Sorsi di cultura, il dono di Dioniso nella letteratura
- Intervista al Prof. Trifone Gargano
- The Special Table
- Secondo lei è sempre il vino a muoversi verso le altre sfere della vita, o e la letteratura ad incontrare il vino?
- Gargano il vino ha genere?
- Letteratura e vino sovente si sono intrecciati dando vita a personaggi indimenticabili.
- Prof. Trifone Gargano quale vino abbinare ad un testo letterario?
- Qual è il vino preferito e l’opera letteraria che preferisce in assoluto?
Intervista al Prof. Trifone Gargano
Grazie ad un’iniziativa di rilievo, i cosidetti “Tasting table” organizzata da Coovino, la community creata per connettere tutti i wine lovers, svoltasi nell’incantevole e suggestiva cornice di ArteNatura vivai in Altamura (BA), ha visto impegnati gli organizzatori con le degustazioni dei vini della Cantina Petracavallo e le opere dell’artista Luigi Notarnicola, la partnership Lenticchia di Altamura IGP ed il reading a tema del Prof. Trifone Gargano.

L’organizzatore Andrea Giorgio ha guidato nuovamente i convenuti nel variegato mondo del vino tra tecniche di assaggio, vitigni e territori, storia e cultura, prodotti ed abbinamenti, immagini e letture a tema.
The Special Table
L’iniziativa “The Special Table”, unica nel suo genere, mira a valorizzare l’abbinamento tra due elementi culturali di grande effetto: la letteratura e l’enologia.

Una esperienza “enoletteraria” di gran pregio, visto che un libro di letteratura e un vino vengono legati a doppio filo, e diventano emblema di un territorio con specifiche caratteristiche e peculiarità storiche, tradizionali, paesaggistiche.

Un modo diverso e coinvolgente per conoscere aspetti affascinanti e spesso nascosti, grazie all’ascolto ed alla degustazione ovvero al coinvolgimento dei cinque sensi.

Gargano il monarca Edoardo VII asseriva che “Il vino non si beve soltanto, si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia e…se ne parla”.
Secondo lei quanto ha inciso la crescita culturale e la letteratura sull’enogastronomia?
Vino e letteratura un connubio perfetto, un’unione che ritroviamo in molte civiltà fin dall’antichità.
Credo sia giusto e doveroso dopo aver nutrito il corpo, nutrire la mente e lo spirito, perché il vino apre le porte dell’immaginazione.
Manzoni ad esempio è stato un arguto intenditore enologico e fine conoscitore di cantine.
Nei “I Promessi Sposi” vi sono episodi cruciali collocati in un’osteria, considerata un luogo di vagabondi, pellegrini e poveri che consumano pasti semplici e bevono.
Il vino serve per esorcizzare la giornata, è il più efficace consolatore, è il canto della terra verso il cielo che aggiunge un sorriso all’amicizia e all’amore.
Il vino è cultura, storia, persone, natura, quotidianità.
Di sicuro il vino può essere un originale strumento di critica letteraria per analizzare stili e visioni degli scrittori. Nel caso delle vicissitudini di Renzo e Lucia, il vino accompagna diversi momenti narrativi, connotandoli in senso positivo o negativo in base al messaggio morale che Manzoni vuole trasmettere.
Il vino oggi gioca un ruolo importante nei parchi letterari che promuovono non solo turismo culturale ma anche offerta gastronomica in grado di generare effetti positivi.
Secondo lei è sempre il vino a muoversi verso le altre sfere della vita, o e la letteratura ad incontrare il vino?
Tra i temi che percorrono come un fil rouge tutta la letteratura, quello del vino è tra i più affascinanti, è celebrato dai poeti e studiato dagli eruditi.
La vigna, l’uva e il vino hanno accompagnato le popolazioni e le civiltà dai tempi più remoti ma noi non riusciamo a comprendere appieno questa straordinaria ricchezza.
Probabilmente sarebbe utile, istruttivo e piacevole, ripercorrere le testimonianze che ci forniscono l’archeologia dei territori, la letteratura a partire dagli scritti e rappresentazioni più antiche, per proseguire nelle infinite tappe tra i secoli fino al nostro tempo.
Un differente angolo visuale attraverso il quale imparare a conoscere ed apprezzare i vini non più visti come una bevanda consolatrice, ma la consapevolezza della maestria e dell’ingegno umano.
Oggi raccogliamo i frutti da Dante fino alla Cibrario autrice del romanzo, la consapevolezza che la fatica è un prodotto umano, un aspetto ineludibile della vita umana, ove il sudore rinasce in un germoglio e le mani si fondono con la terra.
Il tema della fatica per raccontare la vita dei campi e la bellezza della fatica, di chi con passione e sudore contribuisce a portare avanti la tradizione, l’importanza di prendersi cura della terra, la madre che ci nutre e ci ripaga del lavoro profuso.
Ricavare dalla terra il meglio che la terra unito al lavoro dell’uomo può darci.
Gargano il vino ha genere?
Il maggior protagonismo femminile fa evolvere i consumi perché le donne hanno e possiedono quel quid pluris tipico del loro genere, del loro approccio alla vita con una visione divergente rispetto a quella degli uomini.
Il gentil sesso percepisce più degli uomini.
Va dunque sdoganata l’idea maschile sia del produttore che del bevitore di vino.
Sono molti gli stereotipi che popolano l’immaginario comune riguardo a “vini femminili” e vini “maschili”, o ipotetiche predilezioni legati al sesso di tipologie di vini e di sapori rispetto ad altri, le statistiche tuttavia sovvertono molti dei più comuni clichè.
Le donne scelgono con maggiore consapevolezza, valutando la varietà e la regione di origine oltre che l’abbinamento con il cibo.
Letteratura e vino sovente si sono intrecciati dando vita a personaggi indimenticabili.
Prof. Trifone Gargano quale vino abbinare ad un testo letterario?
Il vino e la letteratura rappresentano un connubio perfetto che può regalare momenti di piacere e di cultura.
L’abbinamento tra vino e letteratura dipende molto dai gusti personali e dalle sensazioni che si vogliono provare.
Non esistono regole o criteri da seguire perché, trovo l’abbinamento all’interno del libro stesso, basti pensare a Dante o Manzoni.
In Dante c’è la Vernaccia di San Gimignano.
Si tratta non solo dell’unico vino che Dante gusta, talvolta anche le vigne stanno ad indicare la bellezza del paesaggio, altrove il vino è lo specchio dell’animo dei protagonisti, ricordiamo quando don Abbondio, impaurito dopo l’incontro con i bravi di don Rodrigo, torna tutto trafelato in canonica e chiede a Perpetua un bicchiere di vino per calmarsi: “Date qui, date qui – disse don Abbondio, prendendole il bicchiere con la mano non ben ferma, e votandolo poi in fretta, come se fosse una medicina”, anziché difendere i deboli e umili, preferisce affogare le sue manchevolezze in un bicchiere di vino che chiede a Perpetua.
Il vino e la letteratura sono due elementi che possono arricchire la nostra vita e il nostro sapere.
Abbinarli tra loro può essere un modo per godere di due piaceri insieme, ma anche per scoprire nuovi orizzonti e nuove sfumature.
Qual è il vino preferito e l’opera letteraria che preferisce in assoluto?
Il vino rappresenta un mondo di persone appassionate e totalmente immerse nella cultura, storia e nell’emozione del convivio.
Io sono un cultore della Divina Commedia, non smetterò mai di sottolineare l’importanza di celebrare Dante in ogni evento in cui, l’aspetto della spiritualità non smette di concentrarsi sulla necessità di rendere contemporanea l’opera del Sommo poeta.
Attraverso la celebrazione di Dante possiamo ricordare e rivivere situazioni ed emozioni, incontrare personaggi e vedere luoghi.


