Ronald il bugiardo. La lenta fine di un deficiente?

Partirò con una precisazione onde evitare che gli uffici legali della multinazionale si scomodino a scrivermi.
Deficiente non è adoperato in senso offensivo ma nel senso latino del termine ossia di “colui che manca in qualcosa“, e ciò perché la grande multinazionale statunitense, come cercherò di spiegare in una mia analisi personale, ha mancato e molto anche.

Ma partiamo da un presupposto di fondo.

Mc Donald è il simbolo di un cibo rapido, di apparente buon appeal, che incarna il peccare a tavola, il semel in anno licet insanire (ndt. una volta all’anno è lecito impazzire) ma non è l’unico sulla piazza a meritare note di demerito e forse nemmeno il primo della lista da abbattere nelle classifiche del cibo spazzatura.

E’ solo la sua colossale dimensione che lo fa divenire il Golia al centro dei cui occhi scagliare la pietra che lo abbatterà.

Altro presupposto determinante è quello di rendere noto a tutti che in grandi aziende come la Mc Donald’s (ma non solo nel campo del food) esistono degli uffici specifici che vanno sotto il nome di Uffici di Strategic Foresight (Uffici degli scenari futuri) dove, in veri e propri brain storming, della gente all’uopo pagata immagina i trend del mercato da qui a 5-10 anni e li anticipa con scelte aziendali appropriate.

E torniamo indietro di qualche anno, quando Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, editò il suo libro “Le ragioni del gusto” nel quale proprio nel primo capitolo narrava di come l’allora Amministratore Delegato di Mc Donald’s Italia avesse asserito in un convegno che era “impossibile fare la guerra a Mc Donald perchè l’Azienda era troppo grande”. Questa frase conteneva una grande verità che potremmo tradurre in “Mc Donald può essere ucciso solo da Mc Donald”!

Nei decenni che si sono susseguiti il gigante americano ha dilagato su tutto il pianeta, anche nei luoghi nei quali non avremmo mai immaginato di ritrovarlo. Il suo fatturato è cresciuto in maniera esponenziale sino a raggiungere la ragguardevole cifra di 4,76 miliardi di dollari.
Un vero colosso così forte da garantirsi la presenza ovunque, finanche all’interno del Salone della UE durante la Giornata dell’Alimentazione Europea (presente in tute le edizioni!!!!) e non da ultimo ad Expo 2015, il famoso Salone dove tutti andremo senza sapere né il perché e né il per come ma preoccupandoci al suo termine solo di come riconvertire una terza Milano costataci oltre 60 miliardi di euro e ad oggi completa per il solo 9%! (la figura di cacca planetaria ci mancava).

Pochi giorni or sono la multinazionale americana ha licenziato il suo Amministratore Delegato Don Thompson senza fornire motivazioni rispetto al gesto che però molti ricollegano alla perdita annuale di circa il 15% del fatturato (circa 720 milioni di dollari – pari a simile cifra in euro) e, nel compiere il defenestramento, ha annunciato anche una serie di azioni volte a prendere le distanze dalle scelte alimentari precedenti per le quali, son certo che, se i cugini Mc Donald tornassero in vita, prenderebbero a calci tutta la dirigenza (loro volevano solo servire un buon panino su una strada a grande percorrenza).

Da oggi i fornitori di carne saranno selezionati solo tra allevamenti dove non si adoperano antibiotici e sostanze chimiche. Quindi addio alle succulenti Chicken Mc Nuggets (Pepite di pollo di Mc) dove in una sfilza di ingredienti osceni l’unico grande assente era il pollo. Addio a quei bellissimi Hamburger che in pubblicità sono alti 3 dita e poi te li ritrovi spessi come la suola delle pantofole della nonna e di pari sapore.
Addio a porcherie insomma.
Da oggi, anzi domani, Mc Donald avrà tutto e solo cibo super selezionato. Bene. Anzi benissimo!

Mi spiace… però non ci credo. Non è possibile reperire cibo che abbia quelle caratteristiche in una quantità tale da soddisfare le necessità di approvvigionamento di una simile macchina che solo all’interno degli USA conta oltre 14.600 punti vendita.
Non esiste al mondo nessun allevamento con le caratteristiche ricercate in grado di produrre la carne (peraltro selezionata) che occorre per il numero di Hamburger necessari a garantire il fabbisogno annuo.

L’unica via per tenere fede alla promessa Ronald Mc Donald (che io chiamo Il Pagliaccio perchè si veste così) la potrebbe mantenere se chiudesse la maggior parte degli esercizi. Una rivoluzione Copernicana nella quale, quasi come colpita da un flagello interno (solo Mc Donald uccide Mc Donald) i punti vendita venissero decimati.
E se ciò fosse possibile Ronald il Pagliaccio dovrebbe poi fare i conti con i prezzi più alti che il nuovo cibo richiede e finirebbe con il patire la concorrenza che restando arroccata su proprie posizioni ne trarrebbe giovamento economico per almeno un altro quinquennio. Insomma un karakiri inverosimile. Una sporca bugia.

E dire che erano bellissimi quando li vedevi raccontarsi tronfi tronfi con i loro altisonanti numeri.
La festa è finita. I palloncini si sono sgonfiati e i cotillon sono ormai più che calpestati e laceri.
Resta solo Ronald con le sue “deficenze” che si prepara ad Expo 2015 dove ci racconterà come nutrirà il pianeta…e questa non me la voglio perdere. LA palla del secolo va sentita e gustata tutta..con un bel panino fatto con hamburger di carne sceltissima ovviamente.

di Giustino Catalano
Le foto sono reperite dalla rete. Si ringraziano gli autori che non si conoscono e si dichiara la disponibilità alla loro rimozione su semplice richiesta.
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