La Taverna a Santa Chiara, simbolo di una Napoli in via di estinzione

Piccolo, colorato, solo posti all’interno. Ristorantino simbolo del centro storico partenopeo, baluardo di quella resistenza che non cede ai format modaioli, ma si alimenta di spirito di quartiere, solidarietà ed atti di buon vicinato: è la Taverna a Santa Chiara

Abbiamo incontrato Nives Monda, co-titolare de La Taverna a Santa Chiara, in occasione di una cena dedicata ad Ischia. Precisamente, ad alcune eccellenze enogastronomiche dell’isola. Ai fornelli, come sempre, il resident chef Potito Izzo, socio e spalla di Nives. Mentre protagonisti, in ordine di degustazione, i formaggi di capra prodotti dall’azienda Corbaro Park con i mieli Oro d’Ischia. Nel calice, la Biancolella ed il Piedirosso di Cantine Antonio Mazzella e, a fine pasto, i rosoli dei Fratelli Santangelo, nuova realtà ischitana che punta tutto sulle vecchie ricette dei nonni. Sono i custodi della tradizione. Produttori illuminati che La Taverna a Santa Chiara ama raccontare, invitandoli e assicurando loro la ribalta che meritano.

 

“I nostri non sono ingredienti qualunque. Facciamo nomi e cognomi per restituire la cifra umana di un luogo piccolo, ma ricco di contenuti. Almeno, facciamo del nostro meglio.”

La Taverna respira l’urgenza di dare spazio a quelli come loro. Oggi, se sei piccolo e vuoi fare qualità senza compromessi, la fatica è immensa lungo una strada costantemente in salita. Non a caso, sono prodotti artigianali basati sulle attese, anacronistici in un mondo che corre sempre più veloce. Ecco, La Taverna a Santa Chiara è forse l’ultimo baluardo del centro storico della città di Napoli. Un quartiere che si è sempre auto-sostenuto con le botteghe artigiane, grazie a quel famoso meccanismo per cui i residenti spendono dove abitano. Stesso discorso per i commercianti. Si chiama economia di vicinato ed equivale a credere in un circolo virtuoso di amicizia, solidarietà e di guadagno per tutti. La famosa comunità.

“Napoli non è fatta per sembrare un’anonima metropoli. Napoli ha bisogno dei napoletani e ha bisogno che i napoletani ci credano ancora”, prosegue Nives. Abbiamo sognato con loro in un luogo fatto di semplicità e valore al tempo stesso. La naturalezza di una cucina d’ispirazione campana, con il pregio dei prodotti presidio Slow Food, gustati con il lusso del tempo e conditi dalle relazioni di valore. Non è mai stato solo un andare al ristorante, questo riferiscono i clienti affezionati. Respirare la stessa aria di due imprenditori che vogliono essere parte di qualcosa di più grande.

Eretici, folli e santi, si definiscono così. Tra una piatti di bruschette con ortaggi che sanno di ortaggi, la parmigiana di melanzane ed un piatto di spaghetti con le vongole, sono eretici perché laici nelle scelte, al punto da risultare anti-imprenditoriali, se serve. Folli nel pretendere di resistere in un centro storico che sta cadendo a pezzi. Infine, santi. Per quella vocazione a fare le cose giuste, per il bene comune.

 

Lunga vita a La Taverna a Santa Chiara.

 

Info utili:

La Taverna a Santa Chiara

Via Santa Chiara 6, Napoli

Tel: 081 0484908

Sito

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