Scommetto un euro con ciascuno di voi che, nel leggere il titolo, avete pensato subito che si trattasse di una cosa fatta dagli americani o al massimo da qualche locale della penisola arabica.
Acqua! Stavolta questo capolavoro di “insensatezza alimentare” arriva dritto dritto dal Sol Levante.
Ci troviamo a Tokyo, e più precisamente nel ristorante “The Oak Door” dell’hotel Grand Hyatt. Qui nell’ambito dell’importante festa imperiale giapponese che inizia a fine aprile e si chiude nei primi giorni di giugno si tiene la cosidetta “Golden week”.
Nell’ambito di questi festeggiamenti ho casualmente appreso in rete che il resident chef Patrick Shimada ha creato un panino dal suggestivo nome “Golden Giant”.
Probabilmente non è il panino più grande al mondo, anche se le dimensioni lo collocano tra le prime posizioni, ma di sicuro tra i più costosi se non il più costoso.
L’equivalente di 800 euro per mangiare un Hamburger di manzo Wagyu da 3 chilogrammi, foie gras, tartufo nero, lattuga, pomodori, cipolle, formaggio cheddar e pane con scaglie d’oro.
Il mega panino, proposto per 8 persone (e quindi dal costo pro capite di 100 euro) viene servito con un magnum di champagne, vino rosso o bianco, e patatine giganti fritte tre volte. Tutto sommato nemmeno tantissimo.
Ne esiste ovviamente anche una versione per una sola persona ma qui il prezzo sale sensibilmente, infatti il “Golden R Burger“, questo il nome dato al panino per una sola persona costa circa l’equivalente di 150 euro.
L‘hamburger va prenotato con tre giorni di anticipo e sarà tolto dal menu a giorni. Affrettatevi se siete a Tokyo.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.