Un pomeriggio di Masterclass a "Libando 2016"

Splendido pomeriggio di Masterclass, sabato pomeriggio. Dopo la pausa pranzo trascorsa tra i vicoli del centro e i numerosi stand dedicati allo street food di ogni tipo (bella la  sostanziosa proposta vegana e vegetariana) rieccoci a bordo palco per il reportage della sessione pomeridiana. Si è iniziato con la performance dello Chef Keisuke Aramaki del Sushi Bar&Restaurant WA! di Palazzo Vialdo (Torre Del Greco, in provincia di Napoli) che ha preparato un piatto tipico giapponese in stampo “urban food”. Si tratta del takoyaki, una sorta di polpette di polpo realizzate con una pastella speciale di farina, croccante di tempura e zenzero marinato. Lo chef ha cucinato il piatto aiutandosi con due bacchette solamente e cuocendolo all’interno di una particolare padella per takoyaki. Il pubblico è rimasto letteralmente stupefatto dalla bontà di quello che, a tutti gli effetti, un antipasto da mangiare in piedi durante una passeggiata.

Aramaki

Takoyaki

È stato dunque il turno di Leonardo Lacatena del ristorante “Osteria dei Sassi” a Matera. Il giovane chef ha rivisitato per l’occasione un piatto legato ai suoi ricordi di bambino, riso patate e cozze. Il piatto è stato totalmente destrutturato assumendo la forma finale di una crocchetta di patate, impepata di cozze disidratate e rivestita da riso soffiato, il tutto adagiato su cipolla in agrodolce.

Lacatena

Riso, patate e cozze

Si è tornati subito dopo in Campania, precisamente a Puglianello (in provincia di Benevento) per il cooking show di Raffaele D’Addio. Lo chef ha realizzato una speciale versione di un antico piatto della sua terra, il “Parruozzo”: si tratta di una zuppa di verdure spontanee di campo, baccalà e pane raffermo. Il pane si è trasformato in un bignè con farina gialla di mais e profumo di acciuga. Le verdure sono state proposte in tre versioni: essicate, disidratate in polvere e sottoforma di cremoso pesto. Il baccalà (il pregiato Black Cod) cotto a bassa temperatura sotto vuoto era l’unico elemento di connessione con il passato. L’aglio è diventato una delicata maionese ed il peperoncino una finissima polvere.

Daddio

Parruozzo

Lo chef Domenico Cilenti del ristorante Porta di Basso di Peschici si è esibito poco dopo regalando alla numerosa piazza un piatto monocromatico perché incentrato su un unico elemento: il nero di seppia. Non a caso il titolo “Squid in black”: seppia, fave con limone candito, sfoglia e tarallo sbriciolato al nero di seppia.

Cilenti

Squid in black

Si è quindi ritornati nella laguna, grazie all’interessante proposta di Nazario Biscotti del ristorante Le Antiche Sere con il suo commovente e profumatissimo brodetto di anguilla.

Biscotti

Brodetto di anguilla

Divertente e culturale l’intermezzo culinario di cui si è resa protagonista la chef Maria Antonietta Santoro, del ristorante Al Becco della Civetta di Castelmezzano (Pz) che oltre a proporre il suo piatto ne ha approfittato, insieme alle sue collaboratrici, per una live performance quasi teatrale dedicata al malocchio!

Santoro2

L’uovo con peperone

Degna conclusione di queste Masterclass è stata, infine, l’esibizione del grande chef Peppe Zullo del ristorante Villa Jamele (è stato anche chef per Eataly ad Expo 2015) ed il suo uovo di faraona, marasciuolo di campo e grattata di tartufo bianchetto. Un piatto povero che si mette il vestito buono per diventare un piatto per signori!

Zullo

L’uovo di faraona con marasciuolo e tartufo bianchetto


 
di Rocco Andrisani

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