Quando la cucina fa rima con gioventù.

Vietri sul Mare è una cittadina bellissima alle porte di Salerno. Storicamente l’abitato è ricordato per le ceramiche particolarmente apprezzate e come avamposto a difesa dalle invasioni arabe cui la costa fu soggetta nel medioevo.
Proprio quegli arabi qui hanno lasciato segni tangibili sia architettonicamente che gastronomicamente.
La famiglia Faggiano è da sempre una famiglia di ristoratori. La nonna di Riccardo aveva un ristorante tradizionale di pesce giù alla Marina di Vietri. Uno di quei posti dove vai da primavera in poi per godere dell’incanto della costa e del buon pesce fresco.
Poi, Riccardo, che era da sempre stato nelle cucine di famiglia, terminato l’Istituto Alberghiero ha avuto l’opportunità di rilevare il Ristorante Evù.
Il locale, ubicato nella parte alta di Vietri, a pochi metri da un comodo parcheggio comunale, si chiamava già così prima che Riccardo lo rilevasse. Era il sogno di una giovane imprenditrice andato male. Riccardo ha ritenuto di lasciare il nome per rispettare quel sogno. E già questo mi è piaciuto molto.
Così scesa giù ho approfittato per incontrare l’amico Giustino Catalano che me ne aveva parlato e siamo andati a testare il locale. Poi lui è ritornato ancora una volta.
Questa recensione, pertanto sarà a quattro mani, anche se riferirà di Evù come in un’unica visita.
Il locale si presenta molto curato con pareti bianche e arredi semplici e curati. In sala, oltre a Riccardo, la giovanissima mamma (che avevamo scambiato per la sorella maggiore) e la fidanzata Annabella D’Elia. In cucina, sotto l’attentissima direzione di Riccardo, gli Chef Michele De Martino e Saverio Di Domenico.
Uno staff tutto giovanissimo.
Il locale serve piatti di pesce tradizionali della costiera, ma propone anche menù più creativi elaborati sempre con le materie prime locali.
Il pesce proviene da una paranza di Vietri, la colatura di alici è fatta artigianalmente da un pescatore che vive a pochi metri dal locale, i prodotti agricoli dall’Azienda agricola del suocero. A tutto ciò vanno aggiunti numerosissimi prodotti dei Presidi Slow Food e prodotti locali d’eccellenza.
Insomma, una cura maniacale per la materia prima, legata alla qualità indiscussa e alla stagionalità.

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Preferiamo far decidere a loro cosa farci provare e così, mentre tutt’attorno viaggiano bellissimi piatti di spaghetti ai frutti di mare, fritture e pesce arrosto o al forno a noi arriva il primo gioiello gastronomico della giornata.
Un gambero rosso panato e fritto servito con salsa agrodolce in un calice riempito per metà di pepe rosa.
L’abbinamento, a metà strada tra la cucina tipica vietrese e quella cajun sudamericana in omaggio alla provenienza della moglie dello Chef De Martino.
Dopo poco arriva a tavolo il cestino del pane tutto fatto in casa. Pizza con scarole, pane integrale, grissini e pane con le acciughe. Ottimo anche questo.
Da qui in poi, in una sintesi unica la sequenza dei piatti provati in due volte.
Gli antipasti, tutti davvero eccellenti. Turbante di pane tostato su crema di baccalà e peperoni croccanti con fagioli di Controne. Ben bilanciato e con tutti i sapori ben distinti tra loro, combinati perfettamente.
Vasetto con scarole, fagioli e pesce spada di cattura. Un piatto classico reinterpretato in chiave marinara.
Soutè di zucca, olive e spada. Un piatto antichissimo vietrese di matrice araba. Gustoso e davvero gradevolissimo. Pare che la popolazione locale ci facesse addirittura un risotto.

I primi in entrambi i casi sono stati ottimi e molto curati nella presentazione, come del resto tutti piatti che abbiamo visto servire in sala.
Particolarmente interessante le linguine al Pesto Vietrese, particolare pesto creato dal vulcanico Enrico a base di noci, olive verdi, capperi e acciuche.
Molto delicato ma deciso nel sapore.
Ottimo il pacchero (Pastificio Vicedomini) con pezzogna e pomodorini. Magnifico lo zito spezzato con genovese di tonno.

Tra i primi e i secondi Riccardo ci mostra con orgoglio il pescato di giornata. Freschissimo. Branzini, Pezzogne e altro sono la normalità del periodo. Poi, in un bellissimo piatto di ceramica vietrese ci mostra con soddisfazione un pesce balestra (chiamato in gergo anche pesce porco per il verso che fa appena pescato, molto simile ad una eruttazione) e un magnifico pesce stella che sarà uno dei nostri secondi.

Nel mentre si discute del pescato e di come in estate una piccola imbarcazione all’esterno del locale viene riempita dai pescatori della paranza locale con il pescato del mattino compare un piatto di crudi con una tartare di tonno, un gambero rosso e due cannolicchi (o capelunghe). Il sapore del mare e la freschezza ci avvolgono il palato.
Segue il nostro pesce stella alla pizzaiola. Una modalità di cottura quasi dimenticata dai più, ormai rapiti dal fascino del magro della brace o del forno maggiormente idoneo a pesci più magri, meno sanguinolenti e più costosi.

Così nel mentre diamo fondo al Fiano Colli di Lapio di Clelia Romano, ottimo compagno suggerito per il viaggio appena terminato, Enrico ci presenta la crue di cucina e lo chef Di Martino, che ha curato con lui tutti i piatti che ci hanno deliziato.

Non manchiamo di complimentarci per il tutto, pani inclusi ed Enrico, ad ulteriore prova della serietà e della voglia di fare e di fare decisamente bene, ci mostra l’impasto del pane alle acciughe.

Per quanto ci riguardava il pranzo si sarebbe potuto chiudere anche così ma arrivano i dolci.
Un piatto con 5 piccoli assaggi deliziosi di pasticceria e gelateria che non nasconde le grandi capacità dei ragazzi anche in quest’arte.
Bocconcino di cioccolato al rhum, confettura di albicocche e menta, sorbetto al Limone, Cannolo alla crema pasticcera e un piccolo assaggio di cassata. Un tripudio.
I prezzi più che onesti. 30-35 euro vini esclusi.

Andando via e salutando tutti abbiamo più volte considerato come questo locale a nostro modesto avviso farà strada se proseguirà così. E’ giovane e non solo nel personale ma anche e sopratutto nella freschezza delle idee e nella grande voglia di fare.

di Mina Sorrentino e Giustino Catalano

Evù – Persi nel Gusto
Via D. Taiani, 1
Tel. 089 210237
Aperto sempre
Chiuso mercoledì da settembre ad aprile

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