Struffoli, il dolce del Natale napoletano e il sapore della memoria
- anna cali
- Ti potrebbe interessare Autori, Cibo e tradizioni
Struffoli, il dolce del Natale napoletano e il sapore della memoria
Ci sono profumi che non si dimenticano, quelli che sanno di casa, di infanzia e di amore.
Per me, il Natale comincia con l’odore della farina, del miele e della scorza d’arancia grattugiata nella cucina di mia nonna.
Ogni anno, l’arrivo degli struffoli segnalava che la festa era vicina.
Da bambina, la guardavo affascinata mentre con mani esperte lavorava l’impasto.
Mi sembrava un’arte misteriosa, quella capacità di trasformare pochi ingredienti in piccole sfere dorate che sembravano gioielli.
Per farmi contenta, nonna mi lasciava partecipare: le mie mani impacciate si sporcavano di farina mentre cercavo di modellare le palline.
Erano spesso troppo grandi o troppo piccole, a volte schiacciate, ma nonna mi diceva sempre: “Va bene così, anche queste finiranno nel piatto.” E così, tra risate e racconti, il tempo passava, e la cucina si riempiva di un calore che andava oltre il semplice profumo.
Crescendo, la mia partecipazione è cambiata.
Se da piccola ero solo una piccola aiutante, con il tempo ho imparato a dare davvero una mano. Stendere l’impasto, tagliarlo con precisione, friggere le palline fino a farle diventare dorate.
Con nonna accanto, ogni Natale era una lezione, non solo di cucina, ma di pazienza, dedizione e amore per la tradizione.
Oggi, ogni volta che preparo gli struffoli con mia madre, non posso fare a meno di tornare con la mente e con il cuore a quelle giornate in cucina con nonna. Gli struffoli non sono solo un dolce: sono la sintesi perfetta della tradizione napoletana, del tempo condiviso e dei legami che resistono al tempo.
La tradizione degli struffoli napoletani
Gli struffoli, con le loro palline di pasta fritta immerse nel miele, rappresentano molto più che un semplice dessert natalizio: sono un simbolo di famiglia e abbondanza.
La loro origine affonda le radici in tempi lontani, probabilmente risalendo agli antichi Greci che colonizzarono il Sud Italia. Si racconta che il nome derivi dal greco stróngylos, che significa “tondo”, proprio come le palline dorate che compongono questo dolce.
Nel tempo, gli struffoli sono diventati un simbolo del Natale napoletano.
La loro preparazione è un rituale, tramandato di generazione in generazione.
L’impasto è semplice: farina, uova, burro, zucchero, e spesso un tocco di liquore per arricchirne l’aroma.
Dopo aver modellato le palline, queste vengono fritte fino a ottenere una doratura perfetta, simbolo di prosperità.
La parte più affascinante è la decorazione: ogni pallina viene avvolta nel miele caldo, che dona una lucentezza irresistibile, e poi cosparsa con diavolini colorati, canditi e pezzetti di scorza d’arancia o cedro.
Ogni ingrediente aggiunge non solo sapore, ma anche un significato simbolico: il miele richiama la dolcezza e l’abbondanza, i colori dei diavolini la gioia e la festa.
Gli struffoli oggi: tra tradizione e memoria
Preparare gli struffoli è molto più che seguire una ricetta: è un’esperienza che unisce generazioni, un momento di condivisione e di trasmissione di storie familiari.
Ogni casa ha la sua variante: c’è chi aggiunge limoncello all’impasto, chi li preferisce meno dolci, chi li guarnisce con ciliegie candite.
Quando preparo gli struffoli, il gesto delle mani che impastano, il suono dell’olio caldo, il profumo del miele mi riportano inevitabilmente indietro nel tempo.
Non è solo il sapore che mi conquista ogni volta, ma il senso di continuità: sento di essere parte di qualcosa di più grande, una tradizione che vive attraverso di me.
E così, ogni Natale, quando servo gli struffoli sulla tavola, so che non sto solo offrendo un dolce.
Sto portando con me i ricordi della mia infanzia, la voce di mia nonna, le risate di mia madre, e quel sapore unico che solo la tradizione può dare.
Anna Calì, classe ’96. Nelle sue vene scorre la lava del Vesuvio e la passione che contraddistingue il popolo napoletano.
Giornalista di professione e con la passione dei libri sin da piccola. Adora annusarli e, quando va nelle librerie, si perde tra gli scaffali ad osservare le copertine.
Grazie a questa passione è riuscita a mettere in campo due sogni nel cassetto: il primo, recensisce i libri che legge, esperienza che fa bene sia al corpo che alla mente. La seconda: è diventata anche scrittrice e ha pubblicato già due romanzi.