Settimana di Anteprime del Vino in Toscana: testimonial Gianna Nannini

La settimana delle Anteprime di Toscana dedicata al vino ha preso il via con una testimonial d’eccezione: Gianna Nannini, cantante conosciuta in tutto il mondo ma anche viticoltrice toscana, che  si è raccontata in questo sua nuova avventura al Cinema della Compagnia di Firenze.

 

L’iniziativa è stata curata dalla Regione insieme alla Camera di commercio di Firenze, organizzata da Fondazione Sistema Toscana e PromoFirenze. Sei giorni di anteprime e degustazioni per addetti ai lavori: domenica 20 marzo “Chianti Lovers & Rosso Morellino”, lunedì 21 e martedì 22 marzo “Chianti Classico Collection”, martedì 22 e 23 marzo la Vernaccia di San Gimignano, il 23 e 24 marzo il Vino nobile di Montepulciana e il 25 marzo l’anteprima dell’altra Toscana”, con i consorzi di Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Doc Cortona, maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Casole, Terre di Pisa e Valdarno di Sopra.

 

“Viviamo in una terra che nei secoli si è divisa tra guelfi, ghibellini e campanili in competizione. Per questo, per tenere insieme lo spirito di squadra e le singole specificità, ci è sembrato giusto non organizzare una singola manifestazione ma una settimana di eventi coordinati” commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani. “Ma è indubbio – aggiunge – un lavoro di squadra si è iniziato a farlo e che il vino sia un prodotto di identità della nostra terra, che ci racconta il passato ma anche il futuro e la voglia di innovarsi: dal vino rappresentato nelle tombe etrusche alla prima Doc nel mondo che fu quella di Cosimo III dei Medici nel 1716 fino ai supertuscan che si sono affermati negli ultimi venticinque anni, frutto di  studi, sperimentazioni ed innovazioni, perché anche il vino come la tradizione è una linea in movimento”.

“Abbiamo pensato seriamente se fare o meno le Anteprime con un evento così drammatico alle porte come la guerra in Ucraina –– si sofferma la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi –  Abbiamo deciso di farlo ugualmente in modo sobrio, e con il senso di responsabilità che ci deriva dalla consapevolezza del momento drammatico di una guerra assurda e di tutto ciò che questo significa anche dal punto di vista economico”.

 

“In Toscana il mondo del vino  – spiega – ha una grande incidenza sul Pil, vuol dire anche occupazione di tante persone, un export di grande rilievo e quindi un pezzo importante dell’economia. In termini di qualità il vino toscano è sicuramente sul podio sia a livello nazionale che internazionale e se vogliamo che i cambiamenti climatici non ci sovrastino, il pilastro su cui puntare è la sostenibilità ambientale, economica ed etica. L’agricoltura biologica è una chiave di risposta e in questo la Toscana ha fatto grandi passi e grandi risultati. Basti pensare il 50 per cento delle aziende vinicole toscane producono con metodo biologico, una percentuale in linea con le indicazioni europee”.

“Il successo degli appuntamenti internazionali che vedono protagonisti i nostri vini è la dimostrazione del valore e della forza attrattiva della Toscana e delle sue produzioni vitivinicole – commenta Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di Commercio di Firenze – E’ stato così all’ultimo BuyWine, lo scorso febbraio, con contratti firmati dai produttori toscani per circa 10 milioni, sarà così alle anteprime che si aprono oggi, grazie alla forte domanda di mercati come Stati Uniti, Germania, Canada, Svizzera e Gran Bretagna. Il vino si conferma un grande ambasciatore dell’eccellenza Toscana nel mondo”.

 

“Quando organizziamo eventi e parliamo di Toscana, scattano tutti sugli attenti” conferma Gianna Nannini. “Sono cresciuta dai 9 ai 12 anni nella tenuta di famiglia” ricorda: la Certosa di Belriguardo, 75 ettari di cui otto occupati oggi da vigneti, a pochi chilometri da Siena. Partecipavo alla vita agricola, si pestava l’uva a piedi nudi per la vendemmia e si cantava – ricorda – Da piccola bevevo il mosto e le prime canzoni le ho scritte tra le zolle, scappando con il motorino. Poi nel 2006 ho rilevato l’azienda ed oggi produco cinque rossi”. Il sesto, prossimo al debutto e che sarà degustato in anteprima proprio oggi, è “La Rossa”: un nome che trae ispirazione dal personaggio magico di un’anziana e dai ricordi dell’infanzia nella tenuta senese, già evocati ne “La lupa e le stelle”, una canzone del 1979.

 

Il vino in Toscana in numeri. Cresce l’export del vino toscano, con Stati Uniti, Germania, Canada, Svizzera e Gran Bretagna che rimangono tra i mercati dove più alta è la domanda, seguiti più in basso da Francia, Paesi Bassi e Giappone, con un balzo notevole della Corea del Sud. E aumenta pure il valore. Nonostante un’annata che non ha garantito un’elevata produzione in termini di quantità, il bilancio del 2021 per il vino Made in Tuscany è in positivo. È quanto emerge dalla ricerca di Ismea presentata a Firenze oggi a PrimAnteprima 2022, giornata inaugurale della Settimana delle Anteprime di Toscana.

 

Nel 2021, dati Artea, la Toscana ha prodotto 2,04 milioni di ettolitri di vino, il 7 per cento in meno rispetto all’anno precedente. Colpa delle gelate di primavera e delle piogge scarse d’estate. E’ stata una delle produzioni più scarse degli ultimi cinque anni. La Toscana pesa per l’8 per cento sui vini Docg e Doc che si imbottigliano in tutta Italia, ma sale all’11 per cento quanto a valore complessivo del prodotto. Chianti e Chianti Classico, quanto a volumi, rappresentano da soli circa il 70 per cento dell’intera produzione e il 52 per cento degli ettari a vigneto delle 52 denominazioni toscane, undici Docg e 41 Doc.

 

La Toscana si conferma terra di vini rossi (valgono l’87 per cento) e di vini a denominazione di origine protetta, che nel 2021 hanno raggiunto il 70 per cento della produzione totale. Nella media nazionale le Dop pesano solo il 45 per cento. Il 96 per cento della superficie è destinata a vini a denominazione, rispetto al 62 per cento  in Italia, e il re è il sangiovese, che occupa il 60 per cento dei quasi 60 mila ettari coltivati a vigneto di tutta la regione, seguito da Merlot, Cabernet sauvignon, Trebbiano toscano, Canaiolo nero e Vernaccia di San Gimignano.

 

Cresce anche il bio. Un terzo di tutti i vigneti sono coltivati secondo il metodo dell’agricoltura biologica, che vale il 17 per cento delle superficie a bio nazionale. Negli ultimi anni se il bio in Italia è raddoppiato, in Toscana è più che triplicato.  Nel 2007 c’erano solo cinque aziende biologiche: oggi sono più di cinquemila. Ed è aumentato di un quarto negli ultimi cinque anni il valore a bottiglia del vino bio, segno che ci sono sempre più produzioni biologiche di alta qualità.

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